Il Consiglio Federale (foto FCI in apertura) ha approvato il bilancio della stagione 2021: «Un bilancio consuntivo – si legge nel comunciato stampa – che chiude con un importante avanzo, di oltre un milione di euro, ed un consolidamento del Patrimonio Netto. Emerge il fatto che sono state aumentate sensibilmente, quintuplicate, le entrate proprie rispetto al quadriennio precedente. Crescono in particolare le voci relative a sponsorizzazioni e pubblicità. A questo si aggiunge la relazione positiva e favorevole dei Revisori dei conti, oltre a quella contabile e volontaria della società di revisione Deloitte Touche Tohmatsu Limited».
Il cesto delle mele
Quando si parla di soldi bisogna stare molto attenti, soprattutto se c’è di mezzo la Federazione. La politica è capace, avendo in mano lo stesso cesto di mele, di cambiarne l’ordine e la quantità semplicemente giocando con le parole. Per cui si potrebbe pensare di avere mele per sfamare un esercito e contemporaneamente di averne a malapena per una famiglia di quattro persone.
Se ad esempio chiedeste a Renato Di Rocco in quali condizioni di bilancio abbia consegnato la Federazione, direbbe di aver lasciato due milioni 400 mila euro di avanzo. Se ne dedurrebbe che l’attuale gestione ne avrebbe già spesi più di uno, cui sommare quanto dichiarato in tema di sponsorizzazioni. Aggiungerebbe inoltre che le loro erano portate in bilancio a 1,1 milioni (certificati dagli stessi revisori attuali), quindi se davvero gli sponsor sono stati quintuplicati, mancando quello principale sulla maglia azzurra, significa che il livello delle spese è salito ben oltre la prima stima.
Come detto in precedenza, è chiaro che buona parte di quell’utile sia maturato proprio nel 2020 del Covid, in cui a fronte di identici contributi Coni, l’attività è stata ferma e le spese sono state molto inferiori. In ogni caso, se quei soldi c’erano, probabilmente sono stati utilizzati.
Contenti e soddisfatti
Il presidente Dagnoni ha ovviamente un diverso punto di vista, a partire dallo sponsor sulla maglia azzurra: si sta valutando qualcosa, non c’è nulla di certo e piuttosto che mettere un marchio di poca rilevanza, si preferisce lasciare la maglia al suo azzurro integrale. Sacrosanto!
«Questo bilancio – dice – fa vedere come stanno le cose dopo il primo anno di gestione. Mi erano dispiaciuti i commenti su una gestione “scellerata” che lessi dopo il bilancio preventivo. Dicemmo subito che si sarebbe dovuto aspettare il consuntivo ed eccolo qua. Siamo contenti e soddisfatti. Anche perché lo scorso anno, anche se non era nostro dovere, abbiamo gratificato i nostri campioni, versando un milione di premi».
I fondi del PNRR
Il presidente parla di promozione dell’immagine della FCI, che risulta più dinamica e moderna, con riscontri migliori nei vari partner.
«In più – sottolinea – la gestione di Amadio si può paragonare a uno sponsor. Riuscire a risparmiare risorse ottimizzando la macchina è come aver trovato un nuovo finanziatore. Allo stesso modo, il segretario generale sta lavorando sulle risorse umane, cercando di snellire un organico che tra le varie federazioni rimane sovradimensionato. Quel bilancio preventivo non è stato per caso ed è stato motivato.
«Non siamo un’azienda che deve fare utile, noi dobbiamo fare attività. E anche se abbiamo risorse nostre superiori a 6 milioni di euro, per cui non lavoriamo a debito, l’idea è che a fronte della tanta attività, dovrebbe esserci un superiore sostegno da parte di Sport e Salute, che elargisce i fondi del Coni. Quando ci siamo visti hanno parlato di debito morale nei nostri confronti, ma poi alle parole non sono seguiti i fatti. Speriamo negli 80 milioni del PNRR di cui ha parlato il Governo in relazione agli impianti sportivi. E’ stato imbarazzante dover destinare i soldi che avevamo a Montichiari, non potendo sostenere altri progetti».
Nazionale e Giro d’Italia
E mentre si starebbe aspettando che l’ufficio della Vezzali, sottosegretaria allo sport, sblocchi la pratica per il velodromo di Spresiano, i cui fondi esistono e sono vincolati all’esecuzione dei lavori, Dagnoni racconta anche dell’impegno su fronti meno prevedibili, ma non per questo meno meritevoli di attenzione. Come ad esempio la parte riferita all’impegno con i corridori della Gazprom.
«Prima abbiamo mandato una lettera ferma all’UCI, che però si è trincerata dietro il ricorso al TAS che dal loro punto di vista blocca tutto. E allora abbiamo portato quei ragazzi in nazionale. E’ l’unico strumento che abbiamo a disposizione. Nonostante Reverberi si sia lamentato che così facendo gli azzurri rubano le corse a loro. Per fortuna che nel Consiglio di Lega è stato Mauro Vegni a rispondergli che Caruso al Giro di Sicilia lo avesse chiesto lui».
In questa fase di mele spostate e bilanci da interpretare, probabilmente non resta che attendere anche il prossimo. Se ha ragione l’opposizione, il margine netto sarà ancora inferiore. Se ha ragione il governo in carica, magari sarà superiore. Speriamo che nel frattempo non ne faccia le spese il ciclismo e che anzi continui a rinforzarsi. Contrariamente a certe previsioni, la sensazione di un movimento che va avanti strozzato noi l’abbiamo già da un pezzo. L’avevamo anche prima.