Si sente dalla voce, che Gaia Masetti non sta nella pelle. E’ una delle tante italiane che quest’anno hanno trovato un ingaggio all’estero, ma il suo è un caso speciale, perché la millennial di Sassuolo (è nata nel 2001) è parte integrante del nuovo progetto di Patrick Lefevere.
Ripercorriamo rapidamente le tappe: il patron della Quick Step-Alpha Vynil ha deciso di investire, come molte altre realtà del WorldTour, nel ciclismo femminile, ma lo ha fatto a modo suo, associandosi non a un team già affermato nel WorldTour femminile, bensì a una formazione completamente under 23, la NXTG Racing di stanza in Olanda, con l’obiettivo di far crescere una serie di prospetti e arrivare al suo grande target, una vittoria al Tour de France attraverso ragazze fatte crescere direttamente sotto il suo controllo. Tra le 16 prescelte, c’è anche un’italiana, Gaia Masetti.
L’emiliana (che nella foto di apertura presa da Instagram è ritratta alla Valenciana 2021) aveva contatti per lasciare la Fassa Bortolo e approdare in un’altra squadra italiana, ma a ottobre è arrivata la chiamata dall’Olanda e Gaia si è messa subito al lavoro: «Diciamo che non mi sono mai fermata del tutto, anche se solo da una settimana comincio a fare le cose un po’ più seriamente».
Chi conosci del team olandese?
So che quest’anno ci sarà Jolien D’Hoore sull’ammiraglia, l’ho vista spesso in corsa e l’ammiro molto per i suoi risultati, per il resto sono tutte sconosciute, ma non è un problema. So che la squadra olandese mi seguiva da tempo, sin da quando ero junior e feci bene a Cittiglio al Trofeo Binda (seconda nel 2019, ndr). Al Tour de l‘Ardeche, dove sono stata sesta fra le giovani, abbiamo avuto i primi contatti, poi quando hanno saputo che cercavo squadra si sono fatti avanti e a fine ottobre abbiamo messo tutto nero su bianco.
Sarai l’unica italiana in un team multinazionale…
Sì, so che ci sono atlete da Australia, Nuova Zelanda, Inghilterra, Svezia, ma lo zoccolo duro è olandese e belga. Occasione migliore per crescere non c’è…
Conosci Lefevere?
Non di persona, ma so bene chi sia e quel che ha fatto nel mondo del ciclismo. Sapevo che cercava un team femminile e quando ho visto che entrava nel team è stata davvero una bella cosa. Una persona con la sua storia che ci mette la faccia in un progetto simile è ben più che una garanzia. Sappiamo che in un paio d’anni vuole portare il nostro team nel WorldTour facendolo crescere, puntando su ragazze giovani, ora sta a noi far sì che il progetto si realizzi e io ce la metterò tutta.
Dove pensi di poter emergere?
Io sono una ciclista da classiche, da gare d’un giorno. Reggo bene gli strappi brevi e anche nelle volate di gruppi ristretti posso dire la mia, penso di essere abbastanza completa da questo punto di vista e il fatto che con la NXTG potrò fare le Classiche del Nord mi dà un’enorme carica. In quel corposo mazzo di corse non ci sono solo le gare WorldTour, tra tanti eventi posso trovare quello giusto per me. Anche perché adoro quelle strade e quel clima.
Pensi quindi di trasferirti?
Non in pianta stabile. Farò un po’ la spola, con il team siamo però d’accordo che nel periodo di attività intensa al Nord starò lì, con base a Oudenaarde. Certamente vivrò più là che a casa mia…
E come l’hanno presa i tuoi genitori?
Sono felicissimi, dicono che è un premio per i miei sacrifici. Io ho investito tutta me stessa sul ciclismo, voglio che diventi una professione e loro mi hanno detto che potrò imparare molto più in un anno lì che 10 in Italia. E’ chiaro che gli mancherò come loro a me, ma è importante fare questo passo.
Da quello che dici sembri una ragazza molto inquadrata sul ciclismo: non ti pesa rinunciare a qualcosa più legato alla tua giovane età?
Quando sei contenta di quello che fai non sono veri sacrifici. Io voglio un futuro in questo mondo, piangere e lamentarmi perché manca qualcosa non è nella mia indole, per questo rinunciare a qualche uscita non mi pesa, poi naturalmente ho anch’io i miei momenti di svago.
Questa passione quando è nata?
Se devo dire, da che mi ricordo. Mio padre ha corso da dilettante e poi da amatore, poi ha coinvolto mio fratello, alla fine sono arrivata io. Da piccola pensavo che il ciclismo fosse uno sport maschile, poi mi hanno messo su una bici, portato a una gara, mi sono ritrovata con i fiori in mano e non ho più smesso…