Cavalli e le distanze crescenti, una tendenza che piace

15.01.2024
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Il trending topic femminile dell’inverno è stato senza dubbio il “lungo”. Le tante ore di bici in funzione delle distanze sempre maggiori delle gare hanno quasi monopolizzato le sessioni di allenamento di tante atlete. In questo senso Marta Cavalli sta lavorando sodo, anche se per lei non è stato un cambiamento così grande rispetto a prima.

I tanti chilometri da fare durante la preparazione e in gara non hanno mai spaventato la 25enne cremonese della Fdj-Suez. Anzi, forse per un’atleta con le sue caratteristiche, le distanze crescenti sembrano essere il giusto sfogo. Dopo quelle del cittì Paolo Sangalli, abbiamo sentito le impressioni di Cavalli. Grazie al suo occhio attento abbiamo approfondito l’argomento.

Al Tour Femmes il vento potrebbe condizionare tappe, tattiche di corsa e anche la classifica generale
Al Tour Femmes il vento potrebbe condizionare tappe, tattiche di corsa e anche la classifica generale
Marta in questi mesi anche tu hai ulteriormente intensificato gli allenamenti?

Sì, certo, anche se già in passato io facevo tante ore di bici. Adesso abbiamo dosato i blocchi di lavoro in periodi diversi. Ho sfruttato il ritiro di dicembre per mettere una prima base. Poi visto che pedalare al caldo è davvero una buona cosa e a casa mia è difficile trovare un bel clima, ho fatto una settimana di allenamenti vicino a Sanremo come faccio tutti gli anni. Ora farò questa settimana a casa abbassando l’intensità, facendo magari simulazioni brevi poi torneremo a Calpe dal 20 al 30 gennaio. Per me l’inizio delle gare sarà alla Volta Valenciana a metà febbraio.

Su cosa hai lavorato nella Riviera Ligure?

In pratica ho diviso la settimana in due. Quattro giorni di lavori specifici con uscite al massimo di quattro/quattro ore e mezzo. Negli altri tre giorni ho curato di più l’aspetto endurance ed il dislivello. Una volta sono riuscita a fare sei ore e venti, un’altra volta invece mentre facevo il Poggio in modo regolare, sono stata letteralmente sverniciata a tripla velocità (sorride, ndr) dal gruppo velocisti della Lidl-Trek che stavano provando una situazione di gara.

Sangalli ci ha detto che in queste lunghe uscite bisogna saper allenare anche la mente. Condividi?

Assolutamente sì. A dicembre prendo le ore in bici con tranquillità, spesso togliendo il computerino e quasi sempre andando a scoprire nuove strade su cui poi tornare più avanti per fare dei lavori mirati. Si fa presto quindi a stare fuori tanto. A gennaio invece, con l’avvicinarsi delle gare, tendo di più ad immaginarmi in gara. Tuttavia cerco di dosare le energie senza farmi prendere dall’euforia qualora trovassi il vento a favore.

Quattro vittorie nel 2023 per Cavalli (qui ad Hautacam) che quest’anno vuole riscattarsi nelle gare più importanti (foto Fdj-Suez)
Quattro vittorie nel 2023 per Cavalli (qui ad Hautacam) che quest’anno vuole riscattarsi nelle gare più importanti (foto Fdj-Suez)
Quindi sarai d’accordo col cittì anche sul fatto di fronteggiare certe situazioni con più ore di gara…

Ha ragione Paolo. Non mi dispiace questa nuova tendenza con gare molto più lunghe. Così come per le volate, c’è tanta differenza anche in salita se la affronti con una o due ore in più di gara. Prima accennavo a simulazioni perché mi piace sempre inserire salite nel finale di allenamento per abituarmi a certi ritmi e vedere come le affronto. Talvolta mi capita di fare una sorta di piccolo circuito attorno ad un paio di salite per capire come le faccio la prima e la seconda volta. Sono tutti test necessari per farsi trovare pronte in gare sempre più lunghe.

Con le crescenti distanze si vedranno gare diverse?

