Adesso dategli quella birra. Jonathan Milan salta e poco a poco capisce la grandezza del risultato. La maglia iridata è sua, con il record del mondo dell’inseguimento individuale: il trono che era già stato del suo ispiratore Pippo Ganna, cui in mattinata Josh Charlton aveva soffiato il primato. 3’59”153 a 60,212 di media: il prossimo traguardo sarà scendere sotto i 3’59”.
La freddezza di Milan
Villa non sta nella pelle. L’Italia è arrivata a questi mondiali mettendo insieme il meglio rimasto, dopo un’estate che le Olimpiadi hanno reso torrida e le gare su strada hanno quantomeno complicato. Il quartetto dei giovani è deragliato per una caduta. Quello delle donne ha preso il bronzo, ma è arrivato in Danimarca fra influenze e varie stanchezze. Paternoster nell’Omnium ha pagato pegno e anche Viviani finora ha portato la bandiera, ma non è parso incisivo. Milan però è uno di quelli giusti: un gigante baciato dal talento. Uno che quando decide di esserci, non lo fa per presenza e non accetta di buon grado di fare figuracce. Se Milan ha accettato di fare il mondiale nell’inseguimento individuale, non è stato per caso.
«Cominciavano ad essere due – sorride Villa – i record che ci avevano tolto quest’anno. Una bella gioia riprendercelo, bravo a Jonathan per la costanza. Ha sempre avuto davanti un campione come Filippo Ganna e quest’anno voleva sfruttare l’occasione. C’è da dargli merito che oltre al titolo voleva fare il record. La costanza e la forza di questo ragazzo hanno fatto la differenza. Il record di Charlton stamattina lo ha colto mentre era sui rulli e veniva da un atleta giovane che non ci aspettavamo. Lui invece è rimasto impassibile. Ha corso con la sua tabella e siamo riusciti ad andare in finale. E questa sera, con la sua freddezza, è riuscito a fare questa prestazione. Quindi insomma, bravissimo: un vero campione».
Inseguimento a uomo
Lo abbiamo visto arrivare fra gli under 23, poi crescere fino a diventare campione olimpico e professionista. Lo scorso anno di questi tempi, Milan era al Tour of Guangxi a vincere le ultime volata per il Team Bahrain Victorious. Il 2024 è stato l’anno della rivelazione. La Lidl-Trek ha saputo convogliare la sua grande forza, facendone una vera star. Per cui quando stasera racconta la vittoria iridata, la sensazione è di avere davanti sempre il ragazzone di allora, ma con lo spessore ormai consolidato del campione.
«Alla fine è stato bello – dice – ho combattuto. Fin dalle qualifiche ho cercato di dare il 100 per cento, andando contro questi avversari. Alla fine non si può risparmiare niente. Nella finale ho fatto praticamente quasi un copia e incolla. Ho cercato di correre sull’avversario. Sono partito forte, devo dire, più del previsto. Però non potevo rallentare, così ho tenuto l’andatura e ho cercato di andare a tutta fino alla fine».
Record per caso?
Non si è mai vantato di nulla e non lo farà neanche davanti al record del mondo che probabilmente durerà per un po’. Difficile dire quale sarà il futuro della pista azzurra verso Los Angeles. Forse Ganna per allora sarà… solo uno stradista, mentre probabilmente Jonathan ci sarà ancora. Eppure adesso la voglia di tutti è che questi due giganti così diversi vadano a portare la loro legge anche nelle classiche più congeniali. I sessanta di media di stasera dimostrano che Milan ha nelle gambe ben più di quello che immagina.
«Il record è venuto come una conseguenza – dice – quasi in secondo piano, anche se sembra brutto dirlo. E’ chiaro che ce l’avevo in testa e che mi sarebbe piaciuto, ma quando vai in finale non ci pensi. Ti concentri sul battere l’avversario, poi è venuto fuori questo grandissimo risultato e siamo contentissimi. Del resto non si potevano fare strategie, tenersi qualcosa dentro. Contro uno così, dovevo fare del mio meglio. Contro certi corridori non puoi che andare al massimo. Adesso però mi merito un po’ di vacanza e poi vedremo. Una birra sarebbe davvero un bel modo per festeggiare».