Attaccare il numero sulla schiena e prendere vento in faccia non l’hanno mai spaventata, ma c’è un dato che salta all’occhio della scorsa stagione di Giorgia Vettorello. Sessantanove giorni di gara (di cui tre open) ed un solo “DNF”, ovvero gara non portata a termine. Nel ciclismo moderno se non è un record poco ci manca.
Ed in questo avvio di 2024 ha iniziato sempre da stakanovista (nove corse in venti giorni), con l’unica ed importante differenza dei colori di maglia. Vettorello è entrata nel WorldTour passando alla Roland dopo due anni dalla BePink-Bongioanni con cui si è tolta la soddisfazione di cogliere un successo in Francia. Fra poche ore la ventitreenne di Mogliano Veneto atterrerà oltreoceano in America Centrale sulle sponde del Pacifico per un training camp sui generis. Insomma, per Giorgia la nuova avventura col team svizzero è iniziata in modo profondo. Ecco cosa ci ha raccontato.
Cominciamo subito dalla trasferta intercontinentale. Cosa avrete in programma?
Andremo a El Salvador, Nazione del nostro general manager Ruben Contreras. Staremo via tre settimane, rientreremo il 14 marzo pronte per il Trofeo Binda a Cittiglio. Laggiù durante quel periodo soggiorneremo in montagna in una casa di proprietà di Ruben, anche se speravamo di stare nella sua villa al mare (sorride, ndr). Battute a parte, lui è molto attivo e in pratica ha contribuito ad organizzare nuovamente delle gare di classe 1.1. Faremo nove giorni di gara (la prima il 4 marzo, ndr), compresa la Vuelta a El Salvador, la gara a tappe del Paese.
Vi aspettate qualcosa da queste settimane?
Naturalmente puntiamo a fare dei risultati, ma credo che ci concentreremo su altro. Siccome non abbiamo fatto un vero e proprio ritiro in dicembre, in queste gare di inizio 2024 abbiamo visto che siamo un po’ più indietro rispetto alle altre squadre. Quindi per noi questo sarà un momento importante per fare anche un buon blocco di allenamenti e conoscerci meglio fra di noi. Sarà un bel periodo per gettare le basi per il resto della stagione.
Finora com’è stato l’impatto con la Roland?
Mi sto trovando veramente molto bene. Il primo approccio è stato buono, nonostante le mie difficoltà con l’inglese, che prima non parlavo così frequentemente. Per mia fortuna mi hanno aiutato tanto ad inserirmi sia Elena sia Sofia (rispettivamente Pirrone e Collinelli, ndr). Anche Dronova, che è russa ed è stata una delle mie prime compagne di camera, mi ha consigliato una applicazione per migliorare più in fretta il mio inglese.
Hai sentito il cambiamento di categoria?
Per ciò che riguarda le gare no, perché con la BePink abbiamo sempre avuto calendari importanti. Devo dire però che il livello in gara è sempre più alto di anno in anno. Ho notato invece differenze sulla struttura della squadra, che ha tante figure specifiche al seguito ad ogni gara. Sotto il punto di vista tecnico per il momento non c’è alcun tipo di stress per i risultati. Questo è merito del diesse Sergey Klimov, che ha una filosofia molto tranquilla. Mi piace perché finora ci ha fatto vivere l’attesa della gara senza pressioni. Ovvio che ci sia una tattica ben precisa con compiti ben precisi, ma è lui il primo a tranquillizzarci qualora dovessimo fare errori, spiegandoceli con calma.
Quali sono i compiti affidati a Giorgia Vettorello?
Rispetto al passato, adesso la realtà è cambiata. In BePink avevamo a turno i nostri spazi, qua alla Roland abbiamo ruoli definiti. Sono arrivata qua per aiutare la nostra velocista Maggie Coles-Lyster (atleta canadese che corre anche su pista, ndr). Sto lavorando per diventare una delle sue co-pilote, dato che sono abbastanza spericolata in volata e riesco a buttarmi abbastanza bene nei varchi. Per il resto, non mi tirerò indietro per aiutare la squadra o le compagne più forti. Così come non avrò paura a buttarmi in fuga, magari cercando di raccogliere il mio risultato migliore.
In questo modo l’anno scorso in Bretagna alla Kreiz Breizh hai conquistato la tua prima ed unica vittoria internazionale. Ce la ricordi?
E’ stata davvero una bella soddisfazione quella corsa. La fuga era partita grazie a me, anzi grazie a Walter (Zini, il team manager della BePink, ndr) che mi aveva suggerito quale poteva essere il momento giusto per approfittarne. Pioveva e siamo rimaste in quattro, comprese Malcotti e Silvestri. Ero molto fiduciosa perché nel circuito finale, da ripetere sei volte, al penultimo giro ero rimasta con Malcotti in cima alla salita. All’ultimo passaggio ho attaccato a circa due chilometri dal traguardo in prossimità di una curva a destra in contropendenza. E’ vero, sono stata fortunata perché proprio in quella curva Malcotti e Silvestri sono cadute ruotandosi, ma io avevo già allungato. Ho tentato il tutto per tutto ed è andata bene.
Come sei arrivata alla Roland?
E’ nato tutto un po’ per caso, verso fine estate. Attraverso qualche conoscenza in comune, ero andata a fare dei test da Fabio Vedana, preparatore della squadra ed ora mio allenatore, per capire meglio quali fossero i miei limiti e valori. Lui è stato molto disponibile e guardando i dati, mi ha segnalata alla Roland senza garantirmi nulla, pur spiegandomi come fosse strutturata la squadra. Il giorno dopo quel test, mi ha chiamato Ruben dicendomi che mi offriva il contratto per quest’anno. Naturalmente sono contentissima, visto che oltretutto io trevigiana corro su una bici trevigiana (sorride orgogliosa alludendo a Pinarello, fornitore della squadra, ndr).
L’anno scorso ha gareggiato tantissimo con la BePink. Ti sono pesate tutte quelle corse?
Onestamente no e devo dire che non ho finito la stagione particolarmente stanca. In realtà avevo fatto molta fatica nella prima parte del 2023 per un problema ad una spalla. Ho sempre corso, poi dal Giro femminile in avanti sono sempre stata meglio e ho tirato dritto sino in fondo. Anche in questo caso ringrazio Zini che mi ha fatto viaggiare tanto gestendomi bene. Anche perché siamo arrivati al limite massimo dei settanta giorni di gara consentiti.
Quale sarà il calendario di Giorgia Vettorello?
Dopo Cittiglio, avrò un bel blocco di gare al Nord, ma non dovrei correre la Roubaix. Se ci sarà, dovrei fare la Vuelta a maggio e poi il Giro Women a luglio. Il resto non è stato ancora definito, lo vedremo più avanti. Di sicuro saranno previsti più periodi di riposo rispetto all’anno scorso.