Quei tandem azzurri che puntano forte al tetto del mondo

11.08.2023
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GLASGOW – C’è perfetto equilibrio. Quelli del tandem sono due atleti che devono spingere insieme, oscillare insieme, crederci insieme. Uno vede e di conseguenza guida. L’altro non vede, per cui si affida e spinge ugualmente forte. Non funziona che più è forte il velocista davanti e più si va forte: se non c’è intesa, non si va lontano. Perciò quando nel velodromo di Glasgow ci troviamo di fronte Stefano Meroni e Francesco Ceci (in apertura, foto SW Pix), la sensazione è quella di avere davanti un equipaggio completo e forte, che si compensa abbattendo le differenze. 

«La coppia con questo ascolano – sorride Meroni, 35 anni di Lurago – si è formata in fretta, quasi in laboratorio, ma sta dando grandi soddisfazioni. Perché funzioni deve scattare la consapevolezza di cosa si sta facendo, perché lo si sta facendo, capire l’importanza e la bellezza di questo sport. A quel punto le gambe si sintonizzano in automatico. L’intesa personale deve diventare intesa fisica. Io devo sentire dai pedali cosa succede, cosa sta per fare Francesco da ogni suo movimento. Nello stesso istante, lui sente come mi muovo io. Bisogna capire, leggersi e imparare a leggere qualsiasi cosa fa il corpo dell’altro».

Ceci e Meroni vanno insieme sul tandem da febbraio: un tempo brevissimo che fa pensare ad ampi margini
Ceci e Meroni vanno insieme sul tandem da febbraio: un tempo brevissimo che fa pensare ad ampi margini

La guida di Ceci

Non esiste una ricetta per dire in quanto tempo nasca questa alchimia così esclusiva. I due azzurri, guidati da Silvano Perusini, lavorano insieme appena da gennaio, per cui se da un lato i risultati cronometrici e la medaglia ottenuti in questi mondiali sono una vera iniezione di fiducia, dall’altro sanno benissimo di dover lavorare ancora molto per l’obiettivo olimpico.

«Queste gare sono proprio convulse – prosegue Meroni – sono nervose e penso che anche Francesco possa confermare che abbiamo fatto tutto quello che lui aveva in mente. Penso di essere riuscito a seguirlo e assecondarlo. Francesco non è bravo, Francesco è il migliore, sono due cose diverse…». 

L’intesa è la chiave di volta del tandem, tra Ceci e Meroni c’è già un’ottima intesa (foto FCI)
L’intesa è la chiave di volta del tandem, tra Ceci e Meroni c’è già un’ottima intesa (foto FCI)

Senza parole

Ceci ascolta e sorride, con l’orgoglio che torna a galla. Le parole di Ivan Quaranta nei giorni scorsi hanno confermato che il suo livello prestativo e la sua esperienza farebbero ancora comodo al gruppo azzurro, ma adesso la sua pista è questa e la rivendica con orgoglio.

«Il primo giorno che siamo entrati in pista – sorride con una punta di ironia – c’erano le gare del team sprint dei ragazzi di Quaranta e Perusini mi ha chiesto quanta voglia avessi di salire anche io in pista con loro. Mi conosce e mi ha capito, ma io ho capito che anche così possiamo avere la nostra occasione. Questi mondiali sono il punto di partenza, ci siamo ritrovati di punto in bianco a imparare tutto da capo.

«Nella prima batteria ho avuto qualche difficoltà di guida. Poi abbiamo fatto qualche modifica tecnica e nelle ultime prove ho visto una sintonia completa. Ci siamo capiti così bene che solo una volta ho dovuto urlare di andare a tutta e non sono neanche certo che mi abbia sentito. Le altre coppie le vedo parlare molto di più».

Francesco Ceci è tornato ad allenarsi a gennaio. Ha vinto il titolo italiano del chilometro e ha sposato il tandem (foto SW Pix)
Francesco Ceci è tornato ad allenarsi a gennaio. Ha vinto il titolo italiano del chilometro e ha sposato il tandem (foto SW Pix)

Due impiegati

Di Ceci abbiamo detto e del suo lavoro come agente di Polizia Penitenziaria, da quando le Fiamme Azzurre lo hanno rimosso dal gruppo sportivo. Di Meroni sappiamo decisamente meno, a parte il buon umore che trasmette col suo sorriso e il suo entusiasmo.

«Sono un funzionario pubblico dei tributi locali – spiega – e fortunatamente grazie ai colleghi e alla turnazione del lavoro ho molto tempo per allenarmi. Quindi riesco a far convivere serenamente le mie due vite parallele. Siamo più o meno nella stessa posizione, anche lavorativa. Siamo due timidi impiegati, che poi vanno in pista e si trasformano…».

Anche Bissolati e Colombo collaborano da soli due mesi e mezzo e hanno preso un argento
Anche Bissolati e Colombo collaborano da soli due mesi e mezzo e hanno preso un argento

Obiettivo Parigi

Infatti Ceci ha già fiutato la preda e punta forte sulla possibilità di arrivare alle Paralimpiadi, coinvolto da Silvano Perusini in questo progetto pista che in pochi giorni ha portato all’Italia un interessante messe di risultati, a partire dalle medaglie di Claudia Cretti.

«Si può solo migliorare – dice – anche considerando che io ho ripreso gli allenamenti a gennaio e ci siamo visti per la prima volta a febbraio. La prima volta abbiamo usato il suo tandem, poi abbiamo cambiato tutto e i materiali nuovi li abbiamo avuti tutti a disposizione proprio qui. Gara dopo gara ci rendiamo conto che l’affinità cresce. Quello che abbiamo fatto qui è il minimo sindacale, non tanto nella velocità, quanto nel chilometro da fermo. Ci siamo resi conto che abbiamo perso nel primo giro i due secondi che ci dividono dalla medaglia d’argento e almeno un secondo e mezzo nel primo mezzo giro. Quindi sappiamo dove lavorare, considerando che invece nell’ultimo giro abbiamo recuperato quasi mezzo secondo sui primi tre tandem».

Nella velocità a squadre, per l’Italia un argento che vale, festeggiato con il presidente Dagnoni (foto FCI)
Nella velocità a squadre, per l’Italia un argento che vale, festeggiato con il presidente Dagnoni (foto FCI)

La medaglia d’argento

Nell’ultima serata di gare, per l’Italia dei tandem è venuto l’argento nella velocità a squadre, in cui le due coppie – femminile (Elena Bissolati e Chiara Colombo) e maschile (gli stessi Ceci e Meroni) – partono insieme e quando le ragazze si spostano, sta agli uomini fare gli ultimi giri e fermare il tempo. Eravamo contrapposti ai britannici e alla fine abbiamo dovuto piegarci.

«Sono molto soddisfatta – ha detto Chiara Colombo, al battesimo mondiale – veramente tantissimo. Non mi aspettavo un risultato come questo in così poco tempo, abbiamo iniziato a lavorare insieme da due mesi e mezzo. Abbiamo lottato per l’oro, non certo una cosa di ripiego. Spero sia stata la prima di tante occasioni, da qui si può solo crescere e magari un giorno anche noi prenderemo quella medaglia d’oro».