Giro sul Blockhaus, Realini perfetta padrona di casa

14.01.2024
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Racconta Gaia Realini, 23 anni il prossimo 9 giugno, che quando fu finalmente in grado di scalare il Blockhaus in bicicletta, provò una gioia incontenibile. Per un ciclista nato e cresciuto sulle strade fra Pescara e Chieti, la sfida con quel monte è solo un fatto di tempo. Il 13 luglio lassù saliranno le ragazze del Giro d’Italia Women: edizione del debutto per RCS Sport, che ha pensato di proporre la doppia scalata del gigante d’Abruzzo. 

Curiosa coincidenza, la prima volta che il Giro d’Italia salì lassù fu nel 1967 e a vincere fu Eddy Merckx, anche lui 23 anni. Ci si chiedeva già allora per quale motivo quella vetta avesse un nome tedesco e si scoprì che glielo aveva dato un ufficiale austriaco. Sulla cima di quell’angolo della Maiella per contrastare il passaggio dei briganti, aveva disposto i suoi uomini in un fortino costruito nel 1863 con la tipica architettura tedesca, detta appunto Blockhaus: con le pietre sotto e sopra il legno.

Gaia Realini è nata il 19 giugno 2001: dopo la carriera nel cross, nel 2021-22 ha corso alla Isolmant, poi è passata alla Trek
Gaia Realini è nata il 19 giugno 2001: dopo la carriera nel cross, nel 2021-22 ha corso alla Isolmant, poi è passata alla Trek

Tra Francia e Italia

Quando il percorso del Giro d’Italia Women è stato presentato e avendo già visto quello del Tour de France Femmes (i francesi giustamente hanno usato il francese), anche un direttore sportivo esperto come Davide Arzeni si è chiesto se sia davvero più duro il finale sull’Alpe d’Huez o quello d’Abruzzo. E così abbiamo chiesto a Gaia che cosa ne pensi.

«Sinceramente non do torto ad Arzeni – dice sicura – la tappa italiana è molto più dura, perché parliamo della doppia ascesa del Blockhaus. La prima volta sarà una salita di 10 chilometri al 9 per cento di media. Con la seconda arriveremo ancora più su, quindi diventerà di 15 chilometri e saranno più duri. La seconda volta secondo me le pendenze si faranno sentire molto più che nella prima. E poi, a parte questo, arriveremo da una tappa completamente priva di pianura…».

Nel 2023 per l’abruzzese sono venute 3 vittorie, fra cui la tappa di Laredo alla Vuelta Feminina
Nel 2023 per l’abruzzese sono venute 3 vittorie, fra cui la tappa di Laredo alla Vuelta Feminina
Si ragionava nei giorni scorsi che il ciclismo delle donne sta affrontando salite mitiche molto più di un tempo. Un vantaggio per le scalatrici più forti?

Stiamo crescendo tanto a livello di visibilità, di spettacolo e di battaglia in ogni corsa. Gli organizzatori se ne sono resi conto e hanno fatto un grande passo avanti sui percorsi. Anche sono stupita di questo, perché vedere nei nostri percorsi queste doppie ascese e le grandi salite non è cosa di tutti i giorni. Sicuramente tutte queste novità fanno sì che ci siano cambiamenti anche a livello di preparazione e questo può fare solo bene, anche se non tutte saranno d’accordo.

In che senso?

Prendiamo questa grande salita da fare per due volte, okay? Sicuramente qualcuna si lamenterà, se fossi una velocista magari mi lamenterei anche io. Qualcuno potrebbe dire che facendola una sola volta, perderebbe meno terreno. Io invece parlo dalla mia parte, dal punto di vista dello scalatore ed è più che fantastico. Se perdo un po’ di tempo in pianura perché magari non prendo un ventaglio o qualche secondo di troppo nella crono, so che a fine Giro ci sarà due volte il Blockhaus in cui potrò recuperare tutto e magari fare la differenza.

All’Avenir 2023 Realini faceva il vuoto in salita e veniva ripresa e staccata in discesa: su questo sta lavorando
All’Avenir 2023 Realini faceva il vuoto in salita e veniva ripresa e staccata in discesa: su questo sta lavorando
Scusa la nota dolente, fra una salita e l’altra c’è la discesa che al Tour de l’Avenir è parsa il tuo punto debole…

Vero, è una nota dolente, però ci stiamo lavorando. E sicuramente spero che, se quel giorno mi dovranno staccare, lo faranno in salita perché non avrò gambe, ma non in discesa. Ce la metterò tutta, anche perché come conosco la salita, conosco bene anche la discesa. Sicuramente faranno di tutto per mettermi in difficoltà, però ci sto lavorando con la mia squadra e le mie compagne.

Ti ricordi la prima volta che hai scalato il Blockhaus?

Sinceramente non ero proprio piccola, perché il preparatore di prima (Francesco Masciarelli, ndr) con me è sempre andato con molta calma. E dato che non è una salita di poco conto e ha grandi pendenze, l’abbiamo sempre presa con le molle. La prima volta fu nel 2021 e fu indimenticabile. Gli chiedevo di andare già da prima, era una continuazione e lui ogni volta diceva di no, che era presto. Quindi la prima volta è impossibile da dimenticare, come per il bambino che aspetta il regalo di Natale. E in fondo ho lo stesso stupore ogni volta che vado su ad allenarmi.

Quanto spesso?

Diciamo che in questo periodo evito, perché la discesa è lunga ed è troppo freddo. Però quando la stagione è buona e me lo permette, vado su almeno 3-4 volte alla settimana. Praticamente un giorno sì e un giorno no.

Il programma 2024 prevede solo il Giro oppure anche il Tour?

Al momento prevede Vuelta, Giro e Tour, quindi farò anche l’Alpe d’Huez, così poi potremo dire quale sia la più dura. Lassù non ci sono mai andata, l’ho vista soltanto virtualmente durante la quarantena, ma non so se la realtà virtuale sia tanto fedele a quella vera, non sono così esperta. Per cui c’è da aspettare l’estate e poi potremo fare un confronto attendibile.