Argentin, la (sua) dura verità sull’AIR 2023 cancellata

05.10.2023
7 min
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ROMA – La verità di Argentin prende definitivamente forma attorno alle 13,30. Arriva dopo due ore di spiegazioni e ipotesi, nella conferenza stampa che si è svolta nell’Hotel Albergo Senato, affacciato sul Pantheon e un mare di turisti. Ha preso prima la parola l’avvocato Fiorenzo Alessi, che assiste Moreno nella spinosa vicenda della cancellazione della Adriatica Ionica Race a meno di 24 ore dal suo inizio. Poi è toccato al veneziano, che ha parlato con vigore e calore, a tratti ha tradito la commozione, ma non ha mai abbassato lo sguardo. Nella sala, c’erano Gianni Bugno, Silvio Martinello, Renato Di Rocco e Mario Valentini.

Le panetterie di Corropoli avevano raddoppiato la produzione, il Comune aveva organizzato una festa
Le panetterie di Corropoli avevano raddoppiato la produzione, il Comune aveva organizzato una festa

Sparita dai calendari

Quella che leggerete è chiaramente la versione dei fatti di Argentin, ricostruita secondo i suoi presupposti e raccontata con la consapevolezza delle responsabilità che ciò comporta. Il Commissario della Lega e il Presidente Dagnoni avranno diritto alla replica per fare luce su eventuali aspetti mancanti. In ogni caso, quello che abbiamo sentito e letto (sono tante le carte fornite a supporto delle parole) conferma la sensazione di quei giorni: è stata e resta una brutta storia.

«Ho scritto una mail a David Lappartient, presidente dell’UCI – dice Argentin – che mi ha risposto dopo due giorni. Gli chiedevo notizie sulla possibilità che la corsa torni nel 2024 e lui ha risposto che la Adriatica Ionica Race non è fra le corse che la Federazione Ciclistica Italiana e la Lega del Ciclismo Professionistico hanno inviato all’UCI. Certe cose si decidono nelle riunioni del CCP, che però non si è riunito a Glasgow, ma prima. Verrebbe da pensare che la corsa avesse già sopra un bollo rosso. E il membro italiano del CCP è Cordiano Dagnoni».

Il presidente Lappartient ha confermato ad Argentin che la Adriatica Ionica Race non si terrà nel 2024
Il presidente Lappartient ha confermato ad Argentin che la Adriatica Ionica Race non si terrà nel 2024

Scarsa collaborazione

L’avvocato parte raccontando di una mail arrivata proprio oggi a tutti gli associati della Lega. Non si tratta di una coincidenza: la data e l’orario della conferenza stampa erano noti da tempo. Vi si legge una ricostruzione preventiva dei fatti, quasi a voler tenere il punto in attesa di ascoltare le parole di Argentin, diffuse anche in streaming.

Malgrado quello che si dice nella lettera, l’avvocato Alessi racconta che nei giorni che hanno condotto alla cancellazione della gara non ha visto da parte della Lega alcuna collaborazione, mentre asserisce che dal suo punto di vista prende piede la sensazione che si sia voluto stroncare la manifestazione. Nel raccontare quelle ore convulse, racconta di aver avuto a che fare sempre con Marcel Vulpis, incaricato dalla Lega di verificare che la ASD Sportunion rispettasse tutti gli adempimenti.

La prima ricostruzione è venuta dall’avvocato, a seguire ha preso la parola Argentin
La prima ricostruzione è venuta dall’avvocato, a seguire ha preso la parola Argentin

La scorta tecnica

Uno dei motivi per cui la corsa non avrebbe potuto disputarsi era l’assenza della Scorta Tecnica. Non essendo stata pagata per il 2022, la Polizia non sarebbe stata presente. L’avvocato spiega che la richiesta del Commissario Eugenio Amorosa voleva la regolarizzazione del pregresso e la stipula di una garanzia assicurativa prima della partenza. L’assenza di Argentin nel giorno di Corropoli sarebbe stata dovuta proprio all’attesa della documentazione da parte di Generali, arrivata proprio il 21 settembre. Il pagamento delle spettanze 2022 della Scorta tecnica, stando alle carte fornite, è stato effettuato il 18 settembre.

«Moreno Argentin – dice l’avvocato Alessi – ha pagato nei tempi previsti. Nelle telefonate della tarda serata del 20 settembre, il dottor Vulpis diceva di voler salvare la corsa. Viene richiesto che Argentin si impegni a garantire in prima persona la copertura dei costi. Abbiamo redatto un comunicato, che è stato dettato dallo stesso Vulpis e poi condiviso da me, perché la manifestazione si svolgesse. Ci hanno sollecitato la sua diffusione. Perché perdere tempo a farlo e richiedere che venisse pubblicato, se l’annullamento della gara porta la data del 20 settembre alle 19?».

Questa la polizza delle Generali stipulata a tutela della scorta della Polizia Stradale
Questa la polizza delle Generali stipulata a tutela della scorta della Polizia Stradale

La sicurezza

Un altro dei motivi indicato dalla Lega come “criticità” è la mancanza delle condizioni di sicurezza, emerse da un incontro che si sarebbe tenuto alla Prefettura de L’Aquila (confermato ad Argentin dalla Capo Scorta della Polizia, convocata per l’occasione) su richiesta della Lega: in presenza del Commissario e di Vulpis, ma non di Argentin.

