Il Giro della Valle d’Aosta? Sempre durissimo

24.05.2023
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Mancano un paio di mesi al via del Giro della Valle d’Aosta, ma ecco che inizia a far capolino il percorso dell’edizione numero 59. Un’edizione nel segno della tradizione e dell’innovazione, come di fatto ci dice il patron Riccardo Moret.

La corsa si terrà dal 12 al 16 luglio e le sue cinque tappe di snoderanno solo in territorio valdostano. In questi giorni al Giro d’Italia, abbiamo incontrato proprio Moret che è al seguito del Giro-E.

«Sono il team manager della squadra di Trenitalia, capitanata da Sacha Modolo. Ma qui di campioni ce ne sono molti – dice – tra questi Damiano Cunego. Con lui si parlava proprio di quando fece secondo da noi nel 2002 e due anni dopo vinse il Giro d’Italia».

Riccardo Moret è il patron del Giro della Valle d’Aosta (foto Aostasera)
Riccardo Moret è il patron del Giro della Valle d’Aosta (foto Aostasera)

Valle d’Aosta al centro

Come dicevamo, il Giro della Valle d’Aosta 2023 si snoderà tutto in Regione e non ci sarà il consueto sconfinamento in Francia, una scelta dettata soprattutto dalla logistica.

«Abbiamo preferito restare in Italia – spiega Moret – in quanto in quegli stessi giorni in Francia c’è il Tour dall’altra parte e la logistica, fra strade e controllo, sarebbe complicata.

«Idem per lo “sconfinamento” in Piemonte: quest’anno le zone a noi più vicine erano concentrate sul Giro. Probabilmente ci andremo il prossimo anno».

Si parte dunque il 12 luglio con la Arvier-Arvier, per proseguire poi con la Courmayeur-Courmayeur (Pré de Pascal). Terza tappa sarà la Saint Vincent-Bionaz (Place Moulin), quarta la Verrayes-Fénis con arrivo a la Clavalité. E infine la classica la Valtournenche-Breuil Cervinia con la doppietta Saint Pantaleon e appunto la scalata di rientro verso Cervinia. 

«In tutto – chiarisce Moret – si sfiorano i 650 chilometri e si superano di poco i 15.000 metri di dislivello.

«Come nascono le nostre tappe? Con una conoscenza capillare del territorio, con la mia passione di andare a scoprire le strade in sella… Anche se ho i capelli bianchi! Le tappe me le studio bene. Facciamo una richiesta ai Comuni, che ormai ci conoscono. Per loro è uno sforzo chiaramente, ma devo dire che da quando c’è la diretta streaming e lavoriamo bene con i social c’è stato un bel riscontro e quindi sono contenti di partecipare».

La Clavalitè, arrivo della terza frazione. Luogo stupendo e salita dura: 10 km, 950 metri di dislivello per una pendenza media del 9.5%
La Clavalitè, arrivo della terza frazione. Luogo stupendo e salita dura: 10 km, 950 metri di dislivello per una pendenza media del 9.5%

Tappe monster

Ciclismo vuol dire territorio, anche se si parla di ciclismo agonistico. Moret non fa altro che rilanciare questo profondo tema, che va dalla passione degli organizzatori della Società Ciclistica Valdostana, agli operatori sul territorio stesso.

«Solitamente – riprende Moret – cerchiamo di proporre un percorso la cui durezza va in crescendo. Quindi all’inizio mettiamo le tappe un po’ meno dure, anche se “meno dure” da noi è relativo. La prima frazione per esempio conta 1.800 metri di dislivello in 80 chilometri. Tra l’altro partiamo da Arvier in ricordo di Maurice Garin, primo vincitore del Tour de France che era nato lì. 

«Sempre in termini di durezza quest’anno per me la tappa regina è la quarta, quella con arrivo a La Clavalité: 170 chilometri e oltre 4.500 metri di dislivello. Su questo traguardo vinse Frankiny nel 2016.

«E anche la seconda è stupenda. Si arriva a Pré de Pascal, in Val Veny, quindi sempre a Courmayeur. Spero proprio sarà una bella giornata. Lì si tocca la maestosità del Monte Bianco con un dito. Senza contare che gli ultimi chilometri sono micidiali e gli ultimi 100 metri potrebbero essere su sterrato. Ma per questo farò un sopralluogo proprio nei giorni post Giro-E».

Lo scorso anno ci fu il dominio della Groupama-Fdj Continental con Martinez e Thompson (foto Courthoud)
Lo scorso anno ci fu il dominio della Groupama-Fdj Continental con Martinez e Thompson (foto Courthoud)

Taglio internazionale

Il Giro della Valle d’Aosta non sconfina ma non intacca il suo appeal internazionale. Al via 130 corridori. Moret spiega che è meglio non esagerare col numero degli atleti, viste le caratteristiche anche planimetriche delle strade aostane. La sicurezza prima di tutto.

«Confermo che per ora ci sono 130 corridori. Magari se ne potrà aggiungere qualcuno, ma di certo non arriveremo a 200. In tutto ci sono 27 squadre, l’80% delle quali sono straniere».

Chi sarà dunque l’erede di Lenny Martinez? Pensate che un italiano non vince dal 2013. L’ultimo fu Davide Villella.