Ineos Grenadiers Academy, 2025, allenamento (foto INEOS Grenadiers)

Ineos Grenadiers Academy: talento, tante corse e i piedi per terra

22.12.2025
6 min
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Con un comunicato del 18 dicembre, il Team Ineos Grenadiers ha annunciato la nascita del suo team di sviluppo, su cui ragionava e lavorava da un pezzo. Non un devo team, ma una Racing Academy: in ordine di tempo, la squadra britannica e il Movistar Team sono state le ultime due ad essersene dotate.

Le parole di Geraint Thomas, nuovo direttore tecnico del team, aprono la porta sul passato visionario di British Cycling, la federazione britannica, che aveva scelto una base italiana e aveva affidato i suoi giovani migliori a Maximilian Sciandri.

«Il sistema dell’Academy – ha detto il nuovo direttore tecnico del team – ha avuto un ruolo fondamentale nel plasmare la mia carriera. Mi ha insegnato come essere un professionista: prendermi cura di me stesso, mantenermi in salute, essere organizzato e prepararmi adeguatamente. Tutte queste semplici abitudini e comportamenti mi hanno accompagnato per tutta la carriera».

Thomas, nuovo direttore tecnico del team, è diventato pro' dopo gli anni nella academy di British Cycling (foto INEOS Grenadiers)
Thomas, nuovo direttore tecnico del team, è diventato pro’ dopo gli anni nella academy di British Cycling (foto INEOS Grenadiers)
Thomas, nuovo direttore tecnico del team, è diventato pro' dopo gli anni nella academy di British Cycling (foto INEOS Grenadiers)
Thomas, nuovo direttore tecnico del team, è diventato pro’ dopo gli anni nella academy di British Cycling (foto INEOS Grenadiers)

Un progetto del 2020

Al centro della nuova Racing Academy battono il cuore italiano di Dario Cioni e quello di Simon Swatt. E proprio dal toscano inizia il nostro viaggio nella nuova struttura, composta da 12 atleti, fra cui due italiani: Nicolas Milesi e Davide Frigo.

«La prima volta che ho lavorato sul progetto di una devo – spiega Cioni – era il 2020: c’è voluto un po’ di tempo però alla fine ci siamo arrivati. Siamo giunti alla conclusione che sia una necessità, dopo che negli anni passati il management aveva voluto provare una linea diversa. Avevamo accordi con un team U23 tedesco e con una squadra juniores americana, ora rientra tutto in un progetto di ricerca del talento. Avremo almeno altre due collaborazioni che saranno annunciate prossimamente.

«Il passaggio ideale sarebbe che i corridori così selezionati approdassero alla Academy per poi salire nel WorldTour. Quest’anno siamo partiti da 12, l’ambizione per il 2027 è di salire a 15-16, possibilmente anche di più. E’ anche possibile però che qualcuno arrivi al professionismo da altre squadre, per questo occorre essere anche un po’ elastici. Immaginiamo ad esempio un ragazzo italiano che va ancora a scuola. Possiamo osservare anche il suo sviluppo in una squadra con cui collaboriamo, senza costringerlo a fare un’attività troppo internazionale che lo distolga dallo studio».

Dario Cioni è uno dei responsabili per Ineos del settore crono. Qui ai mondiali 2023 con la bici di Ganna e il meccanico Cornacchione
Dario Cioni è uno dei responsabili per Ineos del settore crono. Qui ai mondiali 2023 con la bici di Ganna e il meccanico Cornacchione
Quali sono i punti saldi dell’Academy?

In questa stagione non avremo un ritiro permanente, ma opereremo sulla base di ritiri durante l’anno. Dal 2027 l’idea è di avere invece una base fissa: il 2026 sarà un anno di studio anche per noi sul modo più efficace di gestire il programma. Avremo un calendario abbastanza intenso di gare, con l’obiettivo di farne circa 45 per ciascun corridore. Magari i quarti anni correranno un po’ di più e i giovani faranno meno. Però per noi la gara è fondamentale per sviluppare un corridore completo ed è quello che ci viene richiesto dal team WorldTour. Vogliamo ragazzi che sappiano leggerla bene e che non si riducano a essere troppo schiavi dei numeri in allenamento.

Ci sarà una struttura tecnica apposita per la Academy?

No, tutta la struttura fa parte della WorldTour. Avremo tutti un coinvolgimento. Io ad esempio continuerò a fare il lavoro sulle cronometro e le cronosquadre, però poi buona parte del tempo sarà dedicata alla gestione della Academy. Poi ci saranno un meccanico e un massaggiatore della WorldTour, che saranno principalmente con noi. Due allenatori che fanno sia WorldTour sia Academy. E fra i direttori sportivi stiamo inserendo anche Simone Antonini per fare un certo numero di gare con l’Academy. Nei ruoli rientra anche il discorso dello scouting, per cui c’è da fare un lavoro abbastanza vasto. In questo primo anno dovremo fare uno sforzo, con l’obiettivo di strutturarci in modo più completo per il 2027.

Con quali criteri sono stati scelti i 12 atleti di quest’anno?

