GRAN SAN BERNARDO – Il Giro Ciclistico della Valle d’Aosta riprende dopo due giorni di dolore profondo, nel quale le parole sono state poche. In cima al Colle del Gran San Bernardo vince Jarno Widar, che come fatto ieri da Tadej Pogacar a Hautacam, indica il cielo (in apertura foto Giro della Valle d’Aosta). Si ferma e il massaggiatore del team Hagens Berman Jayco, presente dopo l’arrivo, gli stringe la mano. Al belga della Lotto Development tremano le labbra per il vento freddo e la commozione, poi parla: «Privitera e io abbiamo condiviso la stessa stanza due anni fa mentre eravamo in altura e siamo diventati amici. Era un ragazzo con un grande spirito da combattente. Volevo correre per lui e così ho fatto, questo successo è per Samuele».


Ripartire
Pré-Saint-Didier, sede di partenza della terza tappa, abbraccia il nome di Samuele Privitera e il suo ricordo. La Hagens Berman Jayco ha deciso, anche su richiesta della famiglia, di scendere in strada. Ai mezzi del team australiano si susseguono saluti e abbracci, per dare forza e supporto nel momento più difficile. Rimettere il numero sulla schiena rende ancora più reale il dolore e l’accaduto. La corsa riprende ed è giusto così, non perché si debba dimenticare ma per dare sostegno e ascoltare l’ultima richiesta di una famiglia che ha trovato la forza di non lasciare da soli i ragazzi e lo staff della Hagens.
Ieri la tappa annullata ha messo ognuno dei 125 corridori davanti a tante riflessioni. Le squadre, nel rimanere accanto ai propri ragazzi, si sono date da fare senza farli sentire soli davanti al dolore. C’è chi ha improvvisato una partita a bocce, chi ha pedalato in maniera blanda e chi invece sulla bici ha sfogato la frustrazione nell’aver perso un amico e un compagno di avventura.


Il minuto per Samuele
La tappa inizia alle ore 12,25 con i primi 40 chilometri neutralizzati come scelto ieri tra organizzatori e team. Prima del via, in piazza a Pré-Saint-Didier, si è tenuto un minuto di silenzio in onore di Samuele Privitera. Sullo sfondo del palco alla presentazione delle squadre scorrevano le foto che ritraevano Privitera intento nel fare la cosa che più amava, pedalare. Oggi non è stata fatta una presentazione ufficiale ma gli atleti si sono recati liberamente al foglio firma.
Poi tutti schierati, pronti per il via. I caschi si slacciano, gli occhiali da sole tolti e il silenzio che già regnava diventa ancora più profondo. Si parte, davanti c’è la macchina della giuria, dietro i quattro atleti della Hagens Berman Jayco e alle spalle il gruppo.






Piede a terra
La corsa arriva, ad andatura controllata, al chilometro quaranta, ovvero il punto concordato tra i team e l’organizzazione nel quale il Giro della Valle d’Aosta avrebbe poi ripreso il suo corso. Negli attimi in cui la direzione corsa aspettava di dare l’inizio ufficiale della tappa, accorciata a 81,7 chilometri, dal gruppo arriva Filippo Agostinacchio. Il leader della corsa si è fatto portavoce degli animi e dei sentimenti dei corridori e sembra che non si voglia ripartire. Due minuti concitati nel quale l’organizzazione e la direzione di corsa mantengono il patto mantenuto: si corre. Se qualcuno non dovesse sentirsela rimane libero di fermarsi.
«Ho parlato con tutte le squadre – dice Agostinacchio ancora vestito di giallo sul traguardo – e c’erano tante voci diverse. Omrzel e Tuckwell volevano ritirarsi dopo il tratto neutralizzato, mentre non erano chiare le idee di altri. La decisione di non correre o di fare qualche richiesta diversa all’organizzazione andava presa ieri. L’organizzazione ha lavorato per mettere comunque in piedi il tutto e ripartire. Io ho deciso di farmi portavoce della maggioranza del gruppo, che alla fine ha voluto correre».




La decisione della Hagens
La notizia che la Hagens Berman Jayco sarebbe ripartita è arrivata nel pomeriggio di ieri. I genitori di Samuele Privitera hanno voluto fare al team quest’ultima richiesta.
«Ieri mattina – ci dice Koos Moerenhout, diesse del team – non abbiamo preso parte alla riunione dei diesse perché avevamo deciso di rispettare qualsiasi decisione presa dal gruppo. I diesse avevano trovato l’accordo per ripartire, insieme all’organizzazione, e per noi andava bene così. Dei nostri atleti solo Fergus Browning aveva deciso che si sarebbe fermato dopo i primi 40 chilometri. Degli altri tre corridori rimasti Rafferty e Moreira hanno poi avuto problemi e non hanno terminato la tappa di oggi».
«Capisco che molti ragazzi – conclude – una volta saliti in bici non se la sentissero di proseguire, quando sei di nuovo in strada tante sensazioni cambiano ed è normale avere qualche dubbio o non sentirsela a livello morale. E’ un momento difficile per tutti».
Domani il Giro della Valle d’Aosta ripartirà con Jarno Widar in maglia gialla, con un vantaggio di 1’ 48” su Aaron Dockx della Alpecin Development e di 1’ 53” su Jean-Loup Fayolle della Arkea B&B Continental.