Ci sono rivalità che nascono un po’ per caso e che vanno anche al di là del rapporto personale. Quando Elisa Longo Borghini ha conquistato la sua ennesima vittoria nel WorldTour 2022, portando a casa il Women’s Tour, nella classifica finale l’azzurra ha chiuso con 5” sulla polacca Katarzyna Niewiadoma, giunta terza e a quel punto sono tornati alla mente tanti ricordi, tante sfide fra le due divise quasi sempre da un pugno di secondi. Magari, se glielo chiedete, neanche loro due ci fanno caso, eppure le loro carriere non fanno che intrecciarsi da anni a questa parte, probabilmente perché per molto tempo sono state le due uniche alternative allo strapotere olandese.
Per ora prevale la Longo Borghini
Gli incroci fra le due sono talmente molteplici che il sito anglosassone procyclingstats.com li ha messi in fila. I numeri dicono che la campionessa tricolore ha prevalso nel quasi 59 per cento dei casi, ma spesso i numeri non dicono tutto, perché dietro di loro ci sono storie di cui quello della corsa a tappe inglese è solo l’ultimo di una lunga serie di capitoli.
Proviamo a tornare indietro nel tempo: Rio 2016. E’ praticamente da tutta la stagione che non si fa altro che dire che solo loro due potranno cercare di mettere un freno alla dominazione olandese e neanche la rovinosa caduta di Annemiek Van Vleuten toglie alla formazione arancione le sue chance d’oro, visto che c’è una Van Der Breggen pronta a sostituirla. L’olandese alla fine va in fuga con la svedese Johansson e la Longo Borghini che fra le tre è forse quella che tira con più veemenza, pur sapendo di essere inferiore alle avversarie allo sprint. Ma almeno porta a casa un bronzo che alle Olimpiadi vale come una vittoria. La polacca ha perso l’attimo giusto, anche lei tira come una forsennata nel gruppetto delle inseguitrici, ma solo la Deignan l’aiuta, troppo poco. Finisce sesta a 20” e mastica amaro.
Sempre questione di secondi…
Una piccola rivincita la Niewiadoma se la prende poche settimane dopo, agli europei di Plumelec, quando nel gruppetto delle 5 che si contendono il successo finisce seconda alle spalle della “capitana” Van Der Breggen e proprio davanti a Elisa. Abbiamo detto capitana non a caso: entrambe corrono per la Rabobank-Liv. E’ vero, è gara per nazionali, ma è un discorso vecchio come il mondo quello delle interazioni fra ciclisti di nazionali diverse ma accomunati dai club di appartenenza. Il team olandese fa doppietta al traguardo e sono tutti contenti.
Gli europei capitano spesso negli incroci fra le due campionesse. Storico quello del 2020, in quella stagione così strana con tutte le gare mischiate fra loro e racchiuse in non più di tre mesi. A Plouay, in una giornata di pioggia davvero diversa da quello che ti aspetteresti a fine agosto, si fronteggiano due coppie. In fuga ci sono la “solita” Van Vleuten ed Elisa, a inseguire la polacca con l’altra olandese Chantal Van Den Broek-Blaak. Verrebbe da pensare al gioco di squadra, all’arancione che sta sulle sue ma non è proprio così. Per fortuna della Van Vleuten, la Longo Borghini non resta sulle sue, pur sapendo che in volata ha forse qualcosa meno della più anziana avversaria e continua a tirare: uno sprint a due è sempre meglio di uno a quattro… Vince Annemiek, l’azzurra è argento e la Niewiadoma è bronzo ad appena 6”. Sempre quei maledetti secondi…
Lo scontro dell’Amstel
La Longo Borghini tira sempre? Mmh, se lo chiedete a Katarzyna, forse non la pensa ìcosì. L’esperienza dell’Amstel Gold Race 2021 è ancora troppo fresca nella mente. Succede che a un chilometro e poco più dal traguardo le due tentano la sortita. Una di fronte all’altra, come mai era capitato in una grande classica. Succede anche che dietro cominciano a guardarsi, nessuna vuole togliere le castagne dal fuoco. Davanti però s’inceppa qualcosa: Katarzyna chiede continuamente all’italiana di collaborare, ma senza successo. Risultato: da dietro rientrano e Elisa finisce ottava, la polacca decima e con un diavolo per capello.
Arriviamo all’ultimo (per ora…) capitolo, il Women’s Tour dove le due erano in lotta fino all’ultimo metro (nella foto di apertura le due scherzano sul podio), ma questa volta la “nuova” Elisa, quella che colleziona vittorie del massimo circuito e che guida la “rivoluzione” italiana che sta togliendo il trono all’Olanda, non ha lasciato scampo. Una vittoria che l’azzurra ha preso dove meno ce la si sarebbe aspettata, andando a fare la volata generale chiusa al terzo posto, sufficiente per quei 4” decisivi per il successo pieno. La polacca invece è ventesima, senza energie sufficienti per fare lo stesso come anche l’australiana Brown che fino alla partenza del mattino le aveva messe tutte d’accordo.
Rivali in gara, ma senza astio
Se pensate che le due si guardino in cagnesco, che ci siano scontri e rivalità accese, siete fuori strada. Amiche forse no, ma fra loro c’è quel rispetto che regna fra chi condivide lo stesso destino, fra chi si è trovato spesso a lottare dalla stessa parte della barricata, a provare a ribaltare un dominio di color arancione in alcuni periodi schiacciante. Si tornerà alla partenza, ci si saluterà con un cenno, magari anche una parola, ma poi ci sarà un altro capitolo da scrivere di quella rivalità nata un po’ per caso ma che ormai è già parte della storia.