Quinto al Lunigiana e pochi fronzoli. Scopriamo Privitera

10.09.2022
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Ha le idee chiare il ragazzo, bisogna ammetterlo. Samuele Privitera lo abbiamo scoperto al Giro di Lunigiana, chiuso al quinto posto e secondo nella classifica dei giovani. Lo scalatore della Fratelli Giorgi sa quello che vuole e mostra già una discreta maturità, considerando che compirà solo 17 anni il prossimo 4 ottobre.

La sua determinazione, come ci ha spiegato meglio il giovane ligure, è figlia della aridità di ciclismo tipico della sua terra, dove se vuoi emergere devi avere il morso del lupo. Già l’anno scorso da allievo ha girato mezza Italia per formarsi come corridore. E gli sforzi sono stati ripagati con tre vittorie in corse dure e storiche, come la Lugo-San Marino, in cui, scorrendo l’albo d’oro, tanti pro’ sono stati protagonisti. Ora Privitera, al primo anno junior, ha messo nel mirino altri obiettivi a breve e lungo termine.

Privitera secondo nell’arrivo in salita a Piasco davanti al suo compagno Vesco (foto Rodella)
Privitera secondo nell’arrivo in salita a Piasco davanti al suo compagno Vesco (foto Rodella)
Samuele partiamo dalle presentazioni. Raccontaci chi sei?

Vengo da Soldano, un comune di circa 1.000 anime all’inizio della vallata del torrente Verbone tra Ventimiglia e Bordighera. Sono figlio unico e studio al liceo scientifico applicato “Montale” di Bordighera, dove farò la quarta. Grazie a mio nonno, grande appassionato di ciclismo, ho iniziato prima a pedalare che a camminare anche se ho iniziato a correre solo da G3. Da allora fino al 2021 ho sempre corso nella Ciclistica Bordighera. L’anno scorso sono stato notato dal diesse Leone Malaga della Giorgi di Bergamo. Loro quest’anno hanno aperto un’affiliazione in Liguria tesserando oltre a me anche Luca Giaimi, che è di Savona, e Pierluigi Cozzani di La Spezia.

Le tue caratteristiche invece quali sono?

Amo la salita. Più la gara è dura e lunga e meglio vado. Naturalmente sono uno scalatore puro con poco spunto veloce. Mi ispiro a Contador e Basso, li ho sempre ammirati. Tra l’altro Ivan mi sta aiutando in alcune consulenze personali. Non c’entra nulla però la Eolo e il loro settore giovanile. E’ che in questi anni a forza di incontrarci alle corse sono diventato molto amico di Santiago, suo figlio. Forse, perché sono aperto caratterialmente, sono piaciuto ad Ivan e così siamo rimasti in contatto. In qualche scelta mi sono confrontato con lui ma solo per amicizia.

Samuele Privitera insieme al suo diesse Leone Malaga, che rimase colpito dai suoi risultati
Samuele Privitera insieme al suo diesse Leone Malaga, che rimase colpito dai suoi risultati
Com’è essere corridore in Liguria?

Non è facile per nulla a livello giovanile. Infatti principalmente non ringrazierò mai abbastanza i miei genitori per avermi portato alle corse, specie quelle più scomode o lontane per noi. Ci sono pochissime squadre, pochissime gare e in pratica gli sponsor non esistono. Sì è vero, portiamo in giro i loro marchi, ma alla fine non c’è nessuno che investe veramente. Il Bordighera va avanti grazie al presidente Guerrino Lanzo, che praticamente mette tutto di tasca sua. Ormai è rimasto l’unico a fare attività e capite che è difficile poter andare avanti senza investitori esterni. Anche a Guerrino devo dire tanto grazie. Ora alla Giorgi è tutto diverso.

Spiegaci pure.

Sarà che arrivo da formazioni più piccole, sarà che non mi sono mai aspettato nulla di che, ma qua mi sembra di essere in una team WorldTour. A Bergamo non mi manca nulla. In squadra c’è un grande clima. Non ho pressioni, nemmeno dopo il bel piazzamento al Lunigiana. Non ho problemi a lavorare per i compagni, come ad inizio stagione dove mi sono sacrificato molto.

Privitera con la maglia della selezione della Liguria all’ultimo Giro di Lunigiana
Privitera con la maglia della selezione della Liguria all’ultimo Giro di Lunigiana
Di fatto al Lunigiana sei stato una sorpresa. Com’è nato quel risultato?

Era la prima gara a tappe che facevo in vita mia, ma sentivo che ci stavo arrivando in grande condizione. Avevo colto già cinque podi in corse impegnative. Al Lunigiana ho seguito i più forti e notavo che comunque stavo bene a ruota. Ho sempre avuto sensazioni ottime. All’ultima tappa ho provato a forzare il ritmo su Montemarcello e Ortonovo per prendere la maglia bianca. Ma erano salite poco selettive e onestamente non mi aspettavo che Gualdi andasse così forte. Peccato, ma merito a lui. Io comunque sono soddisfatto e ho chiuso in crescita.

Di tuo finora quanto ci hai messo?

Non lo so. Però posso dirvi che ho sempre avuto poche distrazioni e pochi vizi, perché la nostra è una regione particolare. Infatti mi ritengo un ligure anomalo, più socievole, forse perché mio nonno paterno è di Palermo e quindi ho ereditato l’espansività tipica del sud. Al momento mi piace fare la vita del corridore. Sto cercando di investire su me stesso. Spero di diventare corridore, ma se un domani dovessi appendere la bici al chiodo non vorrò avere rimorsi o rimpianti.

Samuele con papà Luigi. Deve tanto ai suoi genitori che lo hanno sempre portato alle corse
Samuele con papà Luigi. Deve tanto ai suoi genitori che lo hanno sempre portato alle corse
Ora che obiettivi hai?

Ne ho uno dietro l’angolo. Domani corro il Memorial Buffoni, che sogno da quando sono un bambino. A Montignoso ho una casa di famiglia in cui ho trascorso tantissime vacanze e ricordo quando ero io che vedevo passare questi giovani corridori e mi entusiasmavano. Ogni anno speravo che un giorno avrei voluto correre questa gara. Adesso ci sono. Ho buona gamba. Posso puntare a fare molto bene. Magari il podio. Magari la vittoria…