Il progetto giovani della Bardiani. Un anno dopo con Rossato…

20.12.2022
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Un anno fa prese vita il “progetto giovani” della Bardiani Csf Faizanè. Un’iniziativa ambiziosa, che in qualche modo equiparava quanto già fanno molte squadre all’estero. Un filo diretto tra il gruppo dei grandi e quello degli under 23.

Mirko Rossato è stato ed è il direttore sportivo di riferimento per questa decina di atleti. E con lui tracciamo un primo bilancio. Quattro vittorie, una buona costanza di rendimento ma soprattutto tanto ottimismo in prospettiva.

I ragazzi di Rossato durante il ritiro presso il Cicalino, in Toscana…
I ragazzi di Rossato durante il ritiro presso il Cicalino, in Toscana…
Mirko è passato un anno da questo progetto giovani: che feedback hai avuto sin qui?

Dico che il progetto è valido, sono ancora più convinto che sia una via da seguire. Nel giro di 2-3 anni i risultati arriveranno, anche se abbiamo già visto corridori di qualità che si stanno esprimendo bene anche nei professionisti. Ripartiamo con una buona squadra, abbiamo avuto degli innesti interessanti come Scott, Magli, Paletti, Scalco e Conforti. Tra l’altro erano corridori che cercavo per le caratteristiche delle gare che andremo ad affrontare.

Parliamo dell’attività: che gare farete?

Cercheremo di fare un’attività ancora di alto livello, soprattutto all’estero. Abbiamo fatto delle richieste per partecipare ai grandi eventi tipo la Liegi-Bastogne-Liegi, il Circuito delle Ardenne… che credo presentino il livello ideale per poter crescere in modo giusto. E’ importante fare delle esperienze con corridori di tutta Europa e non gareggiare esclusivamente in Italia. Anche se comunque le gare in Italia, tutte quelle più importanti, le faremo. E non sono gare da poco.

Cosa ti aspetti dai tuoi ragazzi?

Abbiamo dei corridori come Alessio Martinelli da cui mi aspetto grandi cose. Gli altri, bene o male, sono tutti “ragazzini”, giovanissimi di qualità e piano, piano arriveranno.

La scorsa stagione Martinelli ha vinto tre corse, la prima in Turchia ad Alanya (foto Yucelcakiroglu/Velo Alanya)
La scorsa stagione Martinelli ha vinto tre corse, la prima in Turchia ad Alanya (foto Yucelcakiroglu/Velo Alanya)
Prima Mirko, hai detto: “Ho cercato corridori ideali per le corse che vogliamo fare”. Li hai seguiti direttamente durante il loro percorso tra gli juniores?

Le gare juniores adesso le seguo bene, visto che lavoro con gli under, ma io cerco di guardare qualsiasi corridore interessante. Poi è logico, l’acquisto non dipende da me. Io ne parlo con i Reverberi, che sono i titolari del team, e con loro si vede se si riesce a prenderli oppure no. Ci si confronta. Comunque è interesse nostro prendere quelli che hanno più qualità. Tantopiù per noi che facciamo gare sempre dure o medio-dure, pertanto abbiamo bisogno di gente con specifiche caratteristiche. Gente che vada bene in salita, che è forte sul passo, che è veloce, che attacca…

Chiaro…

E non gente che affronta le corse di rimessa. Sono tutte piccole cose che si guardano al momento di scegliere un atleta. E per questo si cerca di guardarli nell’arco della stagione e non solo in una o due corse. Abbiamo bisogno di corridori che vadano bene in salita, ma non necessariamente di uno scalatore puro, perché non esiste più, ma di gente scaltra, veloce… Perché puoi anche arrivare davanti in salita, ma se poi non hai spunto veloce nel ciclismo di oggi non vinci.

Bello questo discorso: “Voglio questo, perché faccio questo”. Significa che si ha bene in mente l’obiettivo…

Noi abbiamo avuto tante richieste di ragazzini che volevano venire qua. Dovevamo fare delle scelte, anche perché non possiamo prenderne dieci. Quando ne prendiamo 3-4 ogni anno va bene. Anche perché l’obiettivo è quello di creare un gruppo di 10-12 elementi che entro tre anni siano pronti e siano “fatti in casa”. A quel punto di questi atleti sappiamo tutto, conosciamo effettivamente il loro valore. E potremmo sapere se fra quattro anni otterranno risultati… a livello professionistico.

Alessandro Pinarello e Giulio Pellizzari (a destra): due “esperti” del gruppo giovani della Bardiani
Alessandro Pinarello e Giulio Pellizzari (a destra): due “esperti” del gruppo giovani della Bardiani
Quando si parla di giovani, tantopiù in un contesto di squadra, fare i nomi non è super bello, però prima hai citato Martinelli…

Lui è il nome che spunta un po’. Da Martinelli ci si aspettava molto già in questa stagione, anche per il Giro d’Italia under 23, ma ha avuto 3.000 sfortune. Però è maturato. Io ho fiducia in lui. E’ un ragazzo fragilino dal punto di vista fisico, ma con gli anni diventerà più uomo e si ammalerà meno. Al Giro d’Italia under 23 puntava tantissimo.

Poi ebbe quel super crampo divenuto contrattura

E’ arrivato nel momento clou della sua stagione che stava benissimo e con il nono posto all’Appennino l’aveva dimostrato. Era tutto perfetto e proprio lì ci è mancato. Nonostante tutto ha vinto tre corse. Spero farà una bella annata. E non nascondo che comunque Alessio si alternerà con le gare dei pro’, anzi sarà più propenso all’attività con i grandi.

Ma se Martinelli è l’uomo per le corse a tappe, diciamo così, chi è l’uomo per le classiche?

Alessandro Pinarello di per sé sarebbe uomo da classiche. Giulio Pellizzari invece sarebbe più per le corse impegnative, corse a tappe però. C’è poi Alessio Nieri: lui è uno scalatore. E’ un po’ timidino, osa poco. Vorrei facesse un saltino di qualità perché le qualità le ha. E poi ci sono i nuovi italiani e anche Jared Scott, statunitense, e Iker Bonillo, spagnolo. Abbiamo investito molto su di loro.