Meno di un mese e sarà di nuovo Giro d’Italia di ciclocross, aprendo di fatto la stagione sui prati. Il circuito più antico del calendario riapre i battenti, proponendo sei tappe. L’ex cittì della nazionale Fausto Scotti già scalpita per rimettersi in moto e girare l’Italia con il suo staff per dare supporto alle varie società che hanno aderito al suo invito, accettando di entrare nella challenge.
A dire il vero però le gare saranno anche di più: ce ne sono infatti due a fine stagione, che pur non facendo parte direttamente del circuito, sono ad esso consociate. A spiegare l’arcano è lo stesso Scotti.
«Noi abbiamo strutturato il circuito sulle modalità dello scorso anno, quindi si parte il 2 ottobre, con 4 tappe nello stesso mese, poi un’altra a novembre e chiusura la domenica prima di Natale. Ci saranno poi due altre gare da noi allestite, il 23 dicembre a San Marco in Lamis (FG) con il Campionato Intersolidale e l’8 gennaio, il tradizionale Memorial dedicato a mio padre a Roma. Non varranno per la classifica, ma saranno comunque gare nazionali».
La prima cosa che salta agli occhi, guardando il calendario italiano, è il gran numero di gare. Si era detto che l’abbondanza dipendeva dalla scelta di venire incontro agli organizzatori in tempo di Covid, ma ora l’emergenza è passata…
E’ vero, ma queste sono scelte della Federazione nelle quali non vogliamo entrare, perché non è compito nostro. Noi abbiamo fatto le richieste per rinnovare il circuito e sono state accettate, anzi dirò di più. Inizialmente avevamo pensato di tirarci indietro e investire maggiormente nell’attività giovanile su strada, convinti che nel ciclocross avessimo ormai fatto il nostro tempo, ma dalla Fci ci è arrivata l’espressa richiesta di andare avanti e non cancellare un patrimonio del movimento. Resta il fatto che per fare una gara nazionale (e internazionale ancor di più) bisogna corrispondere a una serie di criteri, ma non siamo da questo punto di vista molto tranquilli.
Il calendario del GIC 2022
Il Giro d’Italia di Ciclocross si compone di 6 tappe, con l’Asd Romano Scotti a supporto delle società organizzatrici salvo che nell’ultima tappa allestita in proprio. Queste le date.
Data | Località | Organizzazione |
2 ottobre | Corridonia (MC) | Bike Italia Tour |
9 ottobre | Osoppo (UD) | Jam’s Bike Buja |
16 ottobre | S.Elpidio a Mare (FM) | O.P.Bike Asd |
30 ottobre | Follonica (GR) | Free Bike Follonichese |
13 novembre | Ferentino (FR) | Mtb Ferentino Bikers |
18 dicembre | Gallipoli (LE) | Asd Romano Scotti |
Il circuito però è concentrato quasi interamente nella parte iniziale della stagione, non è uno svantaggio?
Dipende. Trovare spazi in un calendario così ricco non era facile soprattutto se si vogliono evitare concomitanze. La terza tappa, ad esempio, sarà concomitante con una gara nazionale a Cremona, la quarta con la prova internazionale di Brugherio e questo influirà sulla partecipazione, ma non si poteva fare altrimenti. In alcuni casi abbiamo anche provato a conciliare le nostre esigenze con quelle di altre gare, la prova di Ferentino infatti potrebbe essere anticipata al sabato per consentire ai partecipanti di raggiungere di sera Bisceglie e gareggiare il giorno dopo al Mediterranea Cross.
Le vostre gare hanno sempre avuto grandi numeri di partecipazione: che riscontri state avendo dalle società?
L’attesa è enorme e proprio il fatto che buona parte della challenge sarà a ottobre dovrebbe portare nelle nostre gare tutto il meglio del panorama italiano. Di fatto saremo il cammino introduttivo alla stagione internazionale e agli europei di novembre. Noi abbiamo avuto sempre almeno 400-500 partecipanti con punte di 800 e sarà così anche quest’anno.
Sei gare sono secondo te il numero giusto?
Diciamo che una challenge può avere dalle 6 alle 8 gare. Se avessimo dovuto accettare tutte le richieste che abbiamo avuto, sarebbero state molte di più. Abbiamo avuto proposte da ogni parte d’Italia, anche da Sardegna e Sicilia, ma alla fine abbiamo dovuto privilegiare chi era già stato con noi, chi ha una struttura consolidata e, va sottolineato, ha anche investito negli anni scorsi nella nostra creatura. Qualcuno l’ha presa male, non lo nego, ma con un calendario così ricco non potevamo fare altrimenti.
Quindi vi aspettate al via tutti i migliori…
Io ho mantenuto i contatti con tutti, dopo anni alla guida della nazionale si sono ormai formati legami forti. Molti mi vedono come un fratello maggiore. So che verranno in tanti, anche Luca Braidot (bronzo ai mondiali di Mtb, ndr) mi ha detto che vorrebbe quest’anno fare più ciclocross per preparare il 2023 e conta di esserci. Il problema è vedere chi ci sarà realmente. Temo infatti che come sempre la strada fagociterà molto talenti, soprattutto fra giovani e donne elite, chi riuscirà a resistere alle pressioni dei team e fare attività invernale?
Tornando alle origini del Giro d’Italia, quant’è cambiato da allora il movimento?
Tantissimo, i numeri sono notevolmente aumentati e soprattutto sono coinvolti grandi team al nostro fianco, ma vorrei sottolineare anche l’apporto che da quest’anno avremo con l’Iris, azienda di primissimo piano nel campo del rinnovamento ecologico. D’altronde ci sono i numeri a testimoniare il valore del Giro, come le oltre 417 mila visualizzazioni dei video sulla pagina Facebook, i 331 team accreditati nella scorsa edizione per un totale di 4.044 presenze. Hanno ragione in Fci, è un patrimonio che non si può disperdere.