Il Giro delle Regioni non è più un’idea su carta, ma qualcosa di concreto. Fausto Scotti non è tipo da restare con le mani in mano e dopo la conclusione del Giro d’Italia ha subito messo in moto la sua nuova creatura che dovrà abbracciare e promuovere tutte le discipline ciclistiche e non solo quelle. Si è cominciato con la “sua” specialità, il ciclocross attraverso due gare, la prima a Noci in Puglia e la seconda all’ippodromo delle Capannelle, riaperto alle bici dopo qualche anno che non ha cancellato la memoria delle battaglie per la Coppa del Mondo nel 2013 e 2014.
Spalti vuoti, percorso pieno
Come spesso succede, quando un evento si stoppa per qualche anno, ci vuole tempo per riabituare la piazza allo sport in questione. Le tribune di Capannelle torneranno a riempirsi, i prati lo hanno già fatto, con tantissimi in gara nelle varie categorie e riscontri interessanti soprattutto se proiettati verso i campionati italiani del prossimo fine settimana.
Spesso si dice che un’opinione o un giudizio possono cambiare in base alla prospettiva con cui si guarda. Su questo concetto si sofferma Alessia Bulleri, vincitrice in maniera perentoria della gara femminile: «E’ vero che le tribune erano semivuote, ma a ben guardare il percorso era pieno di gente, con molti ai bordi del tracciato e non erano solo addetti ai lavori, lo posso assicurare…».
L’esperienza all’estero
Alle Capannelle l’elbana, reduce da alcune gare in Slovacchia dopo la rovinosa caduta in Val di Sole che le era costata la frattura di un dito, ha fatto presto il vuoto: «Sono partita subito forte per fare la differenza riuscendoci a dispetto del vento. La gara era piuttosto particolare: non c’erano difficoltà, ma tanti rettilinei ed era quindi quasi impossibile riuscire a fare selezione. Il fatto di aver vinto in solitudine mentre la maggior parte delle altre categorie sono finite allo sprint è un bel risultato in vista della campagna tricolore, dove puntiamo forte soprattutto al team relay».
Il suo team, il Cycling Café, è forse una delle novità principali della stagione nazionale, anche perché il team romano ha seguito un po’ i dettami forniti tempo addietro dal cittì Pontoni, ossia dare ai propri ragazzi la possibilità di fare esperienza all’estero. Gli effetti si sono visti, non è un caso se la squadra abbia fatto all in nella categoria principale con Cristian Cominelli vincitore della prova romana e Raul Baldestein terzo al traguardo ma primo nella classifica generale del Regioni.
Il vento unica difficoltà
La vittoria del lombardo è arrivata, questa sì, dopo una gara lottata fino all’ultimo metro e nella quale c’è stata anche qualche scaramuccia con Antonio Folcarelli: «Non potevo fare altrimenti, quello delle Capannelle era un percorso veloce e molto largo dove si doveva anche stare a ruota per via del vento. Io ho provato, ma mi hanno spesso chiuso la porta, specialmente Folcarelli. A Capannelle ho però gareggiato tante volte, sapevo che bisognava evitare l’arrivo di gruppo, alla fine siamo rimasti io e lui a giocarci la vittoria e ho anticipato l’ultima curva. Una bella gioia, ma a essere sincero me ne ha regalate di più mio figlio Bryan in gara nella promozionale, il suo entusiasmo era contagioso».
A far festa è stato il suo compagno di colori Baldestein, uno dei nuovi nomi del panorama nazionale: «Dire che ho vinto in casa è poco: al sabato per provare il percorso sono salito in bici a casa e dopo 10 minuti ero già all’interno dell’ippodromo… La gara è stata molto tirata, quasi simile a una prova su strada. Porto a casa una maglia prestigiosa che è il segno tangibile dei progressi effettuati quest’anno».
Un vero nipote d’arte
Intanto un altro nome che si è affacciato nei quartieri alti è Jacopo Pavanello, nipote di Cristian, il diesse della Borgo Molino, ennesima dimostrazione di come ormai la pratica della multidisciplina si sia diffusa come un virus anche nelle categorie giovanili e soprattutto nei team di riferimento dell’attività su strada. Si diceva che solo grazie a un cambiamento di cultura ciclistica si sarebbe tenuto il passo con le maggiori scuole estere, su questo tema Cassani ha combattuto battaglie per tutta la sua permanenza alla guida tecnica azzurra. Ormai si può dire che quel cambiamento sia in essere e questo è in generale un bel segnale d’inizio 2023…