Pellizotti, un ex pro’ alle prese con la figlia ciclista

15.01.2023
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Nella famiglia Pellizotti il ciclismo è qualcosa che ogni componente ha nel sangue ed è curioso pensare come tutto sia nato direttamente con Franco, ex pro’ di lungo corso che nella sua attività via via ha coinvolto tutti, fino a sua figlia Giorgia che abbiamo visto essere una delle più giovani portacolori della Ss Sanfiorese

Per seguire le gesta della figlia (quando è libero dai suoi impegni di diesse alla Bahrain Victorious) Pellizotti ha anche affittato un camper con cui ha girato nei weekend insieme alla famiglia: «Dico la verità, non ho mai amato i camper quando correvo, ma devo ammettere che sono una comodità: Giorgia può farsi la doccia appena conclusa la gara, ha tutti in comfort anche nel ritorno verso casa. Credo che ne acquisteremo uno…».

Pellizotti con Mosca, il tecnico della Bahrain-Victorious è al quinto anno nel team WorldTour
Pellizotti con Mosca, il tecnico della Bahrain-Victorious è al secondo anno nel team WorldTour
Com’è il suo rapporto con la bici?

Si diverte come una matta, è uno spettacolo. Io la seguo quasi sempre, durante le gare invernali, se sono fuori per lavoro vanno mia moglie e mio figlio. Cerco però di essere presente il più possibile perché ogni sua gara è per me una grande emozione.

Lei ha vissuto la tua attività professionistica?

Gli ultimi 2-3 anni era abbastanza grande, si ricorda bene le trasferte con mia moglie per venirmi a vedere. La portava sempre, è venuta anche all’ultimo Tour de France che ho disputato. Giorgia è una ragazza molto sportiva, le piacciono tutte le attività, segue molto, mi fa piacere chiaramente che segua un po’ le mie gesta, ma la bici è stata la sua passione sin da quando era piccola.

Giorgia in gara a Ovindoli (Giro d’Italia) dove ha chiuso quarta fra le allieve (foto Paletti)
Giorgia in gara a Ovindoli (Giro d’Italia) dove ha chiuso quarta fra le allieve (foto Paletti)
Tu come vivi la sua attività?

Sono contento, penso che per lei sia importante. A me il ciclismo ha dato tanto, non solo come soddisfazioni sportive. Ha contribuito enormemente alla mia crescita e spero che per lei sia lo stesso. Ammetto che in passato pensavo che il ciclismo non fosse uno sport prettamente femminile, ma mi sono ricreduto. Lo vedo importante nella sua crescita.

In che termini?

Lo sport insegna che nella vita ci sono regole da seguire e rispettare, che se vuoi ottenere un obiettivo devi essere pronto a sacrificarti, senza se e senza ma. Ci tenevo molto che Giorgia facesse sport, che non finisse come tanti della sua età davanti alla Tv oppure ai videogiochi. La cosa importante è che, nell’età in cui è, continui a vedere questa attività come un divertimento, poi se vorrà insistere avrà tutto il nostro supporto ma le cose si faranno più serie.

Per la giovanissima figlia d’arte un futuro fra ciclocross e mtb. Per ora niente strada
Per la giovanissima figlia d’arte un futuro fra ciclocross e mtb. Per ora niente strada
Il fatto che faccia ciclismo è anche fonte di preoccupazione, visti i tanti incidenti sulle strade?

Il pensiero c’è, non posso negarlo e il fatto che si dedichi al ciclocross, quindi in un’area delimitata e in piena sicurezza mi rende davvero molto felice. Devo dire che il team, quando i ragazzi si allenano su strada, li segue con grandissima attenzione, ma il patema d’animo resta. Giorgia mi ha detto che dopo il ciclocross vuole fare mtb e questo mi consola, sa che su strada i pericoli sono dietro l’angolo e per ora non se la sente. Lei comunque deve seguire le sue sensazioni, fare quello che si sente, costringerla non sarebbe giusto. Quando esce per allenarsi da sola mi preoccupo, anche se fa sempre strade secondarie con poco traffico e quando posso la seguo.

Quanto è cambiato il modo di approcciarsi al ciclismo rispetto a quando avevi la sua età?

Tantissimo. Io ad esempio non avevo nessuno che mi portava alle gare o che seguiva le corse con me in Tv. Ora invece siamo una famiglia unita che va a seguire le gare. Tante volte Giorgia viene con me, sale sul bus della squadra, conosce tutti i ragazzi, si confronta con loro. Questo le serve anche per capire qual è il mio lavoro e per socializzare, anche approfondire la sua conoscenza delle lingue. Un concetto che le ho sempre espresso è che il ciclismo mi ha consentito di conoscere persone di ogni parte del mondo, di apprendere culture diverse, di allargare i miei orizzonti.

Giorgia insieme a Marco Paludetti, l’ex azzurro oggi responsabile CX per la Sanfiorese
Giorgia insieme a Marco Paludetti, l’ex azzurro oggi responsabile CX per la Sanfiorese
Ora che la stagione su strada inizia avrai meno tempo per seguirla…

E’ vero, ma con il team abbiamo approntato un programma che consente anche a noi diesse di avere tempo per essere a casa e mantenere un certo equilibrio.

Hai detto che per ora resta un gioco: hai l’impressione che andrà avanti su questa strada?

Conoscendo la sua caparbietà sì. Già oggi è attentissima a tutto quel che concerne la sua attività, dallo stretching fino all’alimentazione, quando viene con la squadra controlla tutto quello che si fa, chiede incuriosita. Poi è chiaro che è in un’età dive le cose cambiano dall’oggi al domani, arrivano i primi amori e perde interesse. Io comunque la lascio fare, mi fido molto della sua società e di come è seguita e guardo da fuori con l’amore di un genitore, senza dare consigli. Tanto sa che se serve ci sono…