Nell’Hetias Tour de Wallonie vinto da Ganna c’è stato posto anche per Andrea Bagioli. Proprio nella crono vinta da Pippo, il valtellinese aveva sentito che le gambe erano giuste e così ieri, nella tappa di Aubel che sembrava una piccola Liegi e ne proponeva alcune còte, Andrea ha fatto quello che gli si chiede da tempo: quando non c’è Remco, prendi in mano la corsa e vinci. Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente, ma è così che ci si scava spazio negli squadroni stranieri o si attira l’attenzione di altri per spiccare il volo.
«Sono appena arrivato all’aeroporto – dice – sto andando in Spagna. E poi da lì dovrei raggiungere il ritiro della nazionale. A San Sebastian ritrovo Evenepoel, ci sarà da lavorare per lui. E’ un fuoriclasse, è giusto così».
Lo hanno lasciato a casa dal Tour, l’abbiamo raccontato, per portare una squadra a misura di Jakobsen, che però si è ritirato e alla fine la Soudal-Quick Step ha dovuto accendere un cero al ritrovato Asgreen. Visti i percorsi e la condizione, anche Bagioli avrebbe avuto il suo spazio. E come Sobrero, che è stato escluso e poi ha vinto al Giro d’Austria, anche Andrea al Tour de Wallonie ha voluto mettere il puntino sulla “i”.
Sapevi di stare bene oppure è venuto fuori tutto ieri durante la tappa?
Già dal giorno prima avevo capito qualcosa. Avevo fatto la crono e non mi aspettavo di andare così forte. In teoria dovevo farla tranquillo, però durante il riscaldamento ho sentito che stavo bene. Sono partito. Mi sono detto di provare a seguire un tot di watt e ho visto che riuscivo a tenerli facilmente. Allora ho cambiato idea e mi sono detto di andare a tutta e vedere dove sarei arrivato. L’undicesimo posto in una crono così piatta e così lunga non mi era mai successo.
Il Wallonie è stato il tuo rientro alle corse dopo il campionato italiano e l’esclusione del Tour.
All’italiano sono caduto all’ultimo giro. Poi l’esclusione dal Tour, per la quale un po’ di delusione c’è stata. Così ho staccato 3-4 giorni, più mentalmente che fisicamente, perché fisicamente ero pronto. Ero stato quattro mesi in altura a prepararmi per niente, non è bello essere esclusi. Poi invece ho ripreso bene, ma restando a casa, senza andare chissà dove.
Sobrero in Austria, tu in Belgio: punti in comune?
Un po’ sì, un po’ ti viene dentro la voglia di dimostrare che quel posto l’avevi meritato…
Senza fare voli pindarici, è una condizione che può durare a lungo?
Sì, certo, la condizione non la perdi in una o due settimane, quindi si riesce a tenere sicuramente. Anzi, magari correndo anche dopo il Tour de Wallonie e facendo ancora ritmo gara, potrà addirittura crescere ancora.
Convocazioni ancora non ufficiali, ma dovresti essere nella rosa del mondiale: è importante?
Sarebbe il quarto, da quando son professionista li ho fatti tutti. Mi piace il mondiale e il clima della nazionale, ci tengo sempre a far bene. Poi anche il percorso di quest’anno è tecnico e penso sia molto adatto a me. Ci sono strappi veramente corti e posso dire la mia. Ci sarà da limare, quindi siamo pronti.
Ieri hai vinto che due scatti giusti nel finale: nessuno spreco. Sembrava tutto ragionato…
Sapevo che la prima parte di tappa era la più dura, poi invece diventava più facile. Quindi, anche se partivi presto, poi era ancora lunga andare all’arrivo. In più avevo due compagni in fuga, quindi dietro non potevamo attaccare o fare tanto: per questo siamo rimasti coperti. Sapevo anche che c’era quello strappo alla fine, come due giorni prima quando ho provato ad andar via e poi mi hanno ripreso. Solo che stavolta c’erano solo 2 chilometri dalla cima all’arrivo ed era più fattibile. Era già in programma di partire lì ed è andata bene.
Bennati ha detto che dal Wallonie si aspettava indicazioni dagli azzurri che non hanno fatto il Tour. Chi hai visto, a parte te?
Secondo me Baroncini e anche Rota, che si è mosso bene anche ieri. Magari non si è visto in televisione, perché non c’era ancora la diretta, però ha fatto un paio di attacchi forti (purtroppo il Wallonie non è andato bene per Davide Ballerini, che a causa di un problema al ginocchio non è partito nella quarta tappa e dovrà rimanere a riposo alla vigilia di un periodo per cui aveva tanto lavorato, ndr). Adesso San Sebastian con Remco, sapendo di stare bene e poi apriremo il bellissimo libro dei mondiali.