«Dite che mi piace questa gara a tappe?» E’ la risposta divertita che ci manda via messaggio Barbara Guarischi dopo il suo sigillo al Thuringen Ladies Tour, dove ne aveva già timbrato un altro nel 2019. Questa regione nel cuore della Germania le porta bene e il successo di dieci giorni fa, come quello di allora, ha un sapore particolare per il suo morale.
Bisogna dire che il Thuringen Ladies Tour è stato letteralmente dominato dalla SD-Worx. Vittoria nella cronosquadre di apertura poi altri cinque successi in altrettante frazioni con cinque atlete diverse oltre, naturalmente, alla vittoria della generale con Kopecky. Vista così può sembrare tutto semplice, ma Guarischi sa che dietro c’è poco di scontato e tanto lavoro invernale che sta dando tanti frutti.
Doppia volata
A Schmolln sul traguardo della terza tappa Guarischi ha centrato la sua undicesima vittoria in carriera, con la sua capitana Wiebes accanto che esultava più di lei. Una felicità dilagante che ha abbracciato tutto il team.
«Se uno legge l’ordine d’arrivo o guarda la foto dell’arrivo – racconta la medaglia d’oro del Mediterraneo 2022 – può sembrare che sia stata una vittoria facile o concordata, invece non è proprio stato così. Nel finale erano fuori Alonso e Vanpachtenbeke (rispettivamente di Ceratizit WNT e Parkhotel Valkenburg, ndr) ed avevano ancora un bel margine di vantaggio. Lorena aveva detto fin dal mattino che la volata l’avrei fatta io e che loro avrebbero lavorato per me. Solo che a 5 chilometri dalla fine non riuscivamo a guadagnare e così sono andata da Lorena dicendole che avrei tirato io per portare lei alla volata. Così è stato per un po’ poi quando abbiamo messo nel mirino le due fuggitive, Wiebes e Kopecky mi sono venute vicine e mi hanno ribadito che avrei sprintato io».
«Lotte ha dato una trenata impressionante fino ai 400 metri – prosegue Guarischi – e a quel punto ho dovuto fare una prima volata per andare a riprendere la prima fuggitiva ed una seconda per saltare Alonso (poi terza, ndr) proprio negli ultimi cento metri che intanto aveva allungato. C’erano un paio di curve veloci ravvicinate nel finale e ho dovuto calcolare bene i tempi per non vanificare tutto. Per me è stato un grande onore poter sfruttare il lavoro di Lotte, Lorena e delle altre ragazze».
Significato profondo
Ci sono vittorie che aggiornano le statistiche e altre che valgono qualcosa più del primo posto. Quattro anni fa Guarischi in Turingia aveva festeggiato sotto la pioggia un successo importante dopo tre anni tribolati e incostanti. Alcune sfumature sono le stesse di allora anche se sono cambiate tante cose.
«Quando vinci – spiega la 32enne velocista – c’è sempre dietro un valore legato a qualcosa. Sono contentissima chiaramente, soprattutto per il significato che ha questo successo. Prima di tutto perché dopo aver disputato una bella primavera mi sono presa la bronchite a metà aprile. Ho fatto una settimana di febbre ed una di convalescenza che mi hanno buttato un po’ giù, sia fisicamente che moralmente. Pensavo di aver vanificato tutta la buona condizione che avevo».
«Sono stata in altura a Livigno per ventidue giorni – continua Guarischi – dove ho recuperato bene però sono rientrata alle corse un po’ tesa proprio perché credevo di non essere all’altezza come prima. Invece prima Anna (la diesse Van der Breggen, ndr) poi le mie compagne mi hanno dato fiducia. Anzi quella fiducia, più che la vittoria in sé, è stato un premio al lavoro che avevo svolto nei mesi precedenti. Questo è l’altro grande significato che ha quel risultato».
Spazio per tutte
Al momento il 2023 della SD-Worx è una cavalcata che fa impallidire le straordinarie annate precedenti quando erano protagoniste assolute Van der Breggen o Blaak (appena diventata mamma di Noa Brigitte). Finora sono trentadue le vittorie del team olandese, solo una in meno del 2021 e due del 2016, e l’impressione che il conto possa salire ancora. A parte il super trio Vollering-Wiebes-Kopecky, tutte possono ritagliarsi un proprio spazio sapendo di centrare il bottino pieno.
«Da fuori sembra facile correre nella SD-Worx – commenta Guarischi – ma nel ciclismo di oggi non c’è nulla di facile. Piuttosto mi sento di dire che siamo noi brave a fare in modo che sia così. La nostra squadra è unita e ci sacrifichiamo tanto affinché tutto sia o vada al posto giusto. Per noi ogni gara è importante, come abbiamo ampiamente dimostrato, poi è normale che qualcosa possa sfuggire. La Roubaix, un po’ sfortunata, oppure la Vuelta, persa per pochi secondi, sono due esempi ma nel complesso siamo davvero soddisfatte».
«Io come altre ragazze – conclude – sono stata chiamata per fare un certo tipo di lavoro per le leader. L’opportunità per noi di avere carta bianca c’è e ci sarà ma in gare di un gradino inferiore. Per ora io sono molto contenta dell’affinità con Lorena. E’ nata subito e in corsa dove vado io, lei c’è. E devo dirvi che anche con Lotte va benissimo. Inizialmente ero un po’ titubante perché abbiamo corso poco insieme poi alla Veenendaal Classic le abbiamo fatto un treno perfetto, ha vinto contro velociste più pure di lei ed è arrivata un’ulteriore iniezione di fiducia tra noi. Prossimamente farò la Hageland, il Lotto Belgium Tour, il Giro Donne poi tornerò a Livigno per tre settimane. Correre in queste condizioni in questo team è davvero bello, sembra che sia qui da sempre».