Se siano lacrime o pioggia, quando Tatiana Guderzo passa sul traguardo di Varese, manda giù un respiro profondo, mentre le ragazze che passano accanto le poggiano una mano sulla schiena come per un amico che parte. La Tre Valli Varesine Women, prima edizione al cospetto dei cent’anni di quella degli uomini, l’ha vinta Arlenis Sierra in maglia A.R. Monex in volata su Mavi Garcia. Ma oggi nella corsa è saltato fuori un altro motivo di interesse. Da quando alla partenza, una mezza battuta e il tremore della voce ci avevano fatto capire che forse il momento era arrivato.
Dicono che non ti ritiri più?
E chi lo dice? Non ho ancora deciso, magari potrebbe essere l’ultima. Per me ogni gara quest’anno poteva essere l’ultima. Sicuramente qui finisce il mio 2021. Poi potrebbe essere anche l’ultima della carriera.
Quando decidi?
Boh (ridendo, ndr), probabilmente ho già deciso.
E se fosse oggi, che cosa ti mancherebbe di più domattina?
L’adrenalina…
La voce si era increspata e arrivando nella coda del gruppo, per una volta non aveva sul volto il solito sorriso scanzonato. Qualche abbraccio e qualche battuta confermavano la sensazione.
Il colpo peggiore
Il brutto colpo di Tokyo l’ha segnata e forse ha spento la rabbia con cui ogni anno Tatiana si rimboccava le maniche per ripartire. E’ sempre difficile entrare nelle dinamiche di certe convocazionii. Ma se in uno sport così duro vengono meno le motivazioni, è difficile trovare la spinta per accettarne ogni giorno i sacrifici.
Chiude qui anche Silvia Valsecchi, che ha seguto tutta la preparazione olimpica su pista Al via dalle Marche anche la Born to Win di Anastasia Carbonari
Ricordo di Roubaix
Pioggia e strade fradicie, nulla al confronto con la Roubaix, affrontata con tanto scetticismo e conclusa fuori tempo massimo assieme ad altre 45 ragazze.
«E’ stata una gara particolare – raccontava in partenza – non so se la definirei una gara su strada. Il fatto di chiamarsi Parigi-Roubaix e aggiungere poi l’Inferno del Nord descrive la realtà di questa manifestazione. E’ stato sicuramente emozionante entrare in quel velodromo, anche perché ogni gara poteva essere l’ultima e anche la Roubaix l’ho vissuta con quell’emozione. Credo che aver partecipato alla prima edizione sia stata un segno forte».
Mavi Garcia, Arlenis Sierra e Rachel Neylan sul podio di Varese Nella volata a tre, Arlenis Sierra precede Mavi Garcia e Rachel Neylan
Mavi Garcia, Arlenis Sierra e Rachel Neylan sul podio di Varese Nella volata a tre, Arlenis Sierra precede Mavi Garcia e Rachel Neylan
«La rifarei? No – sorride – non è una gara che mi rappresenta, non sono nata per quelle corse. Però suppongo che sia affascinante per tante ragazze. Ho visto che tante si erano proprio gasate. Da provare una volta nella vita.
«Ho fatto anche una riflessione su quando la riporteranno in aprile. Essendo così dura e pericolosa, potresti anche perdere il resto della stagione per una caduta. Lassù si cade anche in modo diverso, entri in un settore e non sai se ne esci. Mi chiedo: ne vale davvero la pena? Se ti capita un incidente come quello della Guazzini e punti al Giro o alle Olimpiadi, butti via tutto».
Un giorno intenso
E’ sfrecciata sul traguardo andando a girare per qualche minuto le gambe in una via chiusa al traffico. La Tomasi di fianco faceva battute ad alta voce, poi insieme sono tornate indietro fino al rettilineo di arrivo. Le aspettavano le altre ragazze della Alé BTC Ljubljana, la sola squadra WorldTour italiana attesa a grandi cambiamenti, per una foto di gruppo che in un solo colpo celebrava il fine stagione. O forse era il modo di portare con sé il ricordo dell’ultima corsa.
«Mi aspettavo forse un giorno con tempo migliore – dice Tatiana – ma mi sono goduta ogni colpo di pedale. E’ davvero una bella corsa. Può davvero diventare una classica internazionale».
Un raggio di luce
Intanto ha ripreso a piovere. Sul palco e sotto lo sguardo di Noemi Cantele iniziano le premiazioni. Una bambina si avvicina a Laura Tomasi con un taccuino per l’autografo. La trevigiana le fa un bellissimo sorriso e le suggerisce di chiedere l’autografo alla ragazza bionda accanto a lei. «Lei è stata campionessa del mondo», dice.
La bimba si volta di scatto e allunga carta e penna. Tatiana le chiede in quale categoria corra e lei le risponde G3. «Che bella categoria», dice la vicentina.
Poi con il suo piglio da capitana, solleva lo sguardo, infila gli occhiali e suona la sveglia. Sarà meglio andarsi a cambiare. Il gruppetto si avvia. Ma ad ogni angolo la fermano per un abbraccio. Chissà se la rivedremo nuovamente in gruppo o se davvero qui si chiude la sua splendida storia di fatica, vittorie, bei sorrisi e bocconi amari. Arlenis Sierra ha vinto la Tre Valli Varesine, Tatiana Guderzo l’ha illuminata.