Nella tana del lupo Van Aert c’è anche un italiano. I nostri connazionali al via del Fiandre sono appena otto e fra loro c’è appunto Affini. Il gigante mantovano alla Jumbo-Visma c’è arrivato da pochi mesi, eppure i direttori l’hanno voluto fortemente alla partenza. Si sono accorti che quando c’è da caricarsi il gruppo sulle spalle, Edoardo sa farlo benissimo. E dato che oggi, vista la condizione di Van Aert, ci sarà da portarli tutti a spasso e anche a lungo, le leve dell’italiano sono quel che ci vuole.
Come stai?
Sto benino, ma non al 100 per cento. Dopo la Sanremo ho preso un mega raffreddore e per qualche giorno quasi non respiravo. Poi a forza di tamponi, perché se hai il raffreddore diventano tutti sospettosi, il naso me l’hanno sturato. In generale, comunque, è una fase che vivo molto bene. E’ chiaro che avendo in casa il più forte, siamo tutti molto motivati. Anche se secondo me Van der Poel si sta nascondendo.
Avendo in casa il più forte di solita significa tirare tutto il giorno…
Ci prenderemo la responsabilità, se sarà necessario. Dipende anche da come si muoveranno le altre squadre. Ci sono anche altri che stanno bene, non sperino che li portiamo in carrozza al finale.
Il percorso è un po’ cambiato.
Faremo qualche sezione differente. Mi pare di aver capito che i paesi con il Muur e il Bosberg non abbiano dato l’autorizzazione al passaggio. E così dopo il primo Qwaremont si farà un nuovo giro. Verrà fuori un corsone, c’è davvero una bella sequenza di muri.
Siete andati a vederli?
Siamo andati in due gruppi separati. Noi che abbiamo corso mercoledì alla Dwars door Vlaanderen siamo andati venerdì a vedere la parte più importante. Quelli che invece non hanno corso, giovedì hanno fatto un bell’allenamento sul percorso.
Quale sarà il tuo ruolo?
Dovrò stare sveglio dalle prime battute e portare la squadra il più avanti che mi sarà possibile. Poi quando avrò finito, addio cari miei! Comunque essere qui dopo così poco tempo è gratificante e dà grande motivazione.
Con quale bici correrai?
Usiamo la Cervélo S5. Qualcuno nelle corse precedenti ha anche provato un nuovo modello, la Caledonia. Io stesso l’ho usata ad Harelbeke, ma per oggi usiamo tutti la S5. Ho cerchi da 60 e tubolari da 28. Ho usato gli stessi cerchi anche alla Gand-Wevelgem, dove il vento era decisamente forte. Ma sono pesante, difficile da spostare. Quanto ai rapporti, 39-54 e 11-30. Il 54 ormai lo uso in ogni corsa, si va così forte che perdere pedalate diventa difficile.
Come sta il capo?
Per come l’ho visto in questi giorni, è abbastanza tranquillo. Fa gruppo e devo dire che proprio questa sarà la nostra arma segreta in futuro. Si lavora bene, con una bella sinergia fra direttori e corridori.
Van Aert ha voce in capitolo nelle scelte?
Lui esprime sempre le sue idee e quando arriviamo a fare la riunione tattica, i direttori hanno già fatto il giro delle camere. Per cui alla fine si tratta di fare la sintesi delle varie opinioni. Fare la riunione la sera prima significa che al mattino sul bus diamo una ripassatina e semmai rifacciamo il punto sul meteo. Si pesava che avrebbe fatto freddissimo, invece il vento è calato e la temperatura è da primavera belga. Rigidina, ma sempre meglio che in inverno.
A che ora la sveglia stamattina?
Alle 6,45. Colazione prima delle 7 e poi partenza. C’è voluta quasi un’ora di pullman per arrivare in tempo alla presentazione dei team.
Cosa farai dopo il Fiandre?
Mi fermo un po’ e poi preparo il Giro. Qui c’è una bella pianificazione. Si decidono gli obiettivi e si pianificano gli allenamenti per arrivarci. Si fanno meno giorni di corsa, ma di maggiore qualità. Mi trovo bene, anche se siamo appena all’inizio. Alle corse ormai vanno tutti così forte che non si riesce a prenderle come allenamenti. E allora tanto vale prepararsi per bene in un posto che scegliamo noi, al ritmo che decidiamo di seguire…