Matteo Milan: la Lidl-Trek e il confronto (positivo) con i grandi

05.02.2024
5 min
Salva

Abbiamo parlato tanto, in questi giorni, del confronto positivo di cui beneficiano i ragazzi dei devo team o direttamente delle formazioni WorldTour. Pedalare accanto a gente che va forte, e che rappresenta l’elite di questo sport accende qualcosa. Ce lo aveva detto inizialmente Giulio Pellizzari, analizzando la vittoria di Del Toro al Tour Down Under. Sono seguite, alle parole del giovane marchigiano, le frasi di Markel Irizar, responsabile della Lidl-Trek Future Racing.

«I ragazzi – ha detto – crescono tantissimo nel confronto. Soprattutto quando ci alleniamo tipo gara e ne escono con tanta fiducia in più. Un giorno in ritiro, Mads Pedersen ha voluto radunarli e parlarci. Non so cosa abbia detto, ma alla fine del ritiro li abbiamo trovati cresciuti nelle performance e nella consapevolezza».

Matteo Milan (a destra) ha esordito con la maglia della Lidl-Trek alle gare di Maiorca (foto Lidl-Trek)
Matteo Milan (a destra) ha esordito con la maglia della Lidl-Trek alle gare di Maiorca (foto Lidl-Trek)

Pedersen il faro

Quando un corridore come Mads Pedersen prende un’iniziativa del genere, va seguita e approfondita. Allora abbiamo deciso di chiedere a uno di questi giovani cosa vuol dire vivere certe situazioni, e Matteo Milan ha risposto alle nostre domande. 

«In squadra non c’è distinzione – racconta Matteo – vogliono farci sentire parte dello stesso gruppo. Questo vale per tutti team: uomini, donne e under 23. Pedersen è stato uno di quelli che, dal lato dei corridori, ha voluto spingere molto su questo concetto. Ci ha detto che non dobbiamo intimidirci, ma parlare, chiedere e confrontarci. Soprattutto in ritiro, dopo 15 giorni insieme si abbattono un po’ tutte le barriere. Ci ha detto che crede in un gruppo amalgamato, perché in futuro noi potremmo trovarci a tirare per lui. Ma non ha escluso, con grande umiltà, che se un giorno verrà fuori un campione dalla nostra squadra, anche lui potrebbe tirare per noi. E allora è giusto conoscersi e pedalare insieme».

Correre con i pro’ alza il livello e dà una marcia in più quando torni tra gli U23 (foto Lidl-Trek)
Correre con i pro’ alza il livello e dà una marcia in più quando torni tra gli U23 (foto Lidl-Trek)
Come siete usciti dopo questo colloquio?

Motivati, cresciuti, insomma migliorati. Sia nelle performance che nella consapevolezza che il percorso è quello giusto. 

Vi siete confrontati anche su strada con loro?

Sì, io ho sfidato Tao (Geoghegan Hart, ndr) e Skjelmose in salita. Ci siamo sfidati, durante il ritiro, anche se la salita non è esattamente il mio campo. Una simulazione di gara, controllata, ma pur sempre a tutta. E’ uscita una sfida dura, anche perché fatta con gente di un certo calibro. Quando loro aprono il gas si va. Da Tao e Skjelmose mi sono staccato, però mi sono divertito, mi sono gasato, sono anche sensazioni belle da provare a inizio stagione. Provi a starci dietro, vedi che ce la fai…

E loro che ti dicevano?

A tavola Geoghegan Hart mi prendeva un po’ in giro, dicendo che mi aveva visto staccarmi. Però aspetterò il confronto in volata, quello è più il mio campo e posso difendermi meglio (dice con una risata, ndr). Ma mi trovo anche a scherzare e parlare con Consonni o con mio fratello Jonathan. 

Che rapporti hai con lui ora che siete praticamente sotto lo stesso tetto?

Ogni tanto gli chiedevo dei pareri. In ritiro qualche volta bussavo alla sua camera per parlare e fare delle domande. A casa ci vediamo di più, anche se capita di incrociarci per pochi minuti. Jonathan ha guardato le mie gare a Mallorca e mi ha dato dei consigli: posizione, dove spingere o cosa avrei potuto fare. Al di là che sia mio fratello, è sempre bello imparare da chi ne sa. Spesso ci troviamo anche a confrontare i dati delle nostre corse. 

E com’è andato l’esordio in Spagna?

Duro, con tanti corridori di alto livello e in buona condizione. E’ difficile essere competitivi, ma sono soddisfatto di quanto dimostrato, in particolar modo a livello di valori e performance. Era anche giusto che non fossi al top, i miei obiettivi stagionali saranno più avanti.

I ragazzi del devo team devono sentirsi pienamente parte del progetto (foto Lidl-Trek)
I ragazzi del devo team devono sentirsi pienamente parte del progetto (foto Lidl-Trek)
Cosa porti a casa?

Consapevolezza e fiducia. So che se ti confronti con i professionisti quando torni a gareggiare con gli under 23 hai una marcia in più. Non è il risultato che conta ma la crescita. 

E l’ambiente Lidl-Trek come lo trovi?

Bello, stimolante e stancante. Gli allenamenti sono tosti, e si fanno sentire. Però l’ambiente è fantastico, mi sembra tutto nuovo, di vivere una struttura di squadra diversa. Siamo trattati come i pro’, come avrete capito da quello che ho detto prima, facciamo quasi le stesse cose. Mi piace, e sono contento di queste prime esperienze.