Aleotti, un imprevisto cambia i piani ma non troppo

27.03.2023
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«Una caduta in allenamento mi ha scombinato i piani. Adesso dobbiamo dare la precedenza alle corse». Giovanni Aleotti aveva in mente tutt’altro per questi giorni ed invece si ritrova a rivedere il programma di avvicinamento al Giro d’Italia.

La presenza lampo del 23enne della Bora-Hansgrohe alla Coppi e Bartali aveva destato molta curiosità. Dato partente dagli organizzatori, dopo pochi minuti dal via della prima tappa radio-corsa annunciava il ritiro di Aleotti. Per fortuna, se così possiamo dire, si tratta di un intoppo fisico che il ragazzo emiliano ha assorbito bene, anche dal punto di vista morale come abbiamo avuto modo di vedere.

La mano sinistra porta i segni della caduta. Aleotti ha dovuto abbandonare la Coppi e Bartali e cambiare i programmi
La mano sinistra porta i segni della caduta. Aleotti ha dovuto abbandonare la Coppi e Bartali e cambiare i programmi
Giovanni a cosa è stato dovuto quell’abbandono in corsa?

Il giorno successivo alla Milano-Torino sono caduto in discesa sulle strade di casa. Ho preso una buca dopo una curva e ho battuto forte la mano sinistra. Avevo il palmo particolarmente abraso e qualche dito non messe bene. Ho cercato di recuperare per la Coppi e Bartali, gara che era nel mio calendario e in cui avrei voluto giocarmi le mie chances. Fino all’ultimo, d’accordo con la squadra, abbiamo tentato di partire perché essendo in Italia, e molto vicino a casa, ne valeva la pena.

Poi cosa è successo?

Dopo pochi chilometri ci siamo accorti che ancora non avevo una presa salda. Facevo fatica ad impugnare il manubrio, a frenare e cambiare il rapporto. E così abbiamo deciso saggiamente di non rischiare inutilmente perché una eventuale altra caduta mi avrebbe compromesso ulteriormente.

Adesso come va?

Molto meglio. La botta si è abbastanza riassorbita. Ho pedalato sui rulli fino a giovedì poi venerdì sono riuscito a fare cinque ore di allenamento su strada, circa 170 chilometri, senza dolore e fastidi nelle sollecitazioni. E sempre meglio anche nel weekend. Posso dire che le sensazioni in generale erano buone e quindi sono contento per questo.

Aleotti ha corso la Milano-Torino e il giorno dopo è caduto in allenamento senza gravi conseguenze
Aleotti ha corso la Milano-Torino e il giorno dopo è caduto in allenamento senza gravi conseguenze
Finora com’era andata questa prima parte di stagione?

Ho iniziato presto in Australia col Tour Down Under dove sono andato bene, facendo anche un buon piazzamento. Sono rimasto giù una settimana in più per la Cadel Evans. Dopodiché sono volato in Oman per la Muscat Classic e la gara a tappe. Purtroppo lì mi sono ammalato e ho corso solo le prime due frazioni. Probabilmente la causa potrebbe essere stato il lungo viaggio dall’Australia. Ho preso la bronchite e sono rientrato alla Milano-Torino. E mi sono fermato nuovamente.

Hai dovuto cambiare i programmi in corsa quindi…

Sì, giusto. Sappiamo che sulla carta è sempre una cosa, in pratica un’altra. Dopo la Coppi e Bartali avrei dovuto fare altura a Sierra Nevada, poi Romandia e Giro d’Italia. Invece così riparto subito a correre. Quella è la cosa più importante. Farò il GP Indurain il primo aprile e due giorni dopo farò i Paesi Baschi in funzione del Giro.

Possibile che tu cossa qualche classica?

Rispetto all’anno scorso non avrei dovuto farle ma a questo punto vedremo se varrà la pena modificare ancora il mio calendario inserendo le Ardenne. Vedremo dopo metà aprile. Avevo fatto un inverno intenso però tra Oman e Milano-Torino ho corso troppo poco. Alla fine, visto che la condizione è sempre stata piuttosto buona, questo infortunio alla mano non mi sposta di tanto le cose. E poi so che bisogna sempre essere pronti a questi inconvenienti. Ci vogliono sempre i piani di riserva.

Al Giro con che ruolo e aspettative ci andrai?

L’obiettivo è quello di fare molto bene. Siamo la squadra che lo ha vinto l’anno scorso, vogliamo ripeterci onorando al massimo la corsa. Come capitani avremo Vlasov e Kamna ed io sarò in supporto a loro. Non nascondo che vorrei puntare a quelle tappe interlocutorie e vallonate adatte a me. Questo però lo potrò fare quando ci sarà una situazione più stabilizzata. Quando la classifica dei miei leader potrà concederci un po’ più di libertà. Oltre ad andare in fuga per essere d’appoggio ai miei compagni, cercherò di andarci per giocarmi le mie carte.

Conosci anche i programmi della seconda parte di stagione?

No, ancora non so nulla. A grandi linee so che dovrei correre il Benelux Tour, le classiche canadesi e chiaramente altre corse. Adesso però aspettiamo un po’ a fare i programmi anche perché poi ci ritroviamo a doverli cambiare (sorride, ndr). Di sicuro so che in estate vado sempre meglio, quindi vedremo anche in base a quello.

Sibiu Tour 2022, Giovanni Aleotti con Cian Uijtdebroeks, (foto Bora-Hansgrohe)
Sibiu Tour 2022, Giovanni Aleotti con Cian Uijtdebroeks, (foto Bora-Hansgrohe)
C’è una corsa in cui Giovanni Aleotti si vede capitano a breve?

Difficile rispondere (sorride, ndr). Negli ultimi due anni ho vinto il Sibiu Tour, una gara cui sono affezionato perché ci ho raccolto i miei primi successi da pro’. Ho fatto classifica in altre corse di quella portata ma è ovvio che vorrei provare a fare il leader in gare di un livello più alto. Diciamo che tra le gare WorldTour il Tour de Pologne lo vedo molto adatto alle mie caratteristiche. Per la verità sento di avere un piccolo conto in sospeso con quella corsa. Nel 2021 ho chiuso undicesimo nella generale ma avevo sbagliato la crono della penultima tappa (era settimo, ndr) e così sono uscito dalla top ten finale. Peccato ma è stato comunque valido per fare esperienza al primo anno da pro’. Mi piacerebbe tornarci per lottare per qualcosa di importante.