Theodor Storm era già nell’ambito della nostra squadra, l’anno scorso era con la Lotto-Kern-Haus, mentre gli altri sono tutti nuovi arrivi. Volevamo alcuni corridori con più esperienza, per cui sono stati presi Nicolas Milesi, Cameron Rogers e Mattie Dodd. Josh Charlton viene dalla pista, ha poca esperienza su strada, però è uno dei quattro al mondo, assieme a Ganna, Milan e Lambie, che nell’inseguimento è andato sotto i 4 minuti. Voglliamo vedere cosa riusciamo a fare con lui, perché crediamo che abbia un bel potenziale. Anche lui stava cercando nuovi stimoli, visto che le Olimpiadi sono ancora lontane. E poi c’è anche Milkias Maekele, un corridore eritreo di terzo anno, molto interessante.

Davide Frigo, vicentino di 18 anni, è scalatore e fratello di Marco (foto INEOS Grenadiers)
Due gli italiani del team. Davide Frigo, fratello di Marco, vicentino di 18 anni, è uno calatore(foto INEOS Grenadiers)
Davide Frigo, vicentino di 18 anni, è scalatore e fratello di Marco (foto INEOS Grenadiers)
Due gli italiani del team. Davide Frigo, fratello di Marco, vicentino di 18 anni, è uno calatore(foto INEOS Grenadiers)
Partiamo proprio da lui, in che modo individuate il talento? Risultati, test…

Sono stati tutti selezionati per i risultati, poi abbiamo guardato i dati fisiologici e poi c’è stata una serie di colloqui che hanno portato alla decisione definitiva. Dei colloqui ci siamo occupati Simon Watts ed io, a volte insieme e a volte in autonomia. Ad esempio Davide Frigo lo avevo già visto alle gare, poi ci siamo conosciuti, ci ho parlato varie volte e in un secondo momento l’ha sentito anche Simon. Il colloquio, meglio se più di uno, fa capire molto.

Il fatto di lanciare la Academy è dipeso da una presa di coscienza di come va oggi il mercato?

Sicuramente Brailsford ha capito che il ciclismo è cambiato tanto dal 2010 ad oggi. Se guardiamo a che età diventavano professionisti, a che età diventavano competitivi, c’è una grossa differenza. E’ evidente che i migliori talenti non arrivano mai al mercato WorldTour, vengono intercettati prima. O se ci arrivano, ci arrivano con delle cifre astronomiche. In più come Ineos, siamo una squadra britannica e al momento in Gran Bretagna non c’è neppure una continental. Quindi c’era anche la voglia di farne nascere una, che possa essere riferimento per i ragazzi di lì.

I ragazzi sono venuti al primo ritiro con la WorldTour?

Sì, è stato il primo evento ufficiale. Fino ad allora non avevamo fatto niente insieme perché a ottobre ancora erano in definizione alcuni aspetti. Faremo un altro ritiro a dicembre sempre in concomitanza con quello della squadra WorldTour. La prima gara sarà il Tour of Rhodes e siccome è composto da una serie di corse, li porteremo tutti e daremo a ciascuno l’occasione per debuttare. Invece al momento non sono previsti ritiri in altura. Non è escluso che se qualcuno dei più esperti avesse già esperienze in questo senso, possano farlo individualmente. Però al momento, come ho detto, per noi la partecipazione alle gare è fondamentale, quindi privilegiamo questa all’altura. L’obiettivo principale è lo sviluppo del corridore, non vogliamo che diventino schiavi dei numeri.

Nicolas Milesi, 21 anni, viene da due anni nel devo team Arkea (foto INEOS Grenadiers)
Nicolas Milesi, 21 anni, viene da due anni nel devo team Arkea (foto INEOS Grenadiers)
Nicolas Milesi, 21 anni, viene da due anni nel devo team Arkea (foto INEOS Grenadiers)
Nicolas Milesi, 21 anni, viene da due anni nel devo team Arkea (foto INEOS Grenadiers)
Da quali gare sarà composto il calendario?

Faremo tutte gare di classe 2, forse fra quelle in linea ce ne saranno di classe 1, magari già a Rodi. Principalmente corse a tappe, anche se abbiamo mandato la richiesta per Gand-Wevelgem, Liegi, Fleche Ardennaise. Stiamo vedendo di prevedere anche alcune gare internazionali in Italia, anche se forse non riusciremo a farle tutte. Le gare nella WorldTour saranno abbastanza limitate nella prima parte della stagione per consentire il loro sviluppo, mentre nella seconda parte dell’anno ne sono state previste di più e diverse saranno in Italia.

Vi vedremo arrivare con il pullman della WorldTour e il solito spiegamento di mezzi?

E’ tutto in via di definizione, ma il punto di partenza iniziale è quello di non dare un pacchetto completo. Probabilmente useremo il camper per la maggior parte della stagione e il pullman semmai per corse target come il Giro Next Gen o il Tour de l’Avenir, anche se dobbiamo ancora ottenere l’invito. A livello di coaching e alimentazione, avranno un supporto, ma non al livello dei corridori WorldTour. I materiali saranno gli stessi come marchi, ma a un livello leggermente al di sotto. Guadagnarsi lo status di WorldTour con i relativi benefit fa parte dello sviluppo.