Un primo assaggio da U23 lo ha fatto quarantotto ore fa nel trevigiano a San Biagio di Callalta per conoscere la Solme-Olmo, sua prossima formazione. Cristian Fantini lascia gli juniores per saltare nella nuova categoria portandosi in dote le medaglie d’oro europea e mondiale nell’inseguimento a squadre.
I due titoli internazionali dell’estate si sono aggiunti alle due affermazioni su strada ottenute in primavera con la maglia del Pedale Casalese Armofer. Il diciottenne reggiano si è attirato le attenzioni di tanti osservatori senza avere gli stessi riflettori sotto cui erano finiti altri suoi colleghi. E probabilmente è stato un bene per Fantini perché ha potuto correre con meno pressioni, anche se comunque una proposta importante per il 2025 era arrivata dai “vicini di casa” di Cavriago. Infatti la VF Group Bardiani CSF Faizanè lo avrebbe voluto far passare pro’ integrandolo al suo gruppo dei giovani, però alla fine non se n’è fatto nulla. Un’operazione solo rimandata che solo il tempo dirà e che tuttavia lo stesso Cristian dovrà guadagnarsi attraverso la Solme-Olmo.
Il suo compagno
Il nome di Fantini è sempre stato uno di quelli da seguire fin dagli esordienti. Almeno un sigillo a stagione lo ha sempre piazzato e quest’anno ha fatto un grande step in avanti. Assieme a Magagnotti, Costa, Sporzon e Stella ha conquistato l’europeo a Cottbus e il mondiale a Luoyang col quartetto facendo fermare il cronometro, proprio nel velodromo cinese, a 3’51”199 per uno straordinario record del mondo. Il suo compagno Stella, il più duttile in pista, dopo quel trionfo ha speso parole gratificanti nei suoi confronti.
«Posso dire che Cristian è stata la nostra sorpresa. A inizio stagione so che c’era qualche dubbio sui suoi requisiti. Era meno performante degli altri, ma il cittì Salvoldi ha continuato a crederci e lui è venuto fuori al momento giusto. O lui o Magagnotti erano quelli deputati a chiudere le nostre prove».
Il suo mentore
Se il cittì azzurro ha continuato a crederci lo deve anche ai riscontri avuti da Luca Colombo, diesse di Fantini. L’ex iridato della cronosquadre ha instaurato un rapporto sincero e profondo con i suoi atleti, specialmente se questi pensavano di aver già dimostrato qualcosa oppure non si applicavano al meglio delle loro potenzialità.
«Con Cristian – spiega Colombo – ammetto che non sono stato tenero a volte, ma l’ho sempre fatto per il suo bene. L’ho sempre reputato un corridore con ampi margini di crescita e ho sempre creduto in lui, tant’è che lo seguivo da tanti anni. Fisicamente c’è, però deve maturare ancora come atleta e come persona. Come è giusto che facciano con pazienza quelli della sua età. Personalmente per il 2025 non lo ritenevo ancora pronto per il salto tra i pro’ (curiosamente sarebbe stato il secondo reggiano della VF Group dopo Biagini, altro ex juniores del Pedale Casalese, ndr). Credo che nella Solme-Olmo troverà l’ambiente e le persone giuste per crescere in modo più graduale. Poi ovvio che spero di vederlo passare nel giro di poco».
Parola a Cristian
Nei due anni al Pedale Casalese, Fantini ha imparato a correre grazie a Colombo, soprattutto in proiezione futura. Gliene è riconoscente e guarda avanti senza rimpianti.
«Il contatto con la VF Group – racconta Fantini – c’è stato a cavallo dell’europeo in pista. Ovviamente ero contento e mi ha fatto piacere, anche perché conosco abbastanza bene la famiglia Reverberi da tempo, dato che abitiamo vicini. Non si è concretizzato nulla e non so se sarebbe stata la scelta più giusta per me. Alla fine riflettendoci bene, sono d’accordo con Luca. E’ meglio essere andato con la Solme-Olmo e guardo volentieri a quello che dovrò fare con loro nel 2025.
«So che cambierà l’ambiente, sarà un’esperienza nuova in tutto. Abbiamo già fatto il primo incontro e sono sereno. Anzi sono curioso di sapere cosa mi aspetta. Al momento non sono troppo spaventato, perché so che se si fanno i lavori fatti bene, non devi temere nulla. Ecco, forse al momento ho solo il timore di come starò in gruppo durante le gare. Anche quello comunque sarà un modo per crescere, che è l’obiettivo primario».
Il biennio juniores
Le due stagioni da juniores con tre successi complessivi sono già storia per Fantini. Le rivive in velocità come quando si lancia in volata o in pista.
«Abbiamo sempre lavorato il giusto – prosegue Cristian – ovvero poco rispetto a certi altri juniores per non bruciare le tappe. Mi sono sempre fidato di Luca, fra di noi c’è un bel rapporto, anche di amicizia, non solo atleta-diesse. Già l’anno scorso avrei dovuto fare la pista, ma lui mi diceva che erano carichi di lavoro pesanti che io in quel momento non avrei saputo gestire. Aveva ragione.
«Ho fatto il 2023 di ambientamento alla categoria. Ho aiutato la squadra e spesso mi sono trovato a lavorare per Omati, però quando potevo avere un po’ di spazio mi sono giocato le mie carte. E una vittoria l’ho centrata. Quest’anno invece sono partito molto bene con due vittorie in quindici giorni poi ho calato l’attività su strada per curare la pista. Con i miei compagni di nazionale inizialmente non ci aspettavamo di vincere, ma sapevamo che stavamo andando forte. Agli europei in Germania abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi e di quelli degli avversari. Siamo andati al mondiale convinti di vincere e di poter realizzare il record. E così è stato».
Allenamenti in vallata
Fantini si ispira a Van Aert ed abita in una porzione della provincia di Reggio Emilia perfetta per la bici e per inseguire i propri sogni. Dalla sua Ciano d’Enza (dove nel 2021 passò la quarta tappa del Giro d’Italia) la strada inizia ad inerpicarsi verso le colline e il più alto Appennino. Quelle strade sono state la palestra d’allenamento di Malori, che abita dall’altra parte del fiume. A Castelnuovo ne’ Monti, circa 30 chilometri da casa, ci sarà un arrivo della Corsa Rosa di quest’anno e Cristian sicuramente non mancherà all’appuntamento. Intanto sa su cosa vuole migliorare.
«Attorno a casa mia – conclude – ci sono belle strade e tanti percorsi per qualsiasi tipo di allenamento. La settimana scorsa sfruttando il sole e gli ultimi caldi, ho fatto anche tre ore e mezza con alcune salite. Sono un passista-veloce e sugli strappi sono sempre andato forte, ma è proprio su salite un più lunghe che io voglio crescere. So che ne dovrò fare tanta senza esagerare se vorrò completarmi come corridore».