Vece in Champions League, prove tecniche da big

04.12.2024
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Sono serate impegnative per Miriam Vece. Se non è in pista, è in viaggio per l’Europa, per seguire il circo itinerante della Champions League. L’azzurra è andata sempre in crescendo, fino a conquistare il podio nello sprint della terza delle cinque tappe previste, ad Apeldoorn (NED) battendo in semifinale addirittura la campionessa mondiale Finucane.

Miriam è l’unica italiana presente quest’anno nel circuito invernale voluto dall’Uci, un’esperienza alla quale tiene particolarmente per tutto il carico di crescita che si porta dietro.

Il circuito non ha cambiato le sue caratteristiche: «Ogni sera di gara – racconta la ragazza cremasca – abbiamo un torneo di keirin e uno di sprint, si gareggia di più in base a quanto si va avanti in ognuno di questi due. Io ho visto che col passare delle prove vado sempre meglio e la qualità è altissima perché ci sono dentro tutte le migliori del mondo, dalla Finucane in poi. Vale davvero la pena parteciparvi, non solo per l’aspetto economico pur importante».

Per l’azzurra una grande soddisfazione ad Apeldoorn, nel torneo finirà poi terza (foto Uci)
Per l’azzurra una grande soddisfazione ad Apeldoorn, nel torneo finirà poi terza (foto Uci)
E’ seguita?

Tantissimo, almeno in Gran Bretagna e Olanda dove si svolgono le 5 tappe previste. La formula è molto televisiva, con due gare per sesso e per settore (velocità ed endurance) dove ogni sera si lotta al massimo. Non c’è un copione scritto come molti potrebbero pensare rifacendosi a certe serate all’interno delle 6 Giorni, qui è davvero come un mondiale…

Con questo torneo hai ripreso in mano la bici dopo i mondiali, con quali sensazioni?

Ho ripreso con molta calma, a essere sincera perché con la rincorsa alle Olimpiadi, le gare di Parigi, poi i mondiali, ero arrivata prosciugata. Le vacanze sono state un giro di boa, sapendo che tutto quel che era fatto era alle spalle. Ora si ricomincia pensando a Los Angeles 2028 che è tanto lontana nel tempo, quindi considerando che le qualificazioni inizieranno nel 2027 possiamo andarci piano. Per questo ho vissuto un mese di transizione prima della Champions League, usando la bici solo poche volte.

E la forma?

Vedo che sta pian piano arrivando, che mi trovo meglio ad ogni tappa, è un aspetto importante anche considerando l’avvicinamento agli europei che saranno a febbraio. Quello sarà il primo appuntamento che conta, la prima tappa di un cammino di crescita che terminerà in California.

Il tecnico Ivan Quaranta ha sempre creduto in lei e confida di vederla ancora crescere
Il tecnico Ivan Quaranta ha sempre creduto in lei e confida di vederla ancora crescere
L’anno postolimpico è sempre molto particolare, c’è un certo ricambio in ogni disciplina sportiva. Nel tuo caso quanto cambiano le gerarchie?

Io non credo che ci sia un grande ricambio nella velocità femminile, i nomi sono quelli. La maggior parte delle più forti sono tutte giovani, alcune anche più di me. Io penso che in generale non ci saranno grandi cambiamenti in questo quadriennio rispetto a Parigi. Mi piacerebbe però che in questi quattro anni si affacciasse anche qualche giovane italiana, sarebbe l’ideale per fare esperienza e fargliela fare, trasmetterle quel che so.

Torniamo alla Champions League, un torneo un po’ diverso da quelli titolati anche nella gestione della logistica…

Sì, dobbiamo fare tutto da sole. Io imbarco la bici con la loro compagnia, smontandola e rimontandola tutta da sola. Ma non è un caso particolare, perché anche le mie colleghe fanno così, poi per casi specifici c’è comunque qualcuno dell’organizzazione che può dare una mano nell’assetto del mezzo, ma io per ora me la sono cavata da me… Solo britanniche e olandesi, quando corrono in casa, hanno un supporto meccanico.

Miriam è nel cast della Champions League sin dall’edizione del 2021 (foto Dazn)
Miriam è nel cast della Champions League sin dall’edizione del 2021 (foto Dazn)
Tu quindi hai nozioni meccaniche?

Sì, ho imparato ad Aigle, al centro Uci. Non sono certo diventata un’esperta, ma so dove mettere le mani e questo è già abbastanza, come detto per esigenze specifiche possiamo comunque chiedere un supporto.

Finora il torneo che cosa ti sta dando?

La consapevolezza che in questo contesto ci posso stare. Ribadisco, Parigi è stata una bellissima esperienza ma l’ho messa da parte con tutto il suo carico di storicità per essere la prima italiana che si è qualificata nella velocità. Ora però guardo avanti e voglio di più, quelle di Los Angeles saranno Olimpiadi da affrontare con ambizioni molto diverse.

La lombarda ha mostrato buoni progressi anche nel keirin, ma c’è ancora da lavorare
La lombarda ha mostrato buoni progressi anche nel keirin, ma c’è ancora da lavorare
Per il 2025?

Sarà una stagione come le altre, ci credo poco a un anno con meno motivazioni da parte delle big. Io punto alle gare titolate, spero di essere già convocata per la prima tappa di Nations Cup. Sarà un primo obiettivo, qualcosa per cui allenarsi con uno spirito diverso. Ogni occasione sarà buona per ridurre il gap dalle più forti, anche in questa Champions League in alcuni casi sta accadendo.

A tuo avviso è un gap tecnico o fisico? Quaranta a proposito dei maschi è stato chiaro, privilegiando la seconda opzione…

Nel mio caso è un po’ diverso perché in palestra posso aggiungere ben poco, sono già sui miei standard. Invece dal punto di vista tecnico si può fare molto, sia nello sprint ma soprattutto nel keirin. Comunque non devo avere fretta, ma farmi trovare pronta a inizio 2027.