Graziano Beltrami non le manda a dire. Così un po’ per il suo amore verso il ciclismo e un po’ per una questione di principio di cui parlerà semmai più avanti, a un certo punto ha imbracciato l’idea e si è messo a lavorare. Il progetto è quello di creare una squadra di dilettanti pescando fra coloro che non hanno trovato una sistemazione per il 2022. Lui la chiama «la squadra dei brocchi», ma è palese dal modo in cui ne racconta che sia il primo a crederci parecchio.
«Uno viene dalle gran fondo – dice il titolare di Beltrami TSA – mentre uno aveva corso fino agli allievi, poi ha smesso. Quattro mesi fa ha ricominciato fra gli amatori e ha vinto 5-6 corse qui nei dintorni di Reggio. Poi si è fatto un tesserino da U23 e nell’ultima delle corse di stagione, è stato in fuga per 80 chilometri. Il motore c’è, il resto lo vedremo…».
La squadra dei brocchi
La squadra dei… brocchi si chiamerà XPC Beltrami TSA-Cooperatori perché per la gestione amministrativa Beltrami si è rivolto alla Asd Cooperatori, società storica della provincia Reggiana, fra le prime a organizzare una gran fondo che ne portava il nome, seconda solo alla Nove Colli.
«Da quegli anni – racconta Beltrami – hanno un po’ cambiato pelle. Ora sono molto attivi sul settore delle e-Bike e dell’educazione stradale per le scuole, dato che hanno una pista in città dove portano i ragazzi. Alla fine hanno accettato e si sono fatti carico della gestione amministrativa».
E’ così facile fare una squadra?
Di facile non c’è niente. Intanto perché l’idea è venuta per caso. C’è il figlio di un ragazzo che viene in bici con noi, buon crossista, che però non avrebbe avuto squadra per fare strada. Non sapevo quante storie simili avremmo trovato, abbiamo cominciato a tirare il filo e sono saltati fuori 9 corridori. Abbiamo trovato le maglie. Abbiamo trovato un preparatore. Chiesto a Fabbri, che ci farà da nutrizionista, di organizzarci un corso in 4 serate. Abbiamo trovato interesse e siamo andati avanti. Ma facile proprio no, la Cooperatori resta comunque una cooperativa.
Che cosa significa?
Che il budget è quello che è, abbiamo creato un fondo, ma ancora ad esempio non abbiamo le ammiraglie. Per cui ci siamo detti che se proprio non si troveranno, si andrà alle corse con le auto personali. Si può fare un’attività regionale abbastanza piena.
Gli sponsor tecnici vengono tutti dalla tua azienda?
Sì per quanto riguarda i telai Factor e le selle Repente, non per l’abbigliamento che noi non trattiamo e ci verrà fornito da Hicari.
A livello locale hai avuto riscontri?
Il Comitato provinciale ci darà un contributo e anche se sarà minimo, sarà un buon aiuto. Anche a livello regionale si sono espressi favorevolmente. So che in Romagna è nata una società per un solo ragazzo, anche in Toscana di sono segni di risveglio. Ed è un bene, perché alle corse di fine stagione li ho visti partire in cinquanta.
Finisce che la squadra dei brocchi diventerà il vivaio per la continental?
Magari, ma non si può. Nessuno per ora ha punti per salire in una continental. Ma se per sbaglio qualcuno fa risultato e ci riesce, saremo ben lieti di farli provare. Ormai non è facile neppure andare a fare i punti da nessuna parte. C’è gente che è andata in Sicilia pensando di spopolare ed è tornata con le ossa rotte.
Chi correrà nella XPC Beltrami TSA-Cooperatori?
Nomi che ai più diranno poco. Simone Zecchini. Matteo Marzari. Raffaele Veneri. Pietro Zadeo Pedretti. Alessandro Redeghieri. Alessandro Amici. Alberto Rovatti. Marco Marzi.
Come è fatta la maglia?
L’ho disegnata io, è ancora provvisoria, il fondo va rifatto o bianco oppure un giallo più canarino. Il rosso più potente e dietro sulle tasche un disegno che mi stanno facendo. Ma dietro c’è un messaggio ben chiaro, di cui parlerò quando la presenteremo. Quando l’ho fatta vedere alla grafica, ha riso per mezz’ora. Ma secondo me, una maglia così non ce l’ha nessuno, in nessuna categoria e in nessuna Nazione.
La versione provvisoria della maglia l’avete vista in apertura: se l’avesse proposta Joanthan Vaughters ai tempi della Garmin, si sarebbe applaudito al suo genio. E tutto sommato, ci permettiamo di aggiungere, anche un’idea così è merce rara. Si è spinto alla morte perché diventassero tutti continental, salvo approvare un regolamento tutto italiano (che all’estero non esiste) che vieta di far correre nelle continental corridori sprovvisti di punti. Così l’alternativa per i tanti di primo anno che non vengono scelti dalla Bardiani, dalla Eolo e dai procuratori è semplicemente smettere. Viva la squadra dei brocchi allora. Se non per i risultati che otterrà, per il messaggio che porta.