Le juniores e poi le grandi: i mondiali chiamano le azzurre

19.08.2025
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I mondiali juniores da domattina e quelli delle grandi dal 16 ottobre: la stagione da tecnico di Diego Bragato entra nel vivo. Stamattina l’allenamento si è svolto dalle 9 alle 10,30 nell’Omnisport di Apeldoorn. L’impianto è una delle mete abituali del circus, che dal 2011 ad oggi vi ha disputato due mondiali e tre europei.

La pista delle azzurre vive la stagione post olimpica con molte delle protagoniste impegnate su strada. Eppure nelle rare occasioni in cui le campionesse olimpiche e mondiali sono spuntate a Montichiari, l’effetto sulle più giovani è stato ogni volta un tornado di emozioni e voglia di fare.

«Quando ci sono fanno la differenza – osserva Bragato – perché comunque per i titoli, per il carisma e per l’esperienza, le più giovani sono ben contente di dividere gli spazi e il lavoro con loro. Si nota quando ci sono, anche se sono venute a spot, organizzandosi fra loro, anche in base ai calendari di ciascuna».

Da quest’anno Diego Bragato è il tecnico della pista donne (foto FCI)
Da quest’anno Diego Bragato è il tecnico della pista donne (foto FCI)
E quando loro non ci sono, sta venendo fuori qualche nuova figura di riferimento?

Si sta consolidando Venturelli, che è giovane ma ormai va considerata tra le big, perché ne ha tutte le potenzialità. Nel gruppo under 23 lei è il riferimento. Con le juniores invece stiamo facendo un bel lavoro di costruzione. Abbiamo un bel vivaio di ragazze sia di secondo che di primo anno. E alla luce dei primi test che ho visto, anche nel 2026 ci sarà un bel gruppo di ragazze su cui vale la pena investire per costruire un futuro importante. Credo che i numeri ci siano e un paio di atlete come Sanarini e Pegolo si stanno dimostrando due figure di riferimento.

Il loro tecnico è Salvoldi, ma anche fra gli juniores uomini si sta lavorando bene…

Anche secondo me stiamo facendo un buon lavoro. Magagnotti è il riferimento e in questi mondiali può dare un segno di maturità e far vedere che può essere il riferimento di questa categoria. Dimostrando di avere i numeri per essere ammesso alla categoria superiore.

A proposito di questo aspetto, c’è la volontà che il travaso avvenga oppure si cerca di non bruciare le tappe?

Io credo che nel maschile si sia creata una filiera abbastanza… densa per poter lavorare senza bruciare le tappe. Perché dietro ai ragazzi più grandi, quelli delle medaglie per intenderci, ci sono già Manlio Moro e tutto il resto del gruppo. Boscaro, Favero, Giaimi e atleti di annate con cui continuiamo a fare risultati a livello internazionale. Quindi c’è il gruppo che ti permette di fare un travaso moderato.

La vittoria nell’inseguimento U23 agli europei ha ridato fiducia a Venturelli, diventata un riferimento
La vittoria nell’inseguimento U23 agli europei ha ridato fiducia a Venturelli, diventata un riferimento
Invece con le ragazze?

E’ un po’ più difficile. Tolte le big e Venturelli, non abbiamo un gruppo molto omogeneo e ricco, quindi dobbiamo richiedere alle giovani di entrare subito in scena, come è successo con la Baima. Dalle juniores l’abbiamo catapultata subito tra le grandi perché c’è stata e c’è ancora la necessità di accelerare un po’ i processi di crescita.

Il gruppo è meno ricco perché di fatto non esiste una categoria U23 delle ragazze?

Esatto. Le nostre ragazze sono forti da juniores, ma quando diventano under 23, vengono già catapultate in gare impegnative. Per cui diventa difficile metterci dentro un calendario della pista e stentiamo, come è successo agli europei di Anadia. Abbiamo fatto fatica a creare un quartetto di under 23 perché c’era il Giro d’Italia, perché fanno mille gare e per me è veramente difficile adesso lavorare con questa fascia di età.

