Lechner, cosa non ha funzionato a Lecce?

10.01.2021
3 min
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La notizia della gara femminile è che non ha vinto Eva Lechner. Nulla da togliere alla bravissima Maria Alice Arzuffi sia chiaro, ma qualcosa si è inceppato nel potente motore dell’altoatesina.

Dopo il via la portacolori dell’Esercito aveva preso la testa e tutto lasciava presagire al copione che ci si poteva attendere. Prima Lechner e seconda Azruffi, o quantomeno loro due che scappano. E invece…

Invece succede che nello sport e tanto più nel ciclocross non c’è mai nulla di scritto. Due giri in testa per Eva, ma il suo ritmo non è alto. Sono in cinque, oltre a lei e alla Arzuffi, ci sono anche la Teocchi, la Gariboldi e la Bulleri. E dietro il buco non è così ampio. Quando ci passano radenti, sfiorando le fettucce, si sentono i respiri. E non sono quelli di chi sta “morendo” sulla bici.

Lechner in primo piano e sullo sfondo Teocchi e Gariboldi che scappano
Lechner e sullo sfondo Teocchi e Gariboldi che scappano

Troppa pressione

Come la Arzuffi mette il naso davanti esplode la corsa. Lechner cede. Teocchi resta sulle sue ruote e forse perde l’attimo giusto per seguire la Poliziotta. Forse Chiara, anche lei dell’Esercito, non voleva fare uno sgarro alla capitana, ma poi anche lei la sorpassa. Per qualche giro Eva è addirittura fuori dal podio. Cosa è successo?

«Non è facile correre quando ti danno già tutti per vincitrice – prova a spiegare il suo direttore sportivo, Luca Bramati – In effetti Eva ieri era molto tesa, sentiva particolarmente questa gara. E’ partita con questa tensione addosso. Si è sbloccata solo nella seconda metà della gara, ma a quel punto non è riuscita a recuperare. Però ci sta… le corse si vincono e si perdono».

Ma come può una ragazza così titolata ed esperta cadere ancora in questi “tranelli”?

«Quando sei favorita devi essere fredda il più possibile – riprende Bramati – però se l’è giocata ancora e arrivare sul podio dopo tutti questi anni, conferma che è ancora una grande campionessa».

Analisi a mente fredda

Dopo l’arrivo la Lechner quasi vuole, scappare. Cerca di stare sola, almeno quegli istanti prima di raggiungere il podio. Il che è comprensibile. Si cambia ai margini delle fettucce e si aggrega alle altre con qualche minuto di ritardo sotto al palco della premiazione. Podio, che alla fine è riuscita ad agguantare riuscendo a riacciuffare Rebecca Gariboldi, bravissima, e a riavvicinarsi a Chiara Teocchi.

«Cosa è successo? Sono partita un po’ male e poi ho fatto fatica, vabbè… è andata così – dice con voce rotta – Devo analizzare bene cosa è successo a mente fredda perché non lo so adesso. Dico davvero. Mi aspettavo, o me mi potevo aspettare, che la Azruffi andasse forte, ma non le altre. Okay, che anche io non ero competitiva come al solito, ma questo ha complicato le cose».

Eva Lechner (35 anni) era la tricolore in carica
Eva Lechner (35 anni) era la tricolore in carica

Dubbi iridati

Ma più che per l’italiano adesso suona il campanello d’allarme in vista dei mondiali di Ostenda, nei quali lei è la capitana, non solo delle donne, ma la veterana del gruppo. Certo che lottare per il podio lassù sarà difficile, ma proprio perché servirà una Lechner super per ottenere un piazzamento, preoccuparsi è lecito.

«Prima di tutto bisogna essere convocate per il mondiale, poi si vedrà – conclude Eva – Non conosco il percorso iridato. Non ci ho mai gareggiato, da quel punto di vista è tutto un “chi lo sa”. Il tracciato oggi era cambiato, ma per assurdo mi piaceva di più: più infangato, più lento. E le scelte tecniche le rifarei tutte. No, non è stato quello a determinare questa giornata».