A San Juan, per l’ultima tappa della Vuelta, sono scese in strada centinaia di migliaia di persone. Qualcosa di impensabile, se non per palcoscenici come il Giro d’Italia oppure il Tour nelle loro terre più calde. Lungo il circuito di 16 chilometri, non un solo metro è parso scoperto di pubblico e alla fine la vittoria è andata nuovamente a Sam Welsford su Jakobsen e Nizzolo. E se nella prima tappa aveva avuto paura, questa volta all’olandese è andata bene. Per questo quando si dirigeva verso il podio aveva lo sguardo scosso.
«Era già stato super speciale – racconta Welsford – aver vinto ieri e mi aveva dato grande motivazione. Oggi avevo grande fiducia e questo secondo successo mi fa credere nel processo che ho iniziato qui e andrà avanti per il seguito della stagione. I risultati in pista sono stati un’esperienza importante per arrivare a questo livello. La squadra mi ha aiutato molto per tutta la settimana. Siamo stati circondati da una folla incredibile, non riuscivo ad ascoltare quello che dicevano i miei compagni.
«Spero di tornare qui il prossimo anno e che questa sia una delle tante vittorie che verranno ancora. In volata eravamo velocissimi, Fabio ha provato a inserirsi fra le barriere ed è stato colpito da un telefono. Ho visto il replay. Spero che stia bene, ha rischiato davvero di cadere. A volte bisogna capire da fuori che quando si arriva così vicini ai corridori, bisogna stare attenti alla loro incolumità».


Pericolo scampato
Jakobsen ha provato a infilarsi sulla destra dell’australiano, dimostrando di aver ben recuperato psicologicamente da quanto gli accadde al Polonia. Ma proprio nel momento in cui si è infilato nei pochi centimetri fra Nizzolo e la transenna, lo ha colpito al capo il telefonino di un tifoso che si sporgeva per fotografarlo.
Il telefono è volato via e con esso gli occhiali di Jakobsen, ma lo sbandamento della ruota anteriore dell’olandese stava per costargli caro. Se non avesse corretto la traiettoria con uno scarto, Jakobsen avrebbe sollevato con la ruota il pannello pubblicitario legato alla transenna e le conseguenze sarebbero potute essere gravissime.










Nizzolo, il rapporto giusto
Nuovamente terzo, come dopo la prima tappa, Nizzolo saluta il nuovo podio con più consapevolezza. Se il primo giorno infatti si trovò a sprintare con un rapporto troppo corto, pagando il cambio di ritmo di Bennett, questa volta il milanese ha provato ad anticipare la volata partendo lunghissimo.
«Ho avuto una sensazione buona – spiega – ma la volata è stata un po’ strana per me, nel senso che non sono le volate che mi piacciono. Non è stata molto tecnica. Però ho trovato il varco per uscire, anche se un po’ lontano dall’arrivo. Ci ho provato e comunque aver fatto una volata così lunga è sintomo che la condizione è abbastanza buona. Un podio che mi motiva, diverso dal primo. Col rapporto che avevo, la settimana scorsa avevo poche chance. Oggi invece ho fatto una volata di testa, che comunque è sempre bello. Poi, chiaro, venire rimontato sul più bello non è simpatico.
«Visto quanta gente? Dicevo ai miei compagni che nel 2018 vinsi questa tappa in uno scenario praticamente uguale e fu un’emozione incredibile. Perché insomma, avere questa gente non è consueto, quindi è bellissimo. Li ringrazio tutti».


Fra Lopez e Tarozzi
La Vuelta a San Juan 2023 se l’è presa Miguel Angel Lopez, grazie all’impresa all’Alto del Colorado, con il nostro Tarozzi che si è aggiudicato la maglia del Gran Premio della Montagna, grazie alla condotta sbarazzina e cocciuta.
«Sono molto contento di questa squadra – dice Lopez – ringrazio tutti per il loro lavoro ogni giorno, spero che questa vittoria sia una bella ricompensa. Voglio anche congratularmi con l’organizzazione per questa bellissima gara, penso che la gente si sia davvero divertita. Porto a casa questa vittoria e inizio l’anno molto motivato. Devo ringraziare Medellin per questa opportunità che mi hanno dato per mostrare le mie qualità, abbiamo dimostrato di essere la squadra migliore. Tutti hanno visto quanto siamo uniti. Questa vittoria mi rende molto felice e soprattutto la voglio dedicare alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli che sono la cosa più importante. Sono sempre lì, nel bene e nel male».


Per il colombiano e per il romagnolo della Green Project-Bardiani-Faizanè si tratta di una partita vinta. Il primo ha voluto dimostrare qualcosa a se stesso e all’Astana e ora bisognerà aspettare per capire come finirà la sua storia. Intanto il Team Medellin prepara le valigie per inviti già ricevuti in Europa. Invece Tarozzi deve riprendersi dall’infortunio del 2022 e aspetta solo di raccontare tutto il lavoro che gli è costato arrivare fin qui.
La serata si accende di luci, colori e fuochi di artificio. Sul maxischermo del palco scorrono i messaggi registrati nei giorni scorsi, con cui i corridori salutano Maximiliano Richeze. Stasera si farà festa all’Hotel Del Bono, su cui converranno tutte le squadre, poi sarà tempo di impacchettare bici, sogni e speranze e di far rotta verso l’inverno europeo. La Vuelta a San Juan chiude la parentesi delle prime corse al caldo, fra breve tutti i corridori torneranno a sfidarsi sulle rotte europee.