Il livello è altissimo, ma a Grenchen si parla italiano

10.02.2023
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Come in un déjà vu, gli azzurri di Villa si ritrovano a festeggiare al centro del Velodromo di Grenchen. L’ultima volta accadde sulla strada dei mondiali di Saint Quentin en Yvelines, quando la nazionale si fermò nel velodromo svizzero per applaudire Ganna e il suo record dei record.

Nella seconda serata dei campionati europei, la scena è pressoché simile, solo che questa volta hanno vinto in tanti. E se per le ragazze del quartetto, che ai mondiali conquistarono l’iride, l’argento è forse un boccone amaro, i quattro inseguitori uomini si prendono l’oro continentale davanti alla Gran Bretagna: non un risultato da poco, specie guardando il crono di 3’47″667.

«Contavano i punti ai fini del ranking – spiega Elisa Balsamo – e quindi prendiamo quello che di buono è giunto da questi europei. Eravamo convinte di riuscire a superare la Gran Bretagna, ma non siamo state brave a sfruttare l’occasione. Bisogna accettare anche le sconfitte e guardiamo avanti».

Consonni ai punti

In precedenza, nel pomeriggio, Simone Consonni si è portato a casa la prima maglia europea. C’è riuscito nella corsa a punti, confermando che la vittoria al Saudi Tour è venuta grazie a una condizione eccellente.

«Sembra strano dire di aver vinto il primo titolo europeo – dice proprio Consonni – perché ho fatto il cammino inverso. Ho cominciato dall’Olimpiade per poi passare al mondiale e adesso ecco gli europei. Ci tenevo veramente a fare questa corsa a punti, era da tanto che chiedevo a Marco (Villa, ndr) di farla. Al Saudi Tour ho fatto vedere che la gamba c’era, anche se dopo l’ultima tappa ho avuto un po’ male di schiena, che non si capisce sia stato dovuto allo sforzo di quella volata. Comunque sono arrivato qua un po’ demotivato, però questo fantastico gruppo mi ha restituito il 100 per cento della mia integrità fisica e mentale. Per questo, vorrei ringraziare tutto lo staff del della nazionale, dal primo all’ultimo.

«Mi viene in mente Ciro – prosegue – il magazziniere. Tornato dal Saudi Tour, sono passato il giorno dopo a fare la borsa nuova con il nuovo vestiario e lui era lì per me. Poi ci sono i massaggiatori che lavorano fino a tardi e tutto lo staff. Era tanto tempo che non facevo una corsa a punti, ero sempre fuori tempo, però ho capito subito di avere la gamba. E quindi mi son detto che non potevo farmela sfuggire. E alla fine è arrivata la maglia».

Il ritorno di Ganna

Ganna è venuto a Grenchen per portare i compagni a Parigi e ha svolto egregiamente il proprio compito. Dopo la conclusione del quartetto, il piemontese girava a bocca chiusa, mentre Manlio Moro appariva stravolto.

«L’ho detto anche ieri – commenta Ganna – che i ragazzi volevano dimostrare che comunque siamo competitivi. Siamo usciti bene dal periodo invernale, sapevamo che qua avremmo trovato l’Inghilterra che era una delle squadre da battere e che è campione del mondo. Abbiamo fatto tutti una corsa a tappe, quindi siamo tornati. Abbiamo avuto giusto il tempo di recuperare e prepararci per l’obiettivo.

«Mi sembra che abbiamo reagito bene – prosegue – abbiamo fatto vedere che siamo sul pezzo. Dobbiamo rifinire magari due o tre cosette, perché forse oggi un po’ di fortuna l’abbiamo avuta con quel cambio un po’ sbagliato. Però ci voleva. Abbiamo concluso bene, portiamo a casa questo bell’oro e questa maglia che mi ripaga comunque degli sforzi e del tanto tempo chiusi in un tondino a far fatica».

Benvenuto  Moro

Prima l’innesto di Jonathan Milan che ci ha fatto vincere le Olimpiadi. Adesso quello di Manlio Moro, che forse è ancora un passo indietro rispetto ai compagni di quartetto, ma sta crescendo alla velocità della luce.

«Volevo ringraziare tutta la squadra – ha detto dopo la vittoria – perché veramente sono stati dei compagni fantastici. Vanno veramente forte e mi hanno aiutato. Hanno cercato di tenermi tranquillo e prima della partenza ci eravamo prefissati una tabella. Siamo riusciti a tenerla, anzi siamo andati più forte e c’è stato un piccolo inconveniente con un cambio. Però siamo riusciti a risolverlo al meglio e ho fatto veramente tanta fatica negli ultimi giri per rimanere incollato.

«Sono contento, qui a Grenchen ero al mio primo europeo tra i grandi e per questo voglio solo dire grazie a tutti i compagni e tutto lo staff per il lavoro che hanno fatto e dai. Speriamo sia il primo di tanti».