Nove stagioni nella stessa squadra non sono poche. Tanto è stato il tempo che Romain Bardet ha militato nell’Ag2r La Mondiale (oggi Ag2R Citroen). Da quest’anno il trentenne francese ha deciso di cambiare. Dopo una stagione particolare come quella del Covid, per lui piuttosto anonima, è passato al Team DSM.
Anche per Romain la carriera è arrivata ad una sorta di bivio: essere davvero un grande o cambiare obiettivi e aspirazioni. Un po’ come per il suo “gemello” Pinot, l’etichetta di eterno giovane comincia a non essere più così calzante.
Vorrei ma non posso
La Parigi-Nizza, qualche classica nelle Ardenne, l’amato Delfinato che si corre spesso sulle strade di casa e il Tour de France. Per quasi un decennio il copione di Bardet è stato questo.
«Sono molto felice di aver firmato per la Dsm – aveva detto durante lo scorso autunno – Era arrivato il momento di cambiare».
Già, cambiare: ma siamo sicuri? Fino a qualche settimana fa Bardet aveva il Giro d’Italia nel mirino, adesso invece sembra aver rimesso in discussione un po’ tutto. Ed ecco che sono riemerse le dichiarazioni d’amore per la Grande Boucle, nonostante gli apprezzamenti all’Italia e alle corse italiane tra Strade Bianche e Tirreno.
Al Giro non ci è mai venuto, eppure potrebbe essere una corsa molto in linea con le sue caratteristiche di scalatore puro. Lui stesso ci confidò, in un Delfinato di qualche anno fa, che gli sarebbe piaciuto provarlo, ma ci disse anche che sponsor e aspettative del team erano tutte convogliate verso il Tour. Come a dire: vorrei ma non posso.
Se non ora, quando?
Adesso però non ha scuse. Il cambiamento di team e di preparazione era stato anche piuttosto netto. Lasciare le sue tradizioni, le sue certezze lo aveva fatto rimettere in gioco e questo era quello che voleva.
Tra le varie dichiarazioni di Romain ce n’è stata una in particolare che ci ha fatto riflettere e che faceva pensare ad una svolta nel suo calendario: «Ero stanco di un programma di corse sempre uguale e del ruolo di leader indiscusso – aveva confidato all’Equipe in tempi non sospetti – E’ stato così dal mio secondo anno da professionista e non ho mai avuto la possibilità di crescere “all’ombra”. Alla Dsm non solo potrò lavorare con più calma e precisione, ma in più potrò fare gare anche solo per aiutare la squadra, senza per forza avere ambizioni personali. All’Ag2R dovevo vincere, ma il mio approccio non è mai stato realmente quello di vincere. Può sembrare strano ma è così».
Ecco che in qualche modo torna a galla il discorso della pressione, dello stress. E le sue parole sono assolutamente condivisibili, ma allora perché non optare per il Giro?
Giro sì, Giro no
Tutto sommato Bardet si è ben comportato alla Strade Bianche, gara che ama particolarmente (forse gli ricorda i suoi trascorsi da biker), alla Tirreno ha lavorato bene e lui stesso ha detto di essere contento di quanto fatto. Specie dopo la crono conclusiva di San Benedetto del Tronto.
«È stato un inverno molto intenso per me, forse il più duro della mia carriera. Sono riuscito a migliorare la mia posizione. In Dsm hanno un ottimo software che permette di vedere dei feedback in tempo reale. Adesso guardiamo alle prossime gare».
E quindi vedremo finalmente Bardet al Giro d’Italia? Romain e la sua squadra hanno detto che scioglieranno i nodi a fine marzo, pertanto bisognerà attendere ancora qualche ora. Quel che è certo è che se dovesse essere al Giro, davvero darebbe uno scossone alla sua routine e forse alla sua carriera. Anche perché poi andrebbe alla Vuelta che ha fatto solo una volta (nel 2017). Insomma Bardet ha la possibilità di non essere più “Tourcentrico”, coglierà questa occasione? Lo sapremo a breve.