Le Fiumane, gara a tappe per allievi. Un successo ragionato

23.07.2025
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Quella che è andata in scena la scorsa settimana è stata la seconda edizione de Le Fiumane, prova a tappe in Friuli Venezia Giulia che ha messo insieme qualcosa come 156 ragazzini al via. Già, perché parliamo di allievi, impegnati in una corsa a tappe di 4 giorni. Qualcosa di nuovo, che solamente nelle ultime stagioni attraverso l’impegno del Gc Bannia (e di pochissimi altri esempi in giro per l’Italia) ha iniziato a fare capolino nel nostro calendario.

L’approccio con la categoria allievi è sempre stato delicato: andando avanti in un ciclismo in rapida e profonda trasformazione, ci accorgiamo che trattare questa categoria come ancora “esterna” al ciclismo che conta, come qualcosa dove l’aspetto agonistico ha ancora un peso relativo significa essere rimasti ancorati a vecchi schemi e il racconto della genesi di questo evento ne è un po’ la prova.

Alan Olivo, a destra, organizzatore della quattro giorni a tappe alla sua seconda edizione
Alan Olivo, a destra, organizzatore della quattro giorni a tappe alla sua seconda edizione

A raccontarlo è il suo organizzatore Alan Olivo e il cognome richiama subito alla mente quello di suo fratello Bryan, che per qualche giorno ha messo da parte la sua attività ciclistica e si è messo a completa disposizione: «Si è prestato completamente alla nostra causa, addirittura mettendosi alla guida dei mezzi e gestendo lo stand gastronomico. E’ come se fosse stato un tributo al suo passato, è da questa categoria che ha spiccato il volo verso le porte del professionismo».

Che cosa vi ha spinto ad allestire una prova a tappe per gli allievi?

Principalmente sono stati due fattori. Il primo è scaturito dai ricordi di quando Bryan era in questa categoria. Lui ed altri vennero invitati a gareggiare a una corsa a tappe per la categoria in Slovacchia e quell’esperienza è rimasta nel cuore di tutti tanto è vero che ancora oggi ne parlano con nostalgia, lo stesso Bryan la rammenta spesso. E’ stata un’esperienza importante, anche per chi non gareggia più, soprattutto per il confronto con i coetanei stranieri. La seconda, strettamente legata a questa, è che prima Le Fiumane era un’apprezzata prova in linea con molti tratti sterrati, ma il nuovo regolamento federale non consentiva più un tracciato così vario. Avremmo dovuto cambiare e a quel punto tanto valeva farlo completamente.

Le Fiumane era una classica con tanto sterrato. I nuovi regolamenti hanno spinto al cambio (Fotobolgan)
Le Fiumane era una classica con tanto sterrato. I nuovi regolamenti hanno spinto al cambio (Fotobolgan)
Qual è stata la risposta del movimento?

Lo scorso anno, alla sua prima edizione, la gara era già andata bene, quest’anno però è stata eccezionale e lo abbiamo visto già molto prima del suo inizio, in base alle richieste di partecipazione. Con tutto che i team erano composti da 3 a 5 corridori, abbiamo avuto 156 partenti e a tanti team abbiamo dovuto dire no, anche dall’estero perché avevamo il limite di tre formazioni da oltreconfine, con presenza di belgi, austriaci e rumeni.

Una gara a tappe per un allievo è qualcosa d’inconsueto. I ragazzi come hanno assorbito gli sforzi ripetuti?

Beh, alla domenica coloro che sono arrivati al traguardo erano invero molto stanchi. Dalle squadre abbiamo avuto però molti segnali positivi, i diesse erano molto contenti anche del comportamento generale dei ragazzi e degli effetti che questa manifestazione ha avuto nella gestione dei team. Tanto è vero che molti del secondo anno dicevano che sarebbero voluti rimanere nella categoria per affrontarla un’altra volta nel 2026, sulla base dell’esperienza acquisita.

La gestione della corsa a tappe ha evidenziato la crescita anche tattica di molti ragazzi (Fotobolgan)
La gestione della corsa a tappe ha evidenziato la crescita anche tattica di molti ragazzi (Fotobolgan)
A tal proposito, guardando da fuori che impressione ti sei fatto della gestione di corsa dei ragazzi?

Diciamo che da una parte erano ancora prove per allievi, dove si corre ognun per sé e con team così ristretti nei numeri effettivi è anche normale. Ma dall’altra ho anche notato qualcosa che nelle normali corse di categoria non vedi, ad esempio il compagno di squadra che si sacrifica per il capoclassifica nell’ultima tappa, tirandolo. La tappa finale, che aveva alcuni tratti di sterrato e alcune salite, a un certo punto sembrava più una prova per juniores, con gruppetti che andavano ricomponendosi e poi la corsa che riesplodeva. La gestione tattica era diversa dal solito.

Tu hai esperienza nell’ambiente anche attraverso Bryan. Rispetto ad allora, trovi gli allievi cambiati, generalmente parlando?

Molto. Tecnicamente potrei dire che i ragazzi di ieri sono quelli di oggi, anche con la loro inesperienza, ad esempio il primo giorno si è registrata una maxicaduta che ci ha costretto a un a neutralizzazione della corsa per oltre un’ora e mezza. Fisicamente e come velocità sostenute invece non c’è paragone, è davvero un altro ciclismo, si vede che sono ragazzi che sono già in rampa di lancio, veri esponenti di questo ciclismo che guarda sempre più ai giovanissimi e lo dico non senza un po’ di rammarico perché vedo che già a quell’età c’è troppa pressione.

Andrea Endrizzi, tricolore esordienti 2022-23 e vincitore della prima tappa, sulla quale ha costruito il successo finale (Fotobolgan)
Andrea Endrizzi, tricolore esordienti 2022-23 e vincitore della prima tappa, sulla quale ha costruito il successo finale (Fotobolgan)
Una volta si diceva che a quel livello di età bisogna preservare la parte ludica dell’attività. E’ ancora così?

Purtroppo devo dire che è un buon proposito che ormai rimane sulla carta. Come dicevo i ragazzi sentono già la pressione, il fatto di passare di categoria, di mettersi in mostra, di convincere qualche dirigente a portarli nel proprio team sulla base dei risultati e quindi c’è una corsa sfrenata alla vittoria. Vedi ragazzi con tute col ghiaccio e altri ritrovati di ultima generazione che per me sono esagerati a quell’età. Se vogliamo davvero cercare il talento dobbiamo anche dargli il tempo di emergere, in maniera chiara e semplice…

C’erano procuratori in giro?

Io ero molto impegnato nell’organizzazione, ma sinceramente non ne ho visti e sono contento di questo. Non ce l’ho con loro, fanno il loro lavoro e sono necessari, ma resto dell’idea che gli allievi debbano ancora vivere in maniera più protetta. Bryan a quell’età faceva 8.000 chilometri l’anno, oggi come minimo un allievo ne fa il doppio, secondo me si sta esagerando.

Insieme alla corsa a tappe c’è stato spazio per esordienti, gravel e prove per tandem e handbike (Fotobolgan)
Insieme alla corsa a tappe c’è stato spazio per esordienti, gravel e prove per tandem e handbike (Fotobolgan)

Le Fiumane è già pronta a tornare nel 2026 riproponendo anche quella formula che, attraverso prove per esordienti, per gravel e per atleti paralimpici ha offerto un vero festival ciclistico a 360 gradi. Per la cronaca la classifica alla fine ha premiato Andrea Endrizzi, già due volte campione italiano esordienti e che aveva vinto una tappa anche lo scorso anno.