Gianmarco Garofoli ha appena 19 anni, ma è già una “vecchia” gloria. Il marchigiano di Castelfidardo lo abbiamo imparato a conoscere in questa stagione: dal Giro U23 all’Avenir, dal Val d’Aosta agli assaggi di professionismo con la sua (allora) Development Team Dsm.
Già, allora. Garofoli infatti passerà nella fila della neonata Astana Qazaqstan Development Team. A volerlo, e non con poca voglia, è stato Giuseppe Martinelli. Ma forse sarebbe meglio dire che si sono incontrati.
Astana nel destino
«Con Martinelli – racconta Garofoli – ho un buonissimo rapporto. Ci conosciamo sin da quando ero uno juniores tanto che già a quei tempi feci un ritiro con l’Astana a Calpe. Ma poi optai per il Development Team Dsm.
«Questa stagione, la mia prima tra gli under 23, è stato un bell’anno alla fine, però già all’Avenir ho iniziato a pensare di cambiare. C’erano delle distanze culturali tra me e la squadra, se così si può dire. La scuola italiana è molto diversa dalla loro. E così ho chiesto aiuto anche a Martino. Si è presentata l’occasione della loro continental e ne ho approfittato».
Investimento all’estero
Garofoli non rinnega l’anno passato all’estero. Anzi… Soprattutto per chi come lui vuole fare il corridore di alto livello è stato un vero investimento. Al pari di uno studente universitario che fa l’Erasmus. Oggi un’esperienza così è quasi imprescindibile.
«Vero – riprende Garofoli – mi ha fatto bene. Ho imparato l’inglese, ho imparato ad essere più autonomo e in generale a svolgere il mio lavoro da ciclista professionista. Comunque è un bell’ambiente per crescere».
«Sono stato più io che da italiano ho avuto qualche difficoltà. Pensandola in ottica futura, queste incompatibilità potevano emergere più spesso: allenamenti, gare da fare… Tanto che anche loro, in Dsm, alla fine sono stati d’accordo nel cambio di squadra».
Giro e Tour
Martinelli non vede l’ora di lavorare con Garofoli. Martino e i giovani sono un connubio sempre più imprescindibile. Il tecnico bresciano prima di altri ci aveva parlato dell’importanza di avere un vivaio. Di ragazzi da “plasmare”. Di Garofoli Martinelli conosce anche la famiglia e sa bene i valori extra ciclistici del ragazzo. Valori sui quali poter lavorare con una certa serenità.
«A 18 anni – dice Garofoli – scelsi a scatola chiusa la Dsm Development. Vedevo questo team straniero come un’opportunità grandiosa, una motivazione… come di fatto è stata. Firmai per due anni pensando ad un certo periodo di maturazione. Me ne è bastato uno, ne sono convinto».
«Adesso con l’Astana è come tornare un po’ a casa. Un altro ambiente. C’è Mazzoleni con il quale ho lavorato in passato e molti italiani. Farò qualche gara WorldTour. Magari quelle meno importanti e farò con la Development le corse maggiori. E poi ho un sogno. Fare Giro e Tour. E farli bene…
«A me piace correre in un certo modo. Nella tappa che ho vinto a Cervinia (noi c’eravamo, ndr) ho faticato tantissimo nel finale. Mi dicevano: “se fossi partito nell’ultima salita anziché a 70 chilometri dall’arrivo avresti guadagnato di più”. Ma a me non importava. Io volevo dare spettacolo. Per me il ciclismo è anche questo».
E se ci dovesse riuscire anche nei pro’… Una cosa è certa, Martinelli avrà pane per i suoi denti con questo ragazzo, un vero purosangue.