Il 2024 di Martinelli: una collezione di sfortune, ma ora vede la luce

18.07.2024
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La stagione di Alessio Martinelli ad oggi, 17 luglio giorno in cui stiamo scrivendo questo articolo, conta solamente 12 giorni di gara. Ha iniziato a marzo con la Milano-Torino, prima di fermarsi al termine del Giro d’Abruzzo il 12 aprile. Da lì un’assenza dai tabellini delle gare, anzi ci sarebbe un DNS al Tour of the Alps. Un periodo lungo che ci ha spinti a chiederci quale sia stato il problema che ha tenuto Martinelli lontano dalle corse per tutto questo tempo. 

«Ce ne fosse stata solamente una di sfortuna – spiega il giovane della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè – deve essere l’anno bisestile. Nel 2020 sono caduto e ho subito una frattura facciale con tanto di cicatrici e operazione. Questa stagione, invece, le disavventure sono iniziate a novembre con un problema al ginocchio che mi ha costretto a fermarmi fino a gennaio. Ho potuto fare solamente fisioterapia e palestra, camminate ed esercizi a secco. Si trattava di una sindrome femororotulea dovuta al modello di sella utilizzato. Una volta scoperto il problema ho fatto dei test ho cambiato modello, rimanendo sempre in casa Selle SMP».

Nonostante i problemi al ginocchio Martinelli era riuscito a ripartire a gennaio per allenarsi
Nonostante i problemi al ginocchio Martinelli era riuscito a ripartire a gennaio per allenarsi

Una sfortuna dietro l’altra

Fin qui i problemi per Martinelli sono stati fastidiosi ma sembrano ancora gestibili. Vero che ha perso tutto il periodo della preparazione invernale, ma una casa può essere costruita in qualsiasi momento, serve il tempo giusto. 

«Sono tornato in bici il 20 gennaio – racconta – e da lì ho affrontato le prime gare della mia stagione, con l’esordio alla Milano-Torino e poi alla Sanremo. La condizione non era al massimo, visto che ho avuto modo di lavorare seriamente per un solo mese. Ma la fiducia c’era, d’altronde non avevo più dolori al ginocchio. Tornare a correre era l’obiettivo per aumentare la condizione e lanciarmi comunque verso il Giro d’Italia, che avrei dovuto e voluto correre. Alla Coppi e Bartali erano anche arrivate delle buone risposte, con un nono posto nella tappa finale. Non un risultato eccezionale ma la fiducia cresceva».

Alla Settimana Coppi e Bartali le prime sensazioni positive in vista di una ripresa
Alla Settimana Coppi e Bartali le prime sensazioni positive in vista di una ripresa
Ad attenderti ci sarebbe stato un aprile intenso, fino alla partenza del Giro. 

Esatto. Avevamo già deciso, insieme alla squadra, dei blocchi di allenamento con il Giro d’Abruzzo e il Tour of the Alps in preparazione alla Corsa Rosa. Finite quelle gare sarei andato sull’Etna insieme ai miei compagni. 

Invece al Tour of the Alps non sei nemmeno partito…

E’ arrivato un altro problema a guastare il tutto. Sedendomi sulla sella nuova mi si erano formate delle cisti che si erano poi ingrossate. Questo già al Giro d’Abruzzo, che ho fatto fatica a finire, ma ho stretto i denti sperando mi passassero. Invece alla vigilia del Tour of the Alps il problema persisteva e in accordo con il dottor Giorgi, medico del team, mi sono fermato. 

Ma dietro l’angolo si nascondeva il problema al soprasella che lo ha fermato in primavera
Ma dietro l’angolo si nascondeva il problema al soprasella che lo ha fermato in primavera
Che hai fatto?

Sono andati a farmi vedere da uno specialista, il dottor Antonino Cassisi, lo stesso che ha operato Masnada e Ciccone. Abbiamo provato con una cura antibiotica ma le cisti erano troppo grosse per essere curate in quel modo. Siamo ricorsi all’operazione, il 24 aprile, e sono stato fermo ancora un mese e mezzo. Il periodo di convalescenza è stato lungo perché il taglio dell’operazione era grande 15 centimetri, sono serviti 25 punti di sutura per chiuderlo. 

Poi a inizio giugno sei tornato in sella ancora…

Sì, ho cambiato definitivamente modello, passando alla TT3 di Selle SMP, quella da cronometro. Il dottor Cassisi mi ha tenuto sotto controllo e a metà giugno era tutto ok. Sarei dovuto andare a correre in Cina al Tour of Qinghai Lake, ma il martedì prima di partire ho avuto una brutta caduta in allenamento a causa di un pedone che ha attraversato fuori dalle strisce. 

Il rientro definitivo al Giro dell’Appennino il 14 luglio con il modello nuovo di Selle SMP: la TT3
Il rientro definitivo al Giro dell’Appennino il 14 luglio con il modello nuovo di Selle SMP: la TT3
Altro infortunio?

Questa volta per fortuna no. Ho temuto per il peggio, perché nei giorni successivi all’incidente avevo un gran dolore al femore. Pensavo di essermelo rotto. Ma si sono confermate essere delle forti contusioni senza conseguenze. Però la trasferta in Cina è saltata. 

Sei tornato a correre al Giro dell’Appennino, domenica 14 luglio. Com’è andata?

Bene per quello che era il mio livello di condizione è andato al meglio. Non ero alla ricerca del risultato ma i valori espressi e il feeling con la bici erano buoni. Il Giro dell’Appennino è una gara con tante salite, ben cinque. Mi sono staccato sulla penultima ascesa, poi sono andato al traguardo tranquillo. Era importante finire la gara e mettere chilometri nelle gambe. 

Quanto erano buoni i valori espressi?

Sono lontano rispetto a quelli fatti registrare lo scorso anno. Nel 2023 su una salita da 45 minuti salivo a 350 watt e non ero a tutta. All’Appennino ho fatto gli stessi watt ma su salite di 20 minuti e con più fatica addosso. Ma è un primo passo del cammino, voglio tornare ad essere competitivo per settembre e ottobre. Poi, nel 2025, vorrei essere alla partenza del Giro d’Italia.