Venire in Belgio e dover starsene chiusa in hotel. E’ quel che è successo a Marta Cavalli. L’atleta della Fdj Nouvelle Aquitaine Futuroscope infatti subito dopo l’Amstel ha dovuto alzare bandiera bianca per un problema fisico. Problema che però sembra essere risolto.
«Aspetto che il medico mi dia il via libera stasera», ci aveva confidato la cremonese ieri. Poi, ormai di notte, il messaggio più bello: «Ci sarò. Domani farò la ricognizione del percorso in ammiraglia». La speranza si era riaccesa.
Marta, ma cosa è successo?
Domenica scorsa all’Amstel Gold Race negli ultimi tre giri ho iniziato a sentire fastidio all’anca e al ginocchio. Ho sofferto ma sono riuscita a concludere la gara. Il giorno dopo però durante la ricognizione della Freccia Vallone sul muro di Huy ho dovuto sganciare i pedali dal dolore. Non riuscivo più ad andare avanti, a pedalare. E lo stesso il martedì: dopo 50 minuti mi sono fermata.
Qual era il motivo?
Abbiamo contattato un osteopata il quale mi ha detto che c’erano dei blocchi al bacino e alle articolazioni. Siamo riusciti a sbloccarli – il tono della Cavalli è serio – ma restava l’infiammazione e per questo non ho preso il via alla Freccia, mercoledì. Ho fatto anche un’ecografia che ha scongiurato lesioni. Sembra sia un problema legato alle tante gare fatte, alle tensioni muscolari.
Però ti abbiamo visto sui rulli…
Ho fatto 30′ facilissimi ieri e un’oretta e mezza, sempre molto blanda, oggi dopo la ricognizione. Certo, non è l’avvicinamento migliore per la Liegi, ma sono contenta che potrò esserci. O almeno così dovrebbe essere. Domattina forzerò un po’ e se tutto andrà bene sarò al via. Mi spiace aver lavorato tutto l’inverno per essere al top in questo periodo, tra Fiandre ed Ardenne, e dover perdere metà degli obiettivi. La squadra però non mi ha messo pressione e lo staff mi è stato vicino.
Non è la prima volta che vieni in Belgio e quindi puoi fare il paragone: com’è stare quassù in hotel e non poter uscire?
In realtà abbiamo preso una casa per comodità, visti i tempi di Covid. C’è un ragazzo dello staff che cucina per noi, abbiamo un bel giardino e tutto è più tranquillo. Stare sui rulli non è mai bello, soprattutto quando vedi le tue compagne che escono per andare a correre o per allenarsi. Perdi un po’ di fiducia. Io però voglio restare positiva. Oggi ho avuto buone sensazioni.
E come hai ammazzato il tempo?
L’altro giorno siamo andate a fare un “giretto”, per quel che si può, al negozio bio. Insomma abbiamo fatto la spesa! Poi dedichiamo parecchio tempo allo studio dei percorsi, alle ricognizioni, il giorno dopo le gare alle analisi delle prestazioni tecniche e fisiche per avere sempre una maggiore conoscenza di sè stessi. Poi leggo, tengo aggiornata la mia piccola nicchia di fans su Instagram.
Cosa leggi?
Riviste di cucina, mi piace cucinare.
Se dovessi fare un paragone della tua trasferta sin qui con una ricetta, cosa sceglieresti?
Una torta paradiso, sai, una di quelle belle, alte, morbide, soffici? Ecco quella! Poi la metti in forno, la vedi crescere e quando sei pronta a sfornarla si affloscia. All’apparenza promette bene, ma poi non è così. Però mi tengo lo zucchero a velo che potrebbe essere la Liegi di domenica. Lo zucchero camuffa un po’ le cose e alla fine la torta ha un bell’aspetto.
Dall’ammiraglia è certamente più difficile, ma che idea ti sei fatta del percorso (le donne partono da Bastogne, ndr)?
Ne ho parlato con i diesse e ci sembra più impegnativo. Ci sono una côte nuova e una in più che dopo 140 chilometri potrebbe fare la differenza nelle gambe. E’ vero che alla fine quella differenza la fanno le atlete e l’andatura, però… Bisognerà vedere come correremo noi e come correranno le squadre delle grandi.
Ponendo un avvicinamento lineare, questa può essere la corsa di Marta Cavalli?
Sì potrebbe – risponde decisa – Con la condizione del Fiandre dico sì e dico ma. Il “sì” perché stavo bene e sono arrivata davanti. Il “ma” perché dovrei migliorare sullo spunto veloce, ma questo dipende anche da come va la gara. Se si va forte come al Fiandre potrei pagare, se invece si andasse un po’ più piano potrei salvare qualche energia per la volata. Però la tipologia di gara, come ho detto, potrebbe essere per me. Magari non quest’anno e neanche il prossimo, ma in futuro ci punto sicuramente.
Che corsa ti aspetti?
Annientamento totale sulla Redoute o sulla salita prima. Lì si fa la selezione e sull’ultima côte un attacco potente che distrugge il gruppo e mette le atlete in fila: una, poi due, poi una ancora… un gruppo molto allungato e spezzettato. Da lì non c’è più tanto spazio per recuperare. Discesa veloce e sei a Liegi con l’ultimo chilometro e mezzo che è in pianura.