Alla luce di questo, in che modo preparerete il mondiale in Cile dal 16 al 20 ottobre?

Partiamo dal presupposto di aver detto alle ragazze che nell’anno post olimpico non avremmo chiesto grossi impegni, se non appunto il mondiale a fine stagione. In ogni caso sono venute spesso in pista, si sono ritrovate, si sono organizzate tra di loro per esserci anche insieme. Questo mi fa piacere perché vedo un bel gruppo. Per i mondiali inizieremo a lavorare da settembre, con un calendario condiviso e dei lavori mirati. Fino ad ora non l’abbiamo fatto, lasciandole libere ai loro impegni con le squadre, quindi sarà un mondiale preparato nell’ultimo mese e mezzo.

Assorbita la delusione dei Giochi di Parigi, Elisa Balsamo ha intensificato la presenza in pista
Assorbita la delusione dei Giochi di Parigi, Elisa Balsamo ha intensificato la presenza in pista
Ci saranno anche le prime della classe?

Le avremo, non per una preparazione top, ma ci saranno perché il loro apporto mentale sarà prezioso. Sull’aspetto fisico avremo il tempo di lavorarci, però le sto vedendo bene. Sono più serene e le abbiamo scaricate un po’ come volumi di lavoro. Sto vedendo bene Guazzini, Consonni, Fidanza e Alzini. Anche Elisa Balsamo è venuta regolarmente in pista e ci tiene a far parte del gruppo. Se anche non facesse il mondiale, perché ha i suoi impegni su strada, probabilmente la vedremo nelle Coppe del mondo.

In teoria a ottobre a quel punto il grosso della stagione su strada sarà andato…

Fino a un certo punto. Avremo meno di un mese, per lavorare con ragazze che dovranno correre in Cina. Alcune hanno dei raduni per la nuova stagione poco prima del mondiale, altre hanno ancora gare vicino casa, che portano via solo una giornata. Quindi la strada ci sarà ancora, ma per quest’anno va bene così e secondo me arriveremo comunque bene perché stiamo facendo un lavoro sul gruppo.

In che modo?

Stiamo affiatando le ragazze. Abbiamo già iniziato con l’europeo, proseguendo il lavoro già fatto con le Olimpiadi e gli scorsi mondiali. Stiamo parlando tanto con Elisabetta Borgia (la psicologa della nazionale, ndr) perché siano affiatate tra loro e mature per gestire la pressione. Il mio intento è quello di costruire un gruppo solido, non solo fisicamente ma anche mentalmente, per Los Angeles. Affinché arrivino lì pronte a gestire lo stress, la gara, i riscaldamenti, le routine. Passo dopo passo voglio vederle più solide, anche mentalmente.

Agli europei di Anadia, Linda Rapporti ha realizzato il record del mondo dell’inseguimento, poi battuto dalla danese Fiale (foto FCI)
Agli europei di Anadia, Linda Rapporti ha realizzato il record del mondo dell’inseguimento, poi battuto dalla danese Fiale (foto FCI)
Tornando alle juniores: l’obiettivo è la medaglia o la prestazione?

Guardo alla prestazione, anche se si corre sempre per vincere. Voglio vedere i tempi e come corrono, devono imparare a gestire tutti gli aspetti. Sarei contento se migliorassimo qualcosa rispetto agli europei, perché già ero contento dei tempi degli europei.

Quali ad esempio?

Linda Rapporti ha fatto il record del mondo nell’inseguimento individuale e poi ha trovato la danese Ida Fialla che gliel’ha battuto subito. Anche il quartetto è andato forte, ma in finale le inglesi hanno fatto il record del mondo. Finché per batterci devono fare il record del mondo, vuol dire che stiamo bene. La medaglia sarà pure d’argento, però guardo i tempi e sono contento. Qui vorrei vedere uno scalino in più sia come tempo, ma soprattutto nelle prove di gruppo, come maturità e come gestione della gara. Se abbiamo quello, poi abbiamo gli anni per costruire la prestazione.