Giulio Pellizzari, Gentili

Pellizzari-Proietti Gagliardoni: cos’hanno in comune, caro Gentili?

28.11.2025
7 min
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Più che dire cosa accomuni Mattia Proietti Gagliardoni, oggi al Team Franco Ballerini, e Giulio Pellizzari, professionista della Red Bull–Bora, sarebbe meglio dire chi. E questo “chi” è Massimiliano Gentili, l’uomo che li ha seguiti sin da quando erano bambini e hanno iniziato a fare sul serio. Allievi prima, juniores poi… e professionisti adesso. Perché Gentili, in qualche modo, per loro c’è sempre.

Pensate che giusto qualche giorno fa il tecnico umbro era a Livigno in altura con Pellizzari. «Una pratica – racconta Max – quella della vacanza in montagna che portano avanti da qualche anno e che ha sempre dato buoni frutti. Alla fine è un’altura vera e propria… anche se ovviamente la bici non la tocca. Ieri mattina, per esempio, alle 7 siamo usciti a camminare a digiuno: c’erano 23 gradi sotto zero. Serve tanta grinta».

Pellizzari, infatti, scia di fondo, cammina, lavora in palestra e certamente farà i rulli. Ma torniamo all’inizio e a ciò che accomuna i due ragazzi.

Giulio Pellizzari, Gentili
Gentili con il primo “figlioccio”, Giulio Pellizzari…
Giulio Pellizzari, Gentili
Gentili con il primo “figlioccio”, Giulio Pellizzari…
Massimiliano, cosa accomuna questi due atleti, Pellizzari e Proietti Gagliardoni?

Prima che due atleti, sono due ragazzi eccezionali: simpatici, brillanti e anche furbi se vogliamo. Ragazzi che in gruppo sanno starci: non sono musoni e si integrano bene nelle varie situazioni.

Proviamo a fare un confronto caratteriale?

Giulio è più sereno, tranquillo e spensierato rispetto a Mattia, che qualche stato “d’ansia” è un parolone se lo mette. Giulio questo aspetto non lo ha mai avuto, nemmeno prima di diventare pro’. E adesso che sta vedendo di avere certezze e sicurezza nei propri mezzi, ancora meno… se possibile. Mattia invece deve lavorare un po’ di più in tal senso.

E’ plausibile. E’ già un’altra generazione rispetto a Pellizzari e ha più informazioni tecniche, quindi più consapevolezza…

Infatti è proprio questo che volevo dire. Anche se non sembra, sono passati cinque anni da quando si è iniziato a parlare del progetto green della Bardiani, nel quale Giulio era coinvolto. E cinque anni oggi sono tantissimi, cambia tutto. Pellizzari questa fase non l’ha dovuta affrontare, Mattia sì. Mattia è nel pieno di quella generazione che “bisogna per forza arrivare a un devo team” e questo crea stress, uno stress che prima non c’era. Oltre alla pressione per finire in quei team, pensiamo anche a come questi ragazzi devono rapportarsi con la scuola.

Gentili, Proietti Gagliardoni
E qui col secondo, Mattia Proietti Gagliardoni. La storia si ripete
Gentili, Proietti Gagliardoni
E qui col secondo, Mattia Proietti Gagliardoni. La storia si ripete
Cioè?

Cioè che per finirla e non perdere l’occasione di un devo team, quasi tutti passano a una scuola privata. Magari all’estero, in molti Paesi, la scuola finisce un anno prima. E questo è uno stress ulteriore. E loro sanno che quando staccano un biglietto per un devo team, se non sono arrivati, di certo hanno una corsia preferenziale verso il professionismo.

Passiamo invece a un confronto dell’uomo-corridore. Com’era Giulio?

Un punto di forza di Giulio è il suo margine. E questo posso dirlo con certezza visto che lo seguo da quando era allievo. Capendo il suo potenziale, ho cercato sin da subito di tutelare il suo talento. Pellizzari sin qui è cresciuto con carichi molto progressivi e proporzionati al suo fisico. Da junior, per dire, non ha mai fatto più di 115 chilometri. Una sola volta, per curiosità, lasciandolo in libertà, è arrivato a 130.

E Mattia?

Lui si è trovato a fare i conti con un’altra realtà. Una realtà in cui i carichi di lavoro per juniores, ma anche per allievi, sono cresciuti in modo esponenziale. Per questo dico che Mattia, rispetto a Giulio alla sua età, si allena di più. Spero vivamente che possa essere un secondo mio ragazzo che ce la farà, un ragazzo per il quale la mia presenza è stata importante. Però, anche su questo fronte, nonostante i tempi siano cambiati, c’è qualcosa che li accomuna.

Mattia passerà dalla Franco Ballerini, dove era seguito anche da Scinto, alla Movistar Team Academy (foto FB team)
Mattia passerà dalla Franco Ballerini, dove era seguito anche da Scinto, alla Movistar Team Academy (foto FB team)
Cosa?

Che entrambi non sono stati sfruttati troppo sino agli juniores. Anche Mattia, che non ha mai fatto una vera stagione completa. Questo per assurdo, al contrario di quello che molti pensano, gli impediva di fare un lavoro aerobico completo, con determinati carichi d’inverno. La prima stagione completa su strada l’ha fatta quest’anno… e i risultati si sono visti. Insomma è meno sfruttato di quel che si possa pensare. E questo è un vantaggio. Tanto più che lui è un motore a benzina.

Questa ci piace: di solito si sente dire motore diesel. Ci spieghi meglio, così magari iniziamo anche un confronto prettamente tecnico?

Certo, Mattia ha il cuore che va a mille. I suoi battiti schizzano anche a 215 pulsazioni al minuto, cosa che vuol dire tanto e non vuol dire nulla. Ma certo, unitamente alle doti di crossista, questo lo rende uno brillante, magari anche veloce in certe situazioni, come potrebbe essere l’arrivo di un gruppetto in cima a una salita. Senza contare che ha anche imparato a guidare bene la bici. Questo gli ha dato un grande cambio di ritmo. Ora speriamo che con il tempo possa migliorare anche la sua resistenza e la sua durability.

Che corridori sono?

Innanzitutto c’è una differenza di stazza fisica. Giulio è sì uno scalatore, ma in generale è più un corridore moderno e completo: è alto 180 centimetri per 67 chili, è leggero ma non leggerissimo come uno scalatore puro. Ha molte fibre rosse, quindi resistenza, e il suo cuore rispetto a quello di Mattia ha più il contagiri. Si ferma a 190 battiti. Attenzione, giusto per chiarire: il dato del cuore può anche non dire nulla riguardo alla forza e alle prestazioni, serve giusto per far capire le differenze fisiche.

Giulio Pellizzari, Gentili Mattia proietti Gagliardoni
Un rarissimo scatto di Pellizzari (ancora in VF Group-Bardiani) e Proietti Gagliardoni… a ruota di Gentili
Un rarissimo scatto di Pellizzari (ancora in VF Group-Bardiani) e Proietti Gagliardoni… a ruota di Gentili
Certo, danno un’idea precisa della differenza tra diesel e benzina…

Mattia infatti ha fibre muscolari leggermente diverse, più esplosive. Posto che lui, ancora più di Giulio, è in piena trasformazione fisica. Tecnicamente, viste le sue misure di 173 centimetri per 58 chilogrammi, potrebbe essere uno scalatore alla Yates. Ma mi sento di dire che è più un Pidcock. Attenzione, anche qui lo dico per far capire le caratteristiche, non per fare accostamenti di altro genere.

Entrambi sono per la salita però, è così?

Sì, Giulio sin da piccolo aveva valori altissimi e anche Mattia va molto bene. Però, come dicevo, è e sarà importante vedere come reagiranno al miglioramento della resistenza e della durability. Al primo anno da pro’, Pellizzari esprimeva ottimi valori, ma nelle prime gare coi grandi, nei finali, faceva molta fatica a replicare quei numeri. Spetta ora a chi li segue farli migliorare sotto questo aspetto.

Sei stato chiarissimo Massimiliano. Torniamo un po’ sugli aspetti caratteriali, magari attraverso qualche aneddoto o ricordo concreto. Partiamo da Giulio…

Che dire, entrambi sono determinati. Giulio, per esempio, ci rimase molto male quando De Candido non lo convocò in azzurro. Eravamo a una gara e bastò uno sguardo. Mi precedette nella parola e mi disse: «Lo so, non dire niente». Io stavo per dirgli “facciamogli vedere chi sei” e lui vinse la Colli Recanatesi. Qualche tempo dopo, sempre De Candido gli fece fare una selezione, ma su un percorso che chiaramente non era per lui: un piattone attorno a un capannone industriale, in pratica. Lo stesso Rino mi disse: «Il tuo ragazzo non è andato proprio bene». Per tutta risposta, all’Eroica Pellizzari sfiorò il successo. Fu secondo dietro Svrcek.

La speranza di Gentili è vedere anche Mattia arrivare a questi livelli e a questi successi (qui Pellizzari alla Vuelta)
La speranza di Gentili è vedere anche Mattia arrivare a questi livelli e a questi successi (qui Pellizzari alla Vuelta)
E di Proietti Gagliardoni cosa ci dici?

Direi molto simile a Giulio. Quest’anno, sempre all’Eroica, che ha vinto, mi ha detto: «Vedi, neanche Pellizzari l’aveva vinta. Ho dimostrato di poter competere ad alti livelli». Sono due combattenti, due agonisti. Per dire, a Livigno, con Giulio, giocavamo a bowling. Nei primi tiri non era un granché. Allora gli ho detto: «Ma che, ti devo insegnare anche a giocare a bowling?». Dopo tre colpi ha iniziato a fare strike!

Tra di loro si sentono mai?

Si sentono ogni tanto, si fanno i complimenti a vicenda, si seguono sui social. Sanno che io sono il loro punto d’incontro. Poi, alla fine, tutte queste occasioni per stare insieme non le hanno avute. Chi è da una parte e chi dall’altra. Se posso dire una cosa, io avrei un sogno: vederli lottare in breve tempo nei Grandi Giri. E che tutto questo lavoro, questo sogno, come è diventato realtà per Giulio, possa diventarlo anche per Mattia.