Ogni giorno i giornalisti belgi vanno al pullman della Visma-Lease a Bike e chiedono a Marc Reef, che guida la squadra al Giro, come sta Van Aert. Lo racconta bene Het Nieuwsblad, il cui inviato Jan-Pieter de Vlieger annota che le risposte della squadra stanno lentamente cambiando di tono. Al via della tappa di Matera, Reef ha risposto: «Speriamo che Wout guarisca». Al via da Castel di Sangro, il responso è stato: «Wout sta migliorando un po’ ogni giorno».
I progressi sono visibili, tanto che a Napoli il belga si è ritrovato nell’ultimo chilometro a giocarsi la tappa con Plowright, in piena preparazione per lo sprint. Dal punto di vista tattico, può essere stato un errore, ma Van Aert era felice di avere ancora forza nelle gambe.
Il Van Aert del 2020
E’ opinione comune che una prima risposta attendibile sulle condizioni di Van Aert potrebbe arrivare oggi. La tappa Gubbio-Siena è una piccola Strade Bianche. I settori di sterrato sono soltanto cinque, ma i quasi 30 chilometri (di cui 26 concentrati in 34 chilometri di percorso) potrebbero rivelarsi un banco di prova severo e attendibile. L’arrivo a Piazza del Campo è lo stesso di marzo, con la salita di Santa Caterina.
Van Aert vinse su quelle strade nel 2020, con la condizione eccezionale che di lì a poco gli avrebbe permesso di vincere anche la Sanremo. E’ evidente che Wout non abbia la condizione di allora, ma l’assenza dei grandi specialisti potrebbe rendergli il compito meno gravoso.
Fra Yates e la fuga
Durante la preparazione del Giro, Wout ha svolto una ricognizione sul percorso della tappa. «E’ davvero difficile – ha affermato ieri – si tratta di una Strade Bianche a tutti gli effetti, non di una copia in miniatura come a volte si vede nei Grandi Giri. Mi sento meglio. Tagliacozzo è stata una tappa dura, ma l’ho superata bene. Ieri c’era tanto dislivello, tappa per veri scalatori. Ho sperato di tenere nel finale vallonato e per questo avevo pensato a una fuga, ma non è andata come pensavo.
«E adesso non vedo l’ora di correre sugli sterrati. Ma con la mia forma attuale non posso concentrare tutto in una tappa specifica. Ecco perché voglio provare a lottare per la vittoria di tappa ogni volta che sarà possibile. So che la priorità della squadra è portare Simon Yates al traguardo senza problemi, ma io ho carta bianca per unirmi a una fuga».
Gli uomini di classifica
Sarà vero però che non ci saranno tra i piedi degli specialisti? E non è forse vero che negli ultimi anni la Strade Bianche si è trasformata in una corsa per scalatori, più che per esperti del fuoristrada? Ci sarà Vacek, che per certi versi somiglia a Van Aert, ma appare molto più in condizione. Ci sarà Pidcock, che a marzo si è arreso soltanto a Pogacar. E il suo allenatore Kurt Bogaerts è in sintonia con lo scetticismo sul ruolo che avrà Van Aert.
«Mads Pedersen con la sua forma attuale – ha detto al giornale belga – può essere della partita, ma per il resto vedo solo i corridori della classifica generale. Giulio Ciccone, Primoz Roglic, Juan Ayuso o Egan Bernal, che ha già ottenuto un quinto posto alla Strade Bianche. Lo si vede anche nelle tappe sul pavé del Tour, dove vengono alla ribalta anche gli uomini di classifica, che hanno il motore più potente. Van Aert potrebbe starci, ma credo che non sia ancora al massimo della forma. E’ normale non essere molto costanti dopo un incidente come quello della Vuelta. Credo che vedremo il Wout van Aert del passato solo nella seconda metà di quest’anno».
Quest’ultimo parere ha gelato l’entusiasmo dei media belgi. Che però stamattina ugualmente si sono presentati al pullman della Visma-Lease a Bike chiedendo a Reef qualche aggiornamento sulle condizioni del loro beniamino. Wout li ha abituati così bene, che è difficile credere nella sua vulnerabilità ed è sempre bello sperare che gli riesca un altro miracolo.