Samuele Privitera parla con la voce di uno che ha le idee chiare nonostante la giovane età. Il diciannovenne ligure ha chiuso il suo primo anno con la maglia della Hagens Berman, il team continental che dalla passata stagione è entrato nell’orbita della Jayco AlUla, diventandone ora il devo team. La prima annata da under 23 per Privitera ha un duplice significato: innanzitutto è arrivata la consapevolezza che il ciclismo è diventato una cosa seria. Inoltre il ligure ha capito che ogni dettaglio conta e niente può essere lasciato al caso.
In questi giorni che hanno sancito il passaggio dal 2024 al 2025 Privitera era a casa. Un breve periodo di recupero dopo il primo ritiro in Spagna con la Hagens Berman, accanto ai colossi del WorldTour.
«Mi sono e ci siamo allenati bene – ci dice – ad Altea eravamo tutti riuniti in pochi metri: team di sviluppo e WorldTour. Avevo già avuto modo a dicembre del 2023 di partecipare a un ritiro con i professionisti. L’ambiente Jayco è molto bello, si lavora sodo e bene. Tuttavia non si sente la pressione, si rimane sereni e tranquilli».
La crescita
A livello di atteggiamento l’anno appena concluso sembra aver lasciato dentro Samuele Privitera la voglia di far vedere che è pronto a diventare un corridore a tutti gli effetti.
«Il primo ritiro è andato alla grande – continua – la squadra ha optato per fare tanto volume a bassi regimi. Tante ore in bici ma tutti insieme, per pedalare l’uno accanto all’altro e conoscere i nuovi compagni. Per quanto riguarda i miei valori devo dire che sono molto contento, non mi aspettavo di stare così bene fin da subito. Si vede che ho assimilato bene quanto fatto durante il 2024. Il periodo di stacco ha dato i suoi frutti».
Come consideri questo primo anno da under 23?
Ha avuto un po’ di alti e bassi ma è anche giusto che fosse così. Ho capito che bisogna lavorare e avere un atteggiamento serio. Quello che prima era un divertimento ora è un lavoro. La squadra mi permette di vivere con il ciclismo e sento di dover dare qualcosa in cambio. Non che ci sia pressione, ma consapevolezza che le cose vanno fatte in un determinato modo.
Ad esempio?
Ci sono delle persone che lavorano con lo scopo di farci andare in bici e di farlo nel migliore dei modi. Quindi a noi spetta il compito di essere professionali e avere il giusto atteggiamento. Se un giorno piove l’allenamento va fatto comunque, perché i risultati non arrivano senza la dedizione.
Per quanto riguarda la risposta in gara, come giudichi il 2024?
Penso di essere arrivato al massimo della condizione quando ero al Giro Next Gen. Nonostante lo avessi iniziato con un malanno ho tenuto duro ed è arrivato anche un terzo posto nella tappa di Zocca. Poi da lì in avanti ci sono stati degli avvenimenti che mi hanno frenato in alcuni momenti. Cose piccole ma che per un ragazzo di 18 anni non sono facili da gestire.
Tipo?
Avrei dovuto fare uno stage con la Jayco AlUla, ma alla fine hanno deciso di dare questa chance a un altro ragazzo. Non è una cosa che mi ha causato quale danno a livello morale, tuttavia è chiaro che nel mentre è difficile da gestire. Prepari certi appuntamenti e poi cambiano i piani. Succede, si impara a gestire la cosa.
In un anno quanto sei cambiato?
Tanto. Quando ero in forma sono riuscito a ottenere anche dei buoni risultati. Ma la cosa fondamentale penso sia stata l’imparare a gestire le diverse situazioni.
Sei passato da una formazione juniores a un devo team come hai vissuto il tutto?
Bene. Avevo una buona conoscenza dell’inglese e questo mi ha dato una mano. E’ stato un passo importante che consiglio anche ad altri ragazzi, si fanno delle esperienze da corridore vero. Non credo di essere troppo giovane, d’altronde se un ragazzo della mia età vuole mantenersi deve andare a lavorare. Quello che mi è richiesto è l’andare in bici ed essere professionale nel farlo.
A livello atletico quanto sei cresciuto?
Molto, in particolare negli sforzi brevi e nell’esplosività. Sento di avere un motore diverso, con un picco maggiore. I passi più grandi sono arrivati durante questo inverno.
Ora il programma cosa prevede?
A fine gennaio andremo in ritiro in Toscana, con tutta la squadra. Mi piace pensare che un team importante come il nostro venga in Italia ad allenarsi, è un modo per mantenere radicata la nostra tradizione ciclistica. L’esordio alle gare dovrebbe arrivare in Croazia a marzo, poi cercheremo di capire se farò qualche gara con i professionisti. Noi del devo team dovremmo avere degli slot alla Coppi e Bartali. L’obiettivo principale sarà il Giro Next Gen. Vorrei cambiare un po’ il calendario in primavera e saltare le classiche italiane under 23, come Recioto e Belvedere, per andare a correre la Liegi U23 e il Tour de Bretagne. Questa è la richiesta che ho fatto alla squadra, vedremo se saranno d’accordo.
Allora in bocca al lupo e buon anno.
Grazie e buon anno anche a voi!