«Non si è mai visto – dice l’avvocato – che due alti dirigenti si mettano in macchina e vadano in Prefettura a discutere di un tema così importante senza neppure avvisare l’organizzatore. Noi nel frattempo eravamo alle prese con il comunicato e la richiesta di farne uscire un altro in cui si comunicava alle squadre che la corsa si sarebbe fatta, per arginare la loro voglia di tornare a casa. Invece lo stesso Vulpis ci ha impedito di farlo, dicendo di non procedere con iniziative differenti da quelle concordate».

Martinello, presente a Corropoli, ha lodato la gestione dell’emergenza da parte dello staff di Argentin
Martinello, presente a Corropoli, ha lodato la gestione dell’emergenza da parte dello staff di Argentin

La Prefettura dell’Aquila

A questo punto, la domanda arriva spontanea: perché mai il commissario della Lega dovrebbe avercela con Argentin, al punto di boicottare la sua corsa?

«Da febbraio 2023 – spiega l’avvocato Alessi – Argentin è stato visto come un dissidente rispetto alla cessione dei diritti televisivi della sua gara e come lui un altro ex corridore veneto. A dicembre avevano dato disponibilità a lasciare che la Lega trattasse a nome loro, ma quando il 28 febbraio Argentin ha visto che non si facevano passi avanti, ha preferito sganciarsi e andare avanti da sé. E’ seguito un contraddittorio fra lui e il Commissario, sfociato in due segnalazioni a censura di Argentin davanti alla Procura Federale. La prima per aver definito Dagnoni “il gran burattinaio”, la seconda per atteggiamenti minacciosi durante un incontro con l’avvocato Di Cintio. La prima è stata archiviata, la seconda è ancora aperta. Moreno non è immune da difetti di intempestività nel suo agire. Si è fidato di persone che dichiaravano di voler tutelare l’attività ciclistica, invece è finita malamente. Per il ciclismo e per lui, che si troverà a fronteggiare le rivendicazioni di chi da questa storia ha avuto dei danni».

A Corropoli i direttori sportivi hanno atteso sino alla fine una decisione sulla corsa
A Corropoli i direttori sportivi hanno atteso sino alla fine una decisione sulla corsa

Pagamenti e ritardi

Argentin ha ascoltato e scalpitato e quando prende la parola, fa fatica a trattenersi. E se l’avvocato ha mostrato con il riscontro delle carte che i pagamenti sono stati fatti e che le condizioni richieste dalla Lega sono state esaudite, Moreno allarga lo spettro del dibattito.

«Non mi sono presentato a Corropoli – dice – perché ero a casa ad aspettare la fideiussione, con la valigia chiusa e l’auto pronta. Nel frattempo qualcuno ha messo in giro la voce che non si sarebbe corso, era stato già tutto deciso? Non avevamo problemi economici, come dimostra la comunicazione del rendiconto gestionale inviata il 25 agosto alla Lega. Non nascondo che nei primi tre anni di questa corsa, Lega e FCI hanno concesso delle proroghe. Ci sono stati ritardi, ma queste sono attività che vivono su fondi pubblici, per cui a garanzia finora era bastata l’erogazione del contributo, nell’attesa che i soldi arrivassero davvero.

«Quest’anno avevamo trovato un equilibrio economico, invece ci hanno tolto la soddisfazione di andare avanti e l’hanno negata ai territori. Mi sento di chiedere scusa a loro, alle persone che ci aspettavano. E mi sento anche di chiedere le dimissioni oltre che del Commissario Di Cintio, anche del presidente Dagnoni. Probabilmente avrà qualcuno che gli suggerisce di stare in disparte perché questo non lo riguarda, invece è lui che ha dato mandato alla Lega».

Bugno, critico a suo tempo su alcuni passaggi della gestione federale, si è detto d’accordo con Argentin
Bugno, critico a suo tempo su alcuni passaggi della gestione federale, si è detto d’accordo con Argentin

Vivo e lucido

Moreno si commuove, neppure dopo le vittorie più belle lo abbiamo visto così scosso. Parla di suo figlio che ha vissuto il tutto con attacchi di panico e di chi ha cancellato la corsa infischiandosene delle conseguenze.

«Forse qualcuno avrà voluto distruggere Argentin – dice – perché continuava a mettere tutto in discussione. Oltre ad avermi cancellato la corsa, ho perso anche la qualifica di associato alla Lega, non esisto più. Questo Commissario doveva riscrivere lo Statuto, non lavorare sull’attività, che invece compete al Consiglio Federale. Il fattore veramente decisivo sono stati i diritti televisivi. Hanno accompagnato alla porta PMG, che tutti noi dobbiamo ringraziare, e hanno venduto il Giro Donne a RCS, scrivendo un bando su misura. A quel punto sono spariti gli articoli sulle sponsorizzazioni irlandesi e le famose 5 domande a Dagnoni. Con altri organizzatori di cui conservo le deleghe e alcuni operatori della comunicazione, avevamo in ballo un pacchetto con 46 giorni di diretta, ma senza il Giro Donne è crollato tutto. La causa civile è stata comunicata alla Federazione e alla Lega, ci sono avvocati che studiano. Volevano che firmassi un contratto in bianco, ma piuttosto dovrebbero uccidermi. Mi hanno solo ferito. Sono vivo e lucido di mente e voglio proprio che lo sappiano».