Il ritorno in pista di Arianna Fidanza: un bronzo che vale tanto

11.09.2025
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Otto anni dopo Arianna Fidanza è tornata a girare su pista, anzi a gareggiare. Negli europei di Erfurt, in Germania, la bergamasca ha conquistato la medaglia di bronzo nel derny (in apertura foto UEC). Un metallo importante per il suo rientro in pista, un’occasione arrivata all’improvviso e che stava per sfumare vista la brutta caduta che l’ha vista coinvolta al Kreiz Breizh

Infatti una settimana prima di prendere l’aereo per la Germania, Arianna Fidanza si è trovata in ospedale con una distorsione del legamento acromio clavicolare della spalla sinistra. 

«Il recupero procede bene – ci racconta la più grande delle due sorelle Fidanza – anche perché sono riuscita a correre su pista. Dopo la finale del derny mi si è infiammata un po’ la spalla a causa dello sforzo. Sono ancora convalescente, infatti salterò le prossime due gare su strada che erano in programma il 13 e il 14 settembre».

Arianna Fidanza pochi giorni prima dell’europeo derny ha riportato un infortunio alla spalla sinistra (foto Instagram)
Arianna Fidanza pochi giorni prima dell’europeo derny ha riportato un infortunio alla spalla sinistra (foto Instagram)

Tutto all’ultimo

La caduta alla Kreiz Breizh del 28 agosto stava per far saltare la spedizione continentale, i giorni successivi sono stati di recupero e riflessione. L’infortunio non era così grave da costringere Arianna Fidanza a un forfait obbligato. Ha avuto il tempo per capire e provare e la decisione di correre comunque è arrivata quasi in extremis

«La dinamica dell’incidente – spiega l’atleta della Laboral Kutxa – è stata banale: eravamo in fuga in tre, con strada bagnata e nell’affrontare una curva la ragazza davanti a me è caduta. Io per evitarla ho frenato, ma appena ho toccato i freni mi è scivolata via la ruota anteriore. Sono andata a terra con il peso tutto sulla spalla. In ospedale mi hanno detto che non c’era nulla di rotto, ma un distaccamento tra la clavicola e l’acromion. Sono rimasta ferma per quattro giorni, nei quali non sapevo se sarei riuscita a correre o meno».

La proposta di tornare a correre su pista è arrivata all’improvviso, due settimane prima dell’europeo di Erfurt (foto UEC)
La proposta di tornare a correre su pista è arrivata all’improvviso, due settimane prima dell’europeo di Erfurt (foto UEC)
Quando lo hai deciso?

Nel momento in cui sono uscita per fare due allenamenti, uno su strada il lunedì e l’altro martedì, in pista. Già nel primo avevo visto che riuscivo a sopportare il dolore, allora il giorno dopo ho provato sul parquet. Come superficie ha meno sollecitazioni, riuscivo a correre. Ho preso la decisione di gareggiare e mercoledì siamo partiti per andare in Germania».

Non l’avvicinamento ideale…

Esatto, arrivavo da uno stop di quattro giorni nei quali non ho fatto nulla. L’ora e mezza che sono riuscita a pedalare su strada non era sufficiente, inoltre non ero riuscita a fare lavori specifici. Qualcosa ho fatto il giorno dopo su pista, ho visto che rispondevo bene ma non sapevo cosa aspettarmi

Il feeling con Christian Dagnoni, il pilota del derny, è stato subito buono (foto UEC)
Il feeling con Christian Dagnoni, il pilota del derny, è stato subito buono (foto UEC)
Dopo otto anni lontana dalla pista lo possiamo definire un buon ritorno?

Sì, devo ringraziare la famiglia Dagnoni perché sono stati loro a chiedermi di correre dimostrando tanta fiducia nei miei mezzi. Ho deciso di accettare questa sfida un po’ perché mi mancava correre in pista e per la sensazione di gareggiare in un contesto del genere. 

Quando è arrivata la proposta?

Due settimane prima dell’europeo. Avevo fatto un paio di allenamenti in pista a dicembre ma non avevo in mente di gareggiare. Però devo ammettere che tornare sul parquet è stato emozionante, mi mancava la sensazione che ti dà la pista. 

Fidanza e Dagnoni hanno impostato una tattica basata su un ritmo costante (foto UEC)
Fidanza e Dagnoni hanno impostato una tattica basata su un ritmo costante (foto UEC)
Com’è stato riprendere il feeling con il derny?

Mentalmente non è stato complicato, sapevo di dover dare il massimo e che mi sarei dovuta fidare del pilota: Christian Dagnoni. La difficoltà maggiore è stata quella tecnica, su strada non avevo mai lavorato per avere una cadenza di pedalata elevata. Sapevo di poter contare sulla resistenza che mi ha dato la strada, inoltre il velodromo era semiaperto e questo aumentava il dispendio energetico in corsa, serviva ancora più resistenza. 

E l’intesa con il pilota?

Christian Dagnoni è stato molto bravo. Il giorno prima di correre abbiamo fatto una prova e l’intesa è stata subito buona. La tattica era di fare una gara a ritmo regolare, votata alla resistenza. Dagnoni ha saputo gestire al meglio il ritmo, mi controllava sempre con la coda dell’occhio.

Podio europeo derny 2025: vince la coppia tedesca Reibner-Mobus, terzi Fidanza-Dagnoni (foto UEC)
Il bronzo europeo è una rivincita importante per Arianna Fidanza, un premio per una stagione difficile (foto UEC)
Ti saresti mai aspettata un risultato del genere?

Appena superate le qualifiche mi sono detta: «Ho fatto un primo passo importante». La finale prevedeva una distanza doppia (30 chilometri rispetto ai 15 chilometri delle qualifiche, ndr). Un fattore che giocava a mio favore. 

Sul podio cosa hai pensato?

Ero felice, sapevo di aver dato tutto. Ci sono dei tasselli mancanti, perché la preparazione non è stata delle migliori visto l’infortunio, però ero contenta. Il bronzo europeo vale tanto, è un premio a una stagione sfortunata nella quale però non ho mai mollato. 

Ora torni in pista?

Domani (mercoledì per chi legge, ndr) per una sessione di allenamento. Ma non ho programmi, mi godo il momento. Poi in futuro chissà…