La legge del gigante danese si è abbattuta anche sulle strade che da Knokke-Heist portavano i cronoman under 23 verso Bruges. Johan Price-Pejtersen, già campione europeo a Trento, è piombato sul traguardo come un falco, precedendo di 10 secondi l’australiano Plapp e di 11 il belga Vermeersch. Miglior italiano, Filippo Baroncini, atleta del Team Colpack, nono a 57 secondi.
«Mi piacciono le crono lunghe – ha detto – non vado un granché con gli sforzi anaerobici dei prologhi. Stamattina abbiamo valutato le condizioni del vento e quando abbiamo capito che era contrario attorno al secondo intermedio, abbiamo valutato di arrivare a quel punto senza spendere troppo. E poi di aprire il gas, per guadagnare dove gli altri presumibilmente avrebbero perduto. Ed è andata bene».
Vigilia dolorosa
Un metro e 97 per 77 chili, il piano è riuscito alla perfezione, anche se nell’esultanza davanti al pullman della nazionale, si leggevano ancora i segni della sciagura dei giorni scorsi. Per i danesi, il mondiale è iniziato con la brutta notizia della morte di Chris Anker Sorensen, ex professionista e successivamente opinionista televisivo, investito proprio qui in Belgio mentre era in bici.
«Non lo conoscevo personalmente – dice il fresco iridato – ma in Danimarca era molto conosciuto. Un po’ per la sua carriera di atleta, ma anche per le interviste che era capace di fare nella sua carriera dopo le corse. E’ stato capace di ispirare tanti ragazzi, raccontando il bello della vita dei pro’. Per noi tutti si tratta di una grande perdita».
Passione crono
E mentre lui si racconta, al bus degli azzurri, c’è Filippo Baroncini appena salito sui rulli per smaltire la fatica e un pizzico di delusione.
«Speravo in una top 5 – dice – ma mi sono reso conto di quanto siano più forti di me al momento i migliori del mondo. E’ stato il primo confronto a un livello così alto. In Italia posso vincere delle crono, qui non ancora. Però posso lavorarci, curare i dettagli. Mi piace tutto quello che c’è attorno alla cronometro. Prepararla, la fatica che serve per raggiungere la condizione. Qui ho dato tutto, meglio di così non riuscivo a fare, ma la condizione è veramente ottima, mi sento meglio di quanto stessi alla Coppa Sabatini».
Quarto a Peccioli
Quel risultato forse è passato inosservato, ma non a tutti. Nel giorno in cui Valgren ha anticipato Colbrelli, costringendolo a rimandare al Memorial Pantani la prima vittoria in maglia di campione europeo, Baroncini si è piazzato al quarto posto, subito dietro Burgaudeau e a 9 secondi dal vincitore.
«Per questo – annuisce salendo sui rulli per defaticare un po’ – ho molta fiducia per la prova su strada. Nei prossimi giorni tirerò un po’ il fiato e poi penso che un allenamento un po’ tosto dovrò farlo. E visto che so come sono fatto, penso che mi converrà farlo giovedì, il giorno prima della corsa, quando vedremo il percorso. Non ci sono mai stato, me l’ha raccontato un po’ Frigo che corre in Olanda ed è andato a vederlo. Ma ho sensazioni bellissime, speriamo di riuscire a concretizzarle».