Lo scorso anno più volte abbiamo trattato della questione dei punti UCI. Un aspetto che ha creato anche diverse polemiche nell’anno in cui si chiudeva il primo triennio per la classifica delle squadre e quindi delle retrocessioni-promozioni (in apertura, foto MyVaud).
Ma dal primo gennaio la corsa è ripartita. Il nuovo triennio si chiuderà nel 2025. E per questo nuovo “giro di ruota”, alcune cose sono cambiate. Merito anche delle rimostranze delle squadre.
Più peso ai GT
Cosa è cambiato? Il nocciolo più importante riguarda l’assegnazione dei punti nelle corse a tappe. Queste assumono più importanza, soprattutto i grandi Giri, ma crescono di peso anche le classiche monumento e i maggiori eventi (mondiali e Olimpiadi).
L’obiettivo è quello d’incentivare i migliori corridori a partecipare alle gare più importanti. Ma bisognerà vedere se poi sarà così. La Lotto-Dstny, per esempio, ha detto che non verrà al Giro d’Italia. Anche se proprio in virtù di queste nuove norme sembra ci stia ripensando.
E proprio un corridore della Lotto che lo scorso anno non era al Giro ha contribuito più di tutti al alzare la questione. Parliamo di De Lie che a maggio 2022, vincendo delle piccole (se non piccolissime) corse tra Belgio e Olanda, conquistò più punti di molti colleghi che fecero bene o addirittura vinsero tappe nella corsa rosa. Un bell’inghippo.
E così per ovviare a questo problema o quantomeno per ridurlo, l’UCI ha deciso di aumentare il fattore di moltiplicazione dei punteggi nei grandi giri: 1,6 nelle corse a tappe WT, nei monumenti, nel mondiale e nella gara olimpica. E di un fattore 1,3 per le crono iridata e olimpica.
Sempre più WT
Sempre in merito ai grandi Giri, fino a quest’anno prendevano i punti solo i primi cinque classificati di ogni frazione. Da adesso in poi li prenderanno i primi 15 nelle tappe delle gare WT e i primi 10 nelle tappe delle altre corse a fronte dei primi tre come era stato fino all’anno scorso.
Non solo aumentano i corridori che andranno a punti, ma anche i punti stessi. E di parecchio. In pratica vengono quasi raddoppiati. Una tappa del Giro ne assegnava 100, ora ne assegna 180. Una del Tour ne assegnava 120, ora ne assegna 210 (la corsa francese guadagna un po’ in scala assoluta). E gli stessi punti aumentano anche per i conquistatori delle maglie a fine grande Giro.
In questo modo però il WT diventa ancora più importante. E guadagna ancora margine rispetto ai circuiti ProSeries e continentali. I punteggi in ballo sono cresciuti quasi del 30% mentre quelli degli altri circuiti sono rimasti pressoché invariati se non si sono ridotti. Il baratro tra WT e resto del mondo potrebbe allargarsi ulteriormente.
La rosa, più del singolo
Altro intervento non da poco è l’estensione dei punteggi ai primi 20 atleti di ogni squadra anziché ai primi 10. In pratica portano “acqua al mulino” più persone e nel suo insieme conta molto di più la rosa che il singolo corridore. Casi emblematici, in tal senso, sono stati quelli della Alpecin-Deceuninck e della Movistar rispettivamente con Van der Poel e Philipsen, e Valverde e Mas, che contribuivano al grosso della torta. Tolti loro, gli altri uomini e in particolare gli ultimi 4-5 corridori fornivano davvero pochi punti.
E infatti facendo una proiezione dei vecchi risultati col nuovo regolamento, le due squadre sono quelle che avrebbero un incremento minore. Mentre al contrario, la Soudal-Quick Step con tutti i buoni corridori che ha in rosa esploderebbe.
Piuttosto sorge un dubbio ancora più forte. Ma se come diceva Cimolai sin qui i punti hanno inciso non poco, cosa succederà ora che in ballo nel WorldTour ce ne sono ancora di più? Questa nuova metodologia di assegnazione dei punti inciderà anche sulle tattiche di gara?