«L’obiettivo – dice Cioni – era che Egan Bernal tornasse in gruppo, a essere un corridore. Tanto tempo a lavorare senza correre è stato pesante. Non è tornato alle corse da una lunga attesa, ha lavorato duro. Il fatto di averlo al Giro di Danimarca è il raggiungimento di un obiettivo. Parliamo di un corridore che prima puntava al Tour e adesso punta a tornare se stesso».
E’ il 24 gennaio 2022, il giorno dell’incidente (foto Twitter) Dopo i primi interventi, anche Bernal ha rassicurato i suoi tifosi via Twitter La prima immagine di un Bernal vigile e vispo (foto La Sabana) In piedi fra i chirurghi che lo hanno operato (foto La Sabana) I progressi di Bernal sono rapidi ed evidenti (foto Twitter) Cristian Alonso è il massaggiatore di fiducia di Egan, presente all’incidente (foto Twitter) Sulla schiena di Bernal, i segni degli interventi spinali (foto Twitter) Sin da subito, Egan ha iniziato a lavorare per evitare l’atrofia (foto Twitter) Le foto di Bernal di nuovo in bici sono spuntate sul suo profilo Twitter Con questo disegno pubblicato si Twitter, si riassume il corso della rieducazione di Bernal
E’ il 24 gennaio 2022, il giorno dell’incidente (foto Twitter) Dopo i primi interventi, anche Bernal ha rassicurato i suoi tifosi via Twitter La prima immagine di un Bernal vigile e vispo (foto La Sabana) In piedi fra i chirurghi che lo hanno operato (foto La Sabana) I progressi di Bernal sono rapidi ed evidenti (foto Twitter) Cristian Alonso è il massaggiatore di fiducia di Egan (foto Twitter) Sulla schiena di Bernal, i segni degli interventi spinali (foto Twitter) Sin da subito, Egan ha iniziato a lavorare per evitare l’atrofia (foto Twitter) Le foto di Bernal di nuovo in bici sono spuntate sul suo profilo Twitter Con questo disegno pubblicato si Twitter, si riassume il corso della rieducazione di Bernal
Un lungo viaggio
Il comunicato stampa è uscito ieri. Egan Bernal riprende a correre oggi dal Danimarca (in apertura, foto Twitter). L’equipe medica del team Ineos Grenadiers ha valutato che il momento sia arrivato.
«Quando ripensi a dove si trovava Egan solo otto mesi fa – ha dichiarato Rod Ellingwort, team principal della squadra britannica – è incredibile i progressi che ha fatto. Ha mostrato al mondo la vera forza del suo personaggio e ha dimostrato una notevole grinta nel tornare alla preparazione. Siamo ancora in viaggio con Egan, ma rientrare in gruppo al Giro di Danimarca è una pietra miliare significativa e duramente guadagnata. Il recupero a lungo termine di Egan è guidato e continua a essere guidato dal nostro programma di supporto medico e fisico. L’intera famiglia Ineos Grenadiers è orgogliosa e felice per Egan. La sua determinazione e applicazione permetteranno ora di vederlo tornare nel mondo delle corse, che desiderava da così tanto tempo».


Cosa c’è oltre le dichiarazioni ufficiali? A che punto si trova effettivamente Bernal? Lo abbiamo chiesto a Dario Cioni, uno dei coach del team, attualmente in Danimarca con la squadra per seguire proprio il rientro del colombiano.
Era previsto che rientrasse in Danimarca? Si era parlato della Vuelta Burgos e addirittura della Vuelta…
Il rientro era programmato. Magari non era stato ancora scelto il nome della corsa, ma ci è saltato un corridore per la Danimarca e si è valutato che fosse arrivato il momento. Non sono io ad allenarlo. La Vuelta era decisamente prematura, ma si sa che gli organizzatori tirano acqua al loro mulino. Burgos invece era stata valutata.
Come sta Egan?
Ovviamente non posso parlare per l’aspetto medico, c’è uno staff per quello. Non so come potrà muoversi in corsa. Ci sono corridori che con il numero sulla schiena vedono rosso, ma sono certo che già esserci e confrontarsi con il resto del gruppo, fare chilometri sia importante. Puoi allenarti bene quanto vuoi, ma lo stress della corsa è un’altra cosa. Diciamo che il Giro di Danimarca sarà uno stress test per vedere se Egan sia davvero pronto.


Lo hai visto in allenamento? Che impressioni ti ha dato?
Sembra non abbia avuto niente. E’ ben in equilibrio, simmetrico. A occhio nudo non si riesce a dire se abbia ancora da recuperare tono muscolare. Anche perché è magro e longilineo, non parliamo di un atleta che abbia masse muscolari importanti.
Detto questo, i campioni non hanno mai tempi di recupero normali…
Esatto, fanno cose che per una persona normale sono inimmaginabili. Quando si è rialzato, l’auspicio era che tornasse a correre prima di fine stagione e ha un po’ anticipato i tempi. Bisogna stare con i piedi per terra, ma certo una persona normale magari sarebbe ancora in piena rieducazione.


Chi ha preso la decisione di farlo rientrare?
C’è stata sicuramente la valutazione dei medici, ma è stato Rod Ellingworth a fare la sintesi di tutte le opinioni e a prendere la decisione.
Hai parlato di tenere i piedi per terra…
Lo so che con un corridore del genere le attese sono sempre alte. Però è anche vero che nonostante abbia lavorato duro, Egan si ritroverà a confrontarsi con un gruppo di corridori che gareggiano dall’inizio della stagione. Per cui va bene essere soddisfatti per il suo rientro e capisco che per lui possa essere una ricompensa.
La testa fa la differenza?
Con certi campioni è determinante. Si era messo in testa di tornare e c’è riuscito. Quello che verrà sarà da scoprire. Averlo in corsa è comunque un successo.


Cinque tappe veloci
Il Danimarca sarà il terreno perfetto per rientrare. L’unica parvenza di salita ci sarà il quinto giorno, nella Give-Vejle, la tappa più nervosa:126,5 chilometri con tanti strappi dalle pendenze anche importanti, che verosimilmente decideranno la classifica. Anche volendo, Bernal non sarà chiamato a particolari duelli troppo severi. Se poi vorrà mettersi alla prova, la sua indole non gli permetterà di voltarsi dall’altra parte se e quando la corsa si accenderà.
«Dopo quello che mi è successo a gennaio – ha detto – questo è il momento che stavo aspettando: correre di nuovo con i miei compagni di squadra. Non posso spiegare abbastanza quanto siano stati duri per me gli ultimi otto mesi, sia fisicamente che mentalmente. Quel giorno e il viaggio che ho intrapreso da allora saranno per sempre parte di me. E’ qualcosa che non dimenticherò mai».



















