Cristian Salvato ha letto il pezzo di ieri sulle transenne del Belgio e si è ricordato di quando un’idea simile venne anche all’Accpi, che la passò al Cpa . A sua volta l’Associazione mondiale dei corridori se ne fece interprete nelle tante riunioni con l’Uci, inserendo l’argomento transenne nella dettagliata serie di richieste, purtroppo rimaste in parte disattese.
«I belgi sono stati più bravi a farle – dice il presidente del sindacato italiano dei corridori – come quelle di Boplan non le avevo mai viste. Però ricordo che ho fatto vari studi, per capire come siano fatte le transenne negli altri sport di velocità. Francamente trovo assurdo che nel 2021 ancora non ci sia un regolamento tecnico omogeneo per queste protezioni».
Matteo Trentin lo ha scritto su Twitter, parlando dell’iniziativa di Harelbeke e Flanders Classics e rilanciando il nostro servizio: «I primi e finora unici organizzatori a pensare ad un miglioramento per la nostra sicurezza senza che a loro venisse chiesto. Dovrebbe essere sempre così, ma purtroppo la realtà è diversa!».
Ogni corsa ha i suoi standard. Gli organizzatori piuttosto che accogliere la novità, vanno in cerca del difetto. Qualcuno ha tenuto a dire che ad Harelbeke quelle transenne non iniziavano 300 metri prima…
Salvato, cosa fanno negli altri sport?
Il pattinaggio di velocità ha un documento di tre pagine che spiega come vadano fatte transenne e protezioni. Idem lo sci alpino. Da noi si dice solo, appunto, che devono essere inclinate e iniziare 300 metri prima dell’arrivo e finire 100 metri dopo, senza interruzioni.
Le transenne di Boplan assorbono l’urto.
Questa dovrebbe essere la prima caratteristica. Nel pattinaggio usano una sorta di gomma piuma, che però non è immaginabile per il ciclismo, non fosse altro per il numero di camion necessari per il trasporto. E allora mi ero messo a lavorare con Jonny Mole, socio di Pozzato, immaginando una soluzione pneumatica. Ma qualunque sia la ricetta finale, sarebbe necessario un protocollo Uci che costringa gli organizzatori ad adottare lo stesso standard. Quelle del Tour sono le peggiori. Sono fatte a blocchi che ogni tot si interrompono, motivo per cui prima mettevano il poliziotto in piedi sull’arrivo. Poliziotti che facevano foto o provocavano cadute. Non ci può essere uno in piedi sul rettilineo. Così adesso ci mettono un cuscino (foto di apertura, sulla destra di Bennett, ndr), ma le transenne restano quelle di quando correvo io.
In Italia come siamo messi?
In Italia la maggior parte delle situazioni le gestisce Italtelo. Ha transenne verticali alte 1,50 su cui si applicano i pannelli inclinati. L’altezza è giusta, per impedire a qualsiasi tifoso, anche alto, di sporgersi per fare foto e toccare il corridore.
L’Uci cosa risponde?
Per ora nulla. Feci notare che le transenne dei mondiali di Harrogate erano pericolosissime. Basse, alte da terra che sotto poteva passarci chiunque. Per fortuna l’arrivo era in salita e non ci sarebbe mai stata una volatona, ma ugualmente andrebbe previsto un protocollo. Sono tanto precisi per le cose che riguardano i corridori, le borracce e la posizione in sella, ma sul resto sembra quasi che non vogliano vedere.