Dalla Colombia ritorna un Villa fiducioso nel futuro

05.09.2023
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Si può ben dire che il lavoro di Marco Villa non finisce mai. Neanche il tempo di rifiatare dalle fatiche di Glasgow e riflettere su quel che era avvenuto in Scozia, soprattutto in proiezione olimpica, che sono state rifatte le valigie, destinazione Cali e i mondiali juniores su pista. Nuovo contesto, nuovi impegni ma la stessa passione. E un bilancio decisamente più positivo.

Le ragazze hanno portato a casa 3 ori, 2 argenti e 2 bronzi confermandosi la nazionale di riferimento, proseguendo su quell’onda che si era già vista agli europei di Anadia e Villa, dall’alto della sua esperienza, sottolinea proprio come la rassegna continentale sia stata propedeutica per quella iridata, prendendo spunto anche per quel che riguarda le “più grandi”.

«Rispetto alle elite, le junior hanno fatto qualcosa in più – sottolinea Villa – l’appuntamento europeo ci ha dato quei riferimenti tecnici e quella consapevolezza che serviva per la rassegna mondiale. C’era chi aveva già contezza di un simile contesto e chi era all’esordio, ma nel complesso tutte se la sono cavata bene e proprio considerando la categoria, ci tenevo che tutte avessero la loro occasione per gareggiare, cosa che mi ha spinto a mescolare un po’ le carte».

Venturelli e Grassi sul podio della madison, davanti ad Australia e Repubblica Ceka
Venturelli e Grassi sul podio della madison, davanti ad Australia e Repubblica Ceka
Rispetto alle più grandi, queste ragazze come riesci a seguirle?

E’ diverso. Con le elite c’è stato già lo scorso anno che mi ha dato modo di conoscerle, di valutarle, sicuramente siamo più avanti nel lavoro. La categoria junior cambia ogni anno, c’è chi entra e chi esce. Bisogna imparare a conoscerle, valutarne le caratteristiche, è un lavoro difficile. Io prima degli europei ho avuto solo i tricolori per poterle vedere in azione, non avendo ancora Montichiari a disposizione per allestire gare. Ma si gareggiava su una pista in legno e lì cambia tutto.

Come giudichi la trasferta?

Il bilancio è chiaramente positivo. Segue un trend che si era già visto lo scorso anno. In Colombia la qualità delle gare è stata molto alta: nelle prove a squadre chi aveva subito gravi distacchi agli europei ha rinunciato, ma nelle prove di gruppo c’erano davvero tutte le migliori, per questo i risultati ottenuti hanno tanto valore.

Per la Venturelli altra pioggia di medaglie: oro nell’inseguimento e nella madison, argento nel quartetto
Per la Venturelli altra pioggia di medaglie: oro nell’inseguimento e nella madison, argento nel quartetto
Chiaramente, per medaglie ottenute e per il suo ruolo di guida della nazionale, Federica Venturelli è il riferimento assoluto. I risultati ottenuti che cosa dicono?

Federica era con noi già lo scorso anno e proprio misurandola in base a quanto fatto nel 2022, è evidente come sia capace di spostare sempre più in avanti i propri limiti. I suoi miglioramenti sono costanti e questi valgono in prospettiva anche più delle medaglie.

Guardando al futuro che cosa ti aspetti da lei, visto che il prossimo anno passerà di categoria?

Bisogna darle il tempo che è stato dato alle altre. L’anno prossimo cambierà tanto, ad esempio nell’inseguimento individuale passerà da 2 a 3 chilometri e dovrà cambiare impostazione della gara. La Venturelli ha caratteristiche non tanto veloci, per cui ha una partenza accelerata che poi paga nel finale. Sui 3 chilometri potrà partire più controllata e quindi avrà le energie per gestire la seconda parte di gara, ma dovrà abituarsi a questo. Poi cambieranno le avversarie, troverà gente che già da un paio d’anni è nella categoria, senza contare i confronti con le elite.

Anita Baima, vera scoperta della spedizione. Villa l’ha scelta per le prove di gruppo
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Con le ragazze di Cali il lavoro è in prospettiva Los Angeles 2028?

Chiaramente, ma è un lavoro che non deve fermarsi e ad esempio dovranno già confrontarsi con le elite, accumulare esperienze. Le attende un lavoro importante già dal prossimo anno, ma d’altronde è la stessa strada che ha portato in alto i maschi: c’era Viviani che si è trascinato Ganna che si è trascinato Milan e così via…

A Cali ha stupito la Baima, con tre gare di alto profilo…

E’ una primo anno, ma avevo visto subito che corre bene e sa muoversi e devo fare un plauso a chi l’ha avuta fra le mani come allieva. So che Fiorin l’ha fatta crescere insegnandole il mestiere, portando lei e le pari età a fare esperienze, anche al centro Uci di Aigle e i frutti si vedono. Dopo che aveva fatto molto bene nello scratch e nell’eliminazione ho deciso di schierarla nell’omnium per dare un giorno di riposo alla Venturelli in vista della madison (che poi ha vinto con la Grassi, ndr), Anita si è disimpegnata bene anche se era stanca. D’altronde come detto volevo che corressero tutte.

Continua il proficuo lavoro di Quaranta nella velocità: bronzo a squadre con Bertolini, Ratti e Sgaravato
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Dando uno sguardo in generale, che cosa hanno detto questi mondiali geograficamente tanto lontani?

Le gerarchie sono quelle viste agli europei, a me non hanno stupito neanche le tante medaglie dei russi in gara sotto la bandiera dell’Uci. Prima che scoppiasse la guerra sapevamo che stavano costruendo una nazionale molto forte e sono convinto che il loro quartetto under 23 ci avrebbe dato problemi anche per la qualificazione olimpica, sarebbe stato un pretendente in più alle medaglie. La situazione purtroppo è quella che è, ma i talenti continuano a tirarli fuori…