General Store-Essegibi-F.lli Curia, Trofeo Laigueglia 2025

Le continental si reinventano: l’esperienza della General Store

24.12.2025
5 min
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Il ciclismo sta riscrivendo le sue regole, o per meglio dire il percorso intrapreso dal ciclismo sta riscrivendo le regole di questo sport e degli attori che lo vivono e interpretano. Abbiamo visto diversi aspetti, partendo dall’evoluzione italiana a quella data dalla continua ricerca dei talenti. Tutte situazioni che in qualche modo costringono tutti a prendere delle decisioni e a cambiare strada. Tra tutte le realtà quelle maggiormente coinvolte sembrano essere le continental, un tempo terreno di approdo dei giovani talenti e che ora invece devono ricalibrare tutto. I devo team portano via le risorse migliori e per restare in piedi serve trovare nuovo equilibrio. 

General Store-Essegibi-F.lli Curia, Giro d'Abruzzo 2025
Il maggior numero di gare professionistiche a livello nazionale ha permesso alle continental di confrontarsi con squadre di maggior spessore
General Store-Essegibi-F.lli Curia, Giro d'Abruzzo 2025
Il maggior numero di gare professionistiche a livello nazionale ha permesso alle continental di confrontarsi con squadre di maggior spessore

Come i pro’

La General Store-Essegibi-F.lli Curia è una delle squadre che nel tempo si è adattata e ha cambiato pelle. Dopo un anno di esperienza nella continental bresciana, e tanti altri con la Rime Drali, Daniele Calosso sembra aver trovato una via da percorrere

Le vacanze di Natale sono un modo per staccare e godersi le feste in famiglia, un respiro tra il primo ritiro di stagione e il secondo che arriverà a gennaio. 

«Quest’anno abbiamo deciso di fare un blocco di lavoro unico a gennaio – spiega Calosso – per avere i ragazzi pronti e in modo di lavorare tutti insieme. Siamo stati, e torneremo, a Benidorm in un hotel nuovo che ha trovato nel ciclismo un mercato florido per occupare la stagione invernale. In Spagna tante strutture stanno facendo così. Il nostro team manager è stato da loro a settembre e ha detto di quali servizi avremmo avuto bisogno e loro ce li hanno fatti trovare: bike room, postazioni per il lavaggio e tanto altro».

Per la General Store le gare internazionali under 23 e quelle nazionali sono utili per far crescere i giovani
Per la General Store le gare internazionali under 23 e quelle nazionali sono utili per far crescere i giovani
La stagione quando parte?

A metà febbraio con la Coppa San Geo, poi andremo in Sardegna a fare una delle prime gare che la Lega Ciclismo Professionistico ha inserito a calendario. Il lavoro fatto è davvero incredibile e utile per realtà come la nostra. Avremo modo, come continental, di aumentare le corse di livello professionistico alle quali partecipare, questo si traduce in un impegno diverso e una possibilità in più per i nostri ragazzi. 

Che fine faranno le gare nazionali?

Ne faremo meno, una quindicina direi e saranno utili per i corridori più giovani. Così da fare esperienza e correre con continuità. A mio avviso una continental ora è chiamata a fare questo, diversificare. La direzione deve essere quella dell’inizio e poi mai concretizzata di portare i ragazzi a fare esperienze di alto livello e farli crescere. 

Dennis Lock, General Store-Essegibi-Fratelli Curia (Photors.it)
Gli elite, in foto Dennis Lock, possono essere una risorsa importante per le formazioni continental (Photors.it)
Gli elite, in foto Dennis Lock, possono essere una risorsa importante per le formazioni continental (Photors.it)
Le continental come possono tornare appetibili?

Lo si può fare con il tipo di attività, un calendario importante. Ora c’è tanta richiesta da parte degli organizzatori esteri e di gare professionistiche di avere squadre continental, lo abbiamo visto con i nostri occhi. Delle 240 mail inviate per chiedere di partecipare a corse sono arrivate 60 risposte, con una quarantina di inviti già certi. 

Come è cambiato il vostro ruolo con l’arrivo dei devo team?

Non è da nascondere che le squadre di sviluppo delle formazioni WorldTour portano via tanti ragazzi, ma non riescono a intercettarli tutti (molti U23 e tanti juniores rimangono liberi e faticano a trovare squadra, ndr). Inoltre ci sono tutti i corridori esperti che escono dal giro dei devo team o del professionismo, gli elite.

Gran Premio Capodarco 2025, Tommaso Bosio, General Store, in azione sul muro (photors.it)
Si deve trovare il giusto equilibrio tra under 23 e professionisti, la General Store ha lavorato in quest’ottica, in foto Bosio classe 2006 (photors.it)
Gran Premio Capodarco 2025, Tommaso Bosio, General Store, in azione sul muro (photors.it)
Si deve trovare il giusto equilibrio tra under 23 e professionisti, la General Store ha lavorato in quest’ottica, in foto Bosio classe 2006 (photors.it)
Voi ne avete integrati tanti in rosa, l’ultimo è De Cassan. 

Per noi avere un corridore del genere in squadra è importante e anche motivo di orgoglio. Così come lo è stato avere Dennis Lock. Una continental può essere motivo di rilancio, concreto, per ragazzi del genere. Perché grazie a questo nuovo calendario (complici anche le nuove corse inserite nel programma italiano, ndr) arriviamo a garantire un programma da sessanta gare all’anno, e tutte con i professionisti. 

Le stesse messe insieme dallo stesso De Cassan lo scorso anno alla Polti-VisitMalta…

Non mancano le possibilità, questo è da sottolineare. Inoltre con il discorso del ranking UCI, secondo il quale se si esce dalle prime trenta squadre al mondo non si possono ottenere le wild card per i Grandi Giri, la differenza tra una continental e una professional si assottiglia

Le corse all'estero sono una fonte di esperienza che permette di arricchire il calendario, qui la General Store alla Fleche du Sud (foto Instagram)
Le corse all’estero sono una fonte di esperienza per le continental, qui la General Store alla Fleche du Sud (foto Instagram)
Le corse all'estero sono una fonte di esperienza che permette di arricchire il calendario, qui la General Store alla Fleche du Sud (foto Instagram)
Le corse all’estero sono una fonte di esperienza per le continental, qui la General Store alla Fleche du Sud (foto Instagram)
Anche la regola UCI che non permette alle squadre professional di correre le gare internazionali under 23 vi ha dato una mano?

Direi proprio di sì, perché in qualche modo i ragazzi vengono sempre attratti dai devo team ma noi arriviamo in seconda battuta. Il nostro lavoro sugli under 23 è partito un anno fa con un investimento sui primi anni che ha portato una base solida. Ora abbiamo un decina di under e il resto è composto da elite. 

Avete paura che un devo team li possa portare via?

C’è sempre quel “timore”, ma abbiamo visto che i ragazzi arrivano a capire che non è sempre un bene. Quelle squadre funzionano se sei uno davvero forte, un campione. Ma già chi ha buone qualità rischia di restare nell’ombra. Da noi questo stesso ragazzo, invece, può giocarsi le sue chance e diventare un riferimento per il team. 

Le continental possono riacquistare importanza?

L’hanno sempre avuta, ora però c’è una demarcazione maggiore delle varie attività e dei ruoli. Una cosa non da poco che permette di lavorare a progetti sempre più concreti.