Nuovi arrivi azzurri alla Roland. L’ultimo regalo di papà Ruffilli

01.01.2025
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Il Team Roland dal prossimo anno avrà due italiane in più, Giulia Giuliani e Vittoria Ruffilli, promosse direttamente dal K2 Women Team. Una promozione che ha sorpreso in molti e che rappresenta anche l’ultima vittoria della squadra continental, che ha appena chiuso i battenti. Una scelta dolorosa per Massimo Ruffilli, il titolare che ha investito tutta la sua passione nel ciclismo femminile e per il quale la carriera della figlia, il suo accesso nel ciclismo di vertice, è il più bello dei regali di Natale che potesse ricevere.

La giovane Ruffilli viene dal triathlon, ha iniziato seriamente con il ciclismo 4 anni fa (foto DirectVelo)
La giovane Ruffilli viene dal triathlon, ha iniziato seriamente con il ciclismo 4 anni fa (foto DirectVelo)

Il racconto parte proprio dal papà che ci tiene a sottolineare come il legame con il team svizzero non si esaurisca solamente con la promozione delle due ragazze: «Anche il nostro meccanico Gaetano Romano è passato a far parte della squadra, come anche l’ex ciclista Nicole Fede che accede come massaggiatrice. E’ un premio al nostro lavoro, d’altronde le due ragazze si sono impegnate molto e hanno visto premiata la loro crescita».

Quando è nato il contatto?

Con la Roland abbiamo sempre avuto rapporti e già nel 2023 ci avevano esternato il loro interesse. Giulia e Vittoria avevano però bisogno di altro tempo, di imparare anche considerando il fatto che abbiamo avuto poche occasioni di confronto con i team più blasonati. Al Giro dell’Emilia la trattativa ha preso la piega giusta, ci hanno detto di volerle ingaggiare e noi siamo stati ben felici.

La Giuliani, 22 anni, è una passista. Stessa età per la Ruffilli, forte in salita
La Giuliani, 22 anni, è una passista. Stessa età per la Ruffilli, forte in salita
Che cicliste sono?

Mia figlia è portata per la salita, grazie anche al suo fisico leggero. Più le gare sono dure, più riesce a emergere e farsi vedere, per questo è ideale per un team WorldTour. Giulia invece è una passista che si adatta a qualsiasi tipo di corsa.

La loro promozione addolcisce un po’ il rammarico per la chiusura del team…

E’ stata una scelta sofferta ma per certi versi necessaria. Io vengo dal calcio e sono abituato a vivere lo sport in maniera differente. Il ciclismo femminile avrebbe bisogno di un approccio diverso: non è come i colleghi maschi, non ha la stessa visibilità, bisognerebbe agire sul calendario, sulle gare, renderle maggiormente appetibili anche agli sponsor. Io che cosa posso garantire loro? Non hanno riscontri sufficienti per mettere a disposizione le cifre necessarie. Se poi le grandi corse, che già sono poche, invitano solo le squadre di alto livello, noi siamo completamente fuori gioco.

Per la Giuliani un secondo posto di prestigio al GP Arcade, battuta da Virginia Bortoli
Per la Giuliani un secondo posto di prestigio al GP Arcade, battuta da Virginia Bortoli
E’ un problema solo d’immagine?

No, perché io devo pensare anche alla crescita delle ragazze e questa avviene solo confrontandosi con le migliori. Io sono riuscito a far invitare il team al Tour de l’Ardeche e per le ragazze è stata un’esperienza esaltante, fondamentale, fare 6 tappe con i team del WorldTour. Perché non si può fare lo stesso qui?

Quanto ha influito nel passaggio di Vittoria essere tua figlia?

Se pensate che sia uno di quei papà che spingono sui figli, non sono la persona giusta. Vittoria voleva seguire questo sogno, io l’ho lasciata fare, ma è tutta farina del suo sacco. Se l’è meritato lei, è stata lei ad attirare l’attenzione dei dirigenti svizzeri. Io devo pensare alla mia azienda, al mio lavoro.

Il team italiano era davvero una famiglia. Il suo scioglimento è l’ennesima sconfitta per il movimento
Il team italiano era davvero una famiglia. Il suo scioglimento è l’ennesima sconfitta per il movimento

Un ingaggio a sorpresa

Nelle parole di papà Ruffilli c’è un pizzico di rammarico per la chiusura dell’avventura generale, mitigato dal successo della figlia Vittoria che da parte sua è carica a mille: «A settembre mi hanno contattato e sinceramente non me l’aspettavo proprio. Per me vedere che la mia passione diventa un lavoro vero e proprio è il massimo».

Conoscevi già il team svizzero?

Sì, ma come tutti gli altri, non avrei mai pensato che un giorno sarebbe diventato casa mia. Lo seguivo sui social, poi quando mi hanno avvicinato sono rimasta di sasso.

Sai già che cosa vorranno da te?

Ne parleremo nel primo ritiro di gennaio, ma io sarò una delle più giovani e voglio mettermi a completa disposizione della squadra, imparare quanto più possibile dalle più esperte, tenendo conto che poi d’imparare non si smette mai davvero… Per me saranno tutte esperienze nuove, sono emozionata e al contempo anche un po’ intimorita.

Vittoria Ruffilli al Tour de l’Ardeche, chiuso al 57° posto ma con un’ottima prestazione nella quinta tappa (foto DirectVelo)
Vittoria Ruffilli al Tour de l’Ardeche, chiuso al 57° posto ma con un’ottima prestazione nella quinta tappa (foto DirectVelo)
Com’è stato il tuo 2024?

L’inizio era stato abbastanza normale, ma in primavera ho avuto problemi di salute che mi hanno ostacolato in allenamento e in gara, anche se realmente non mi sono mai fermata. Sentivo però che era tutto molto frenato, che non rendevo come mi aspettavo. Poi d’estate le cose sono andate un po’ meglio, all’Ardeche, nella tappa più dura sono anche rimasta a lungo nelle posizioni che contano ottenendo una prestazione al di là delle mie aspettative.

Che cosa ti lasci indietro con il cambio di squadra?

Mi lascio una famiglia. Si era creato un ambiente ideale, eravamo tutte amiche prima che compagne di squadra e infatti siamo tutte rimaste in stretto contatto. Per me era tutto un mondo nuovo, io ho iniziato solo qualche anno fa, venivo dal triathlon che è una disciplina completamente diversa. Non nascondo che andar via mi è dispiaciuto, ma fa parte della crescita. Sapere poi che la squadra ha chiuso i battenti mi addolora molto, ma queste sono scelte che non mi competono. Ora guardo alla nuova stagione nella quale non mi pongo obiettivi legati a questa o quella gara, voglio solo crescere e fare quel che mi diranno.