Penso proprio di sì. Già al Tour dell’anno scorso abbiamo visto come sia stata approcciata la tappa più lunga. Spazio alla fuga che poi è arrivata fino in fondo, sulla falsariga delle tattiche maschili. In corsa si avverte come un senso di destabilizzazione, però dalle ammiraglie giungono direttive precise. Poi credo che si assisterà a gare diverse perché quest’anno le squadre nei giri a tappe avranno sette atlete anziché sei, quindi vedremo ulteriori stravolgimento. Infine ci sarà un altro aspetto da tenere in considerazione.

Quale?

Concordo con ciò che diceva Sangalli. In gruppo non ci sarà più Van Vleuten, che ha sempre corso con lo spirito della cannibale. Senza di lei cambierà tutto e potrebbe esserci tanto tatticismo. Sicuramente non ci sarà più nulla di scontato, sarà tutto più incerto e quindi anche tutto più bello da vedere. Si rimescoleranno le carte. Magari sulle salite più importanti tutte si guarderanno e poi l’attacco decisivo potrebbe arrivare in altri punti, meno indicati sulla carta.

I percorsi di Giro Women e Tour Femmes prevedono alcune frazioni molto lunghe. Sarà così anche alla Vuelta?
I percorsi di Giro Women e Tour Femmes prevedono alcune frazioni molto lunghe. Sarà così anche alla Vuelta?
Secondo te potremmo assistere ad una gara nella gara nei grandi giri a tappe?

Sì, ma con qualche riserva. Ogni squadra potrebbe presentarsi al via con due capitane, una velocista ed una che va forte a crono. Le altre sarebbero scalatrici, di cui una forte, quasi una mezza punta. Qualcuna di loro potrebbe uscire di classifica quasi subito per poi essere un punto di appoggio nelle frazioni decisive quando verranno mandate in avanscoperta. Queste circostanze potrebbe verificarsi, però…

Cosa?

Nelle nostre gare finora quando c’è bagarre tutte le capitane sono davanti e danno il tutto per tutto. Se inizieremo a gestire come succede nelle gare maschili, allora a quel punto potrebbe esserci la famosa corsa nella corsa. Davanti quella per la tappe e dietro quella per la generale.

Questo cambiamento si vedrà anche nelle classiche?

Secondo me no. Nelle gare di un giorno sai sempre qual è il punto decisivo. Al Fiandre o alla Liegi si sa dove potrebbe esserci la differenza. Così come alla Strade Bianche che si attacca quasi sempre da lontano. Nelle corse a tappe invece ci sono più variabili. Devi fare i conti con i giorni precedenti, col recupero, le sorprese, il meteo variabile e cosi via.

In inverno Cavalli lavora a fondo al caldo, mentre a casa complice temperature più basse cala l’intensità (foto Fdj-Suez)
In inverno Cavalli lavora a fondo al caldo, mentre a casa complice temperature più basse cala l’intensità (foto Fdj-Suez)
Cosa intendi per sorprese?

Vi faccio un esempio. Mi posso immaginare un Tour nel quale tante atlete partono forte e poi hanno un calo fisiologico. Magari arrivano da Giro Women e Olimpiade con una buona condizione, ma in calando. Considerate che al Tour Femmes si inizierà con tappe ventose in Olanda, poi arriveranno giorni sulle Alpi da mettersi le mani nei capelli (sorride, ndr).

Marta Cavalli è pronta per la sua stagione?

Innanzitutto spero proprio di riscattare un 2023 un po’ sottotono nonostante non siano mancate alcune vittorie. Il mio calendario è quasi fatto fino alle Ardenne. A maggio poi dovrei fare qualche gara a tappe spagnola come ripresa dal periodo di stacco. I percorsi del Giro e del Tour sono belli e duri. Da italiana il Giro Women ha un valore eccezionale per me, però la mia squadra è francese, quindi è giusto valutare bene cosa fare e come. Nel mezzo dovremo conoscere anche il percorso delle Olimpiadi per capire se potrei essere adatta e focalizzarmi anche su quell’obiettivo. La seconda parte di stagione verrà poi di conseguenza a tutto ciò.

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