Il Giro di Toscana ci consegna in rampa di lancio un’emergente Debora Silvestri. L’atleta veronese classe 1998 che corre per il team Top Girls Fassa Bortolo ha colto un ottimo terzo posto nella classifica finale del Giro di Toscana dietro alla scatenata cubana Arlenis Sierra (vincitrice del Giro) in forza al team AR Monex Women’s e alla lituana Rasa Leleivyte dell’Aromitalia Basso Bikes Vaiano. Vi basti pensare che Debora Silvestri è arrivata prima delle italiane, nonostante la sua giovane età. La stagione 2021 è iniziata alla grande per la veronese, che ha raccolto sin da subito piazzamenti importanti come Il terzo posto al Grand Prix Féminin de Chambery e il quarto posto alla classifica finale della Vuelta Comunitat Valenciana, dimostrando nel corso della stagione di mantenere un livello stabile della propria condizione atletica. Come ci dimostrano il settimo posto nella prova dei campionati italiani in linea e il nono posto nella prova contro il tempo. Sembra un’atleta completa e in grado di potersi esprimere su qualsiasi terreno. Sentiamo cosa ha da dirci.
Come hai preparato il Giro di Toscana?
L’obiettivo sinceramente è tutto il mese di settembre, dato che ci sono corse importanti come il Giro dell’Emilia o le Tre Valli Varesine. Dopo il Giro d’Italia ho staccato per recuperare un po’ di energie. Anche perché finora la stagione è stata intensa.
Che tipo di allenamento hai svolto per raggiungere questa condizione?
In realtà nessuno in particolare, perché più o meno il programma è stato lo stesso per tutta la stagione.
Ci racconti brevemente il tuo Giro della Toscana?
La prima tappa l’ho corsa d’istinto perché avevo la consapevolezza di poter ottenere un buon risultato. E’ stato facile, non essendoci ancora nessuna classifica cui dover tenere conto. Il secondo giorno invece abbiamo corso con la massima attenzione, cercando di mantenere sia la maglia da migliore italiana che indossavo io, che il piazzamento nella classifica generale. Sempre nella seconda tappa abbiamo giocato il nostro “jolly” Giorgia Bariani facendola attaccare da lontano. Ci è andata bene perché lei ha vinto la tappa ed io ho mantenuto la maglia e il terzo posto nella classifica finale
In generale sei un’atleta che corre più d’istinto o di ragione?
No, più d’istinto.
Quali sono le tue caratteristiche?
Personalmente mi reputo una passista veloce. Però sono in grado di reggere anche sulla salite, se non sono troppo lunghe.
Una volta finita la corsa eri più contenta del terzo posto o più rammaricata per aver sfiorato la vittoria?
No ero contenta perché ho avuto sempre ottime sensazioni in corsa.
Sei molto giovane, dove pensi di poter arrivare?
Sono Cresciuta molto grazie al mio direttore sportivo Lucio Rigato e a tutto lo staff della squadra. Mi sento migliorata sia sul punto di vista atletico che umano e questo lo devo a tutto il team e in parte anche a Patrizia Zanette, la presidente del team nonché moglie di Lucio. Non so precisamente dove potrò arrivare, punto ad arrivare in alto, questo si.
Qual è il tuo più grande desiderio da atleta?
Mi piacerebbe vincere qualche classica o una tappa al Giro d’Italia.
Cosa conta davvero nel ciclismo per ottenere risultati di rilievo?
Secondo me contano tanto la costanza, la determinazione e i sacrifici, anche se alla fine quest’ultimi non mi pesano. Aggiungo anche la forza di volontà, il livello è sempre crescente e non bisogna mai mollare.
Cosa ti piace del ciclismo?
Il “gruppo”, mi piace condividere con le mie compagne di squadra ritiri, allenamenti e corse con le conseguenti sconfitte o vittorie.
Una tua passione oltre il ciclismo?
Nel tempo libero esco con gli amici. Poi mi piace leggere e ascoltare la musica. Non ho preferenze e ascolto un po’ di tutto, musica commerciale, pop.