Martino Fruet

Che Nalles! Se anche Fruet si ferma allora è tosta

07.12.2020
5 min
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«In 29 anni di carriera non mi era mai successo di correre un ciclocross sotto la neve», parole del grande Martino Fruet. Il più longevo dei biker italiani, d’inverno come molti suoi colleghi si trasforma in crossista. Martino è un vero funambolo, un asso della guida. Pensate che pur facendo cross country ha sfiorato un titolo nazionale di Enