Montoli, nessuna chiamata. Il bel sogno finisce qui

22.10.2024
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Si fa presto a dire giovane, però intanto il tempo passa come i chilometri e ti ritrovai ad averne 22 e sentirti vecchio. Se nel mezzo non ci sono stati i risultati che per primo ti aspettavi, allora l’idea di andare avanti perde fascino e ti ritrovi a pensare a una vita senza la bicicletta. E’ stato così che Andrea Montoli, che in vita sua aveva già sconfitto un linfoma, si è ritrovato davanti alla domanda che già di per sé poteva toglierti la voglia di andare avanti: noi ti teniamo, ma tu cosa vuoi fare?

La Biesse-Carrera lo avrebbe tenuto, dopo avergli proposto un bel calendario: migliore di quello dei primi anni. Il diesse Milesi conferma che il ragazzo vale, che ha classe, ma che il passaggio fra gli elite lo ha bloccato.

«Resta con noi e farà gruppo con i compagni – dice il tecnico bergamasco – ma non credo che ci ripenserà. Il suo problema è aver corso davvero poco i primi anni. Ma ormai ha preso la sua decisione ed è quella. Curerà i nostri social e porterà avanti gli studi, perché è bravo. Sapete quante squadre me lo hanno chiesto? Ma ha detto basta e così sarà…».

Nel 2020 Montoli vince il tricolore juniores a Montegrotto, davanti a Germani e Calì (photors.it)
Nel 2020 Montoli vince il tricolore juniores a Montegrotto, davanti a Germani e Calì (photors.it)

Il sogno nel cassetto

Così Montoli si è guardato dentro, ha rimesso nel cassetto i sogni di junior tricolore con otto vittorie nei due anni, e si è rimboccato le maniche. Ha chiesto e ottenuto dalla Biesse-Carrera di occuparsi dei suoi social e intanto, girando le corse con la sua ultima squadra, porterà avanti gli studi in Scienza della Comunicazione. Magari con più impegno, sorride, di quello che riusciva a metterci da atleta.

«Sono tranquillo – dice – deciso dalla scelta che ho fatto. La squadra era disposta anche a tenermi, ma a luglio ho parlato con i miei genitori e le persone con cui ho più confidenza per avere più pareri possibili, anche se poi avrei scelto di testa mia. E alla fine ho deciso così. Il mio principale obiettivo era quello di passare professionista, ma vedendo l’andamento del ciclismo moderno, ho reputato che fare l’elite sarebbe stato poco motivante. Con la Biesse-Carrera avrei fatto un ottimo calendario anche tra i professionisti, ma lì è sempre difficile emergere e si sta andando sempre di più in cerca del super giovane. Non che io non lo sia più, ma per gli standard del ciclismo, iniziano a guardarmi con sufficienza».

D’Amato, Montoli, Arrighetti, Donati e il ds Nicoletti: la Biesse Carrera espugna il Liberazione 2024
D’Amato, Montoli, Arrighetti, Donati e il ds Nicoletti: la Biesse Carrera espugna il Liberazione 2024

Secondo a Caracalla

Il suo ultimo ricordo felice in sella alla bici è probabilmente il secondo posto al Gran Premio Liberazione alle spalle del compagno di squadra Donati, partito alla volta del devo team della Red Bull-Bora. Chissà se le parti invertite avrebbero cambiato qualcosa. Non lo sapremo mai.

«Pur avendo in testa questa scelta – racconta – andavo alle corse cercando sempre di fare una buona prestazione e sperando nella chiamata di qualcuno. Il sogno se ne è andato definitivamente il 20 ottobre, dopo la Veneto Classic. E’ la fine di una carriera e l’inizio di una nuova vita. Non lascio la bici con rabbia, ma consapevole di aver dato al gruppo e al ciclismo qualcosa di me, dei miei atteggiamenti allegri, della mia leggerezza. Sono stati anni belli. La malattia è stata lo spartiacque, ma fortunatamente è andata bene e ho potuto proseguire questa strada. Da junior vincevo, poi sono passato alla Eolo U23 e ho pagato un po’ la carenza di corse nel primo anno, forse anche il fatto che fosse tutto nuovo. Alla fine sono stati anche anni difficili, perché faticavo ad arrivare alla vittoria. L’unica è venuta nel 2022 in una tappa della Vuelta Valencia. Diciamo che quel periodo mi è servito soprattutto per imparare lo spagnolo, con cui ora mi faccio capire. Poi alla Biesse-Carrera mi hanno trattato davvero bene e, pur non vincendo, nelle internazionali sono arrivato spesso davanti».

Nel 2022 Montoli corre da stagista la Coppa Agostoni. Sembrava destinato a passare nel 2024
Nel 2022 Montoli corre da stagista la Coppa Agostoni. Sembrava destinato a passare nel 2024

Il cammino interrotto

Resta il senso di un cammino che si è interrotto, spesso anche per un pizzico di sfortuna. E restano i sogni del ragazzino pescato nel mazzo da Ivan Basso, che nonostante le belle parole del varesino, non hanno avuto un seguito.

«Da più giovane, penso di aver sempre avuto una bella visione di corsa – dice – ma nei professionisti sono riuscito raramente a prendere la fuga buona. Piuttosto provavo, mi riprendevano e appena mi rialzavo o andavo un po’ dietro, andava via quella giusta. A volte mi è capitato di spegnermi nel finale, ma in certe corse sai che ti manca qualcosa. Quando Basso mi ha chiamato, è stato bello. Ho sempre cercato di essere professionale nei suoi confronti, però a quanto pare non sono stato premiato. Quando gli dissi la mia intenzione di passare alla Biesse-Carrera, disse che mi avrebbe seguito, ma ci siamo persi di vista. Comunque ringrazio il ciclismo per avermi fatto crescere come atleta e come persona. E ringrazio anche i miei compagni di squadra e anche gli avversari. Nonostante il finale, il ciclismo resta una parte importante della mia vita».