Con la tappa di San Fior (TV) è calato il sipario sul Master Cross Selle SMP. Chiariamo subito: non è una challenge come tutte le altre, ma ha una storia lunga. E’ iniziato nel 2014 ma affonda le sue radici ben più lontano, negli anni Ottanta-Novanta. Rispetto a quei tempi così lontani è rimasto lo sponsor principale, la Selle SMP. L’azienda ha sempre voluto un proprio trofeo per promuovere l’attività invernale non solo attraverso i campioni, ma guardando alle categorie giovanili.
A differenza di quanto avviene per il Giro d’Italia di ciclocross, il Master non ha un’organizzazione unica. E’ più da interpretare come un’unione di prove che uniscono i loro intenti. Alcune di esse sono gare internazionali, colonne portanti della stagione del ciclocross italiano come le sfide di Brugherio e Faé di Oderzo, altre sono prove che proprio grazie all’ingresso nel circuito hanno potuto allargare il loro raggio di conoscenza, basti pensare alla new entry di quest’anno, il Trofeo Le Velò di Ancona.
Meisen, il tedesco di casa nella Marca
Tutte però hanno avuto un numero di partecipazione importante, superando (a volte di gran lunga) i 500 concorrenti. Questo denota lo stato di salute del movimento, attentissimo a sfruttare ogni occasione agonistica e che vede anno dopo anno allargare il suo bacino, tornato ad essere quantitativamente tra i più importanti d’Europa. E’ un dato importante soprattutto quest’anno, visto che il Master Cross Selle Smp è tornato in calendario dopo un anno di stop: troppo difficile e con enormi incognite poter andare in scena nel 2020-21, nel pieno della pandemia, ma riprendere non è mai semplice.
Come ogni circuito, anche il Master Cross Selle Smp è uno scrigno di storie. Come quella di Marcel Meisen: da anni è considerato una star del ciclocross tedesco, ma a livello internazionale ha sempre faticato a trovare spazi, schiacciato dallo strapotere belga-olandese come avviene per tutti i corridori di altri Paesi. Meisen ha così trovato in Italia modo per emergere come altri corridori stranieri (ad esempio il belga Baestaens) e soprattutto ha trovato a Faé di Oderzo una nuova casa, trionfando nel 2015, 2016 e quest’anno. Chissà che anche le vittorie in terra veneta non l’abbiano aiutato nel trovare un posto migliore nel grande palcoscenico della strada, dove negli ultimi due anni è diventato apprezzato coequipier di Mathieu Van Der Poel all’Alpecin Fenix…
Le sfortune di Bertolini
Questa volta però Meisen è stato aiutato anche dalla sorte, o meglio dall’imperizia di un ragazzo che nell’ultima edizione della sfida nella Marca ha pensato bene di attraversare il percorso quando stava passando Gioele Bertolini, in lotta per le primissime posizioni. Il portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite lo ha preso in pieno e meno male che Gioele è riuscito a rialzarsi senza conseguenze fisiche di rilievo. E’ tornato in bici rimbrottando contro l’incauto e spaventato spettatore, ma la gara era ormai andata e ha chiuso sesto.
Per Bertolini il Master Cross Selle Smp non è stato certo foriero di grandi fortune. Una cosa del genere gli era avvenuta già nella prima prova, il Trofeo Increa Brugherio, altra gara internazionale nell’hinterland brianzolo. Era una delle prime occasioni di confronto con il nuovo compagno di squadra Jakob Dorigoni. I due erano pronti a giocarsi la vittoria in volata, quando all’ultimo giro è avvenuto il contatto fatale, costato loro la caduta e conseguentemente la vittoria, andata al giovane talento Davide Toneatti (DP66 Giant SMP). Potevano esserci retaggi per quell’incidente, invece i due hanno subito guardato al futuro senza andare a cercare inutili responsabilità.
Fontana, vittoria col brivido
Filippo Fontana è stato il grande protagonista del circuito: il portacolori dei Carabinieri è stato quello che meglio è riuscito a conciliare qualche avventura in Coppa del mondo quando Pontoni lo ha chiamato in causa con le gare italiane. Non ha saltato neanche un evento, rimediando alle difficoltà incontrate a Brugherio (solo 9°), vincendo ad Ancona, Vittorio Veneto e nella tappa conclusiva di San Fior dove grazie anche al punteggio maggiorato ha beffato il leader della classifica Toneatti, solo terzo. Da notare che i primi 4 sono tutti U23, un segnale incoraggiante, poi arriva il primo Elite, l’intramontabile Martino Fruet.
Ben diverso il discorso fra le donne dove Sara Casasola ha già messo da parte un primo obiettivo nell’anno del suo rilancio. Netta la sua affermazione nella classifica generale, con i successi ad Ancona e Vittorio Veneto. A San Fior le è bastato amministrare la situazione, pur dovendo cedere a una scatenata Gaia Realini che proprio grazie a questa vittoria è andata ad affiancare e quindi a beffare nella classifica U23 Asia Zontone.
Per Paletti una rimonta lunga… un circuito
Fra gli Juniores successo per il bronzo europeo Luca Paletti , ma a dispetto delle vittorie di Ancona, Vittorio Veneto e Faé e della piazza d’onore a San Fior (dove a sorpresa ha vinto il toscano Tommaso Ferri), ha faticato in classifica per contenere l’altoatesino Elian Paccagnella soprattutto a causa dell’incidente occorsogli a Brugherio che l’aveva praticamente tolto di mezzo. Paccagnella aveva fatto della costanza di risultati il suo punto di forza pur non avendo mai vinto una tappa, ma non è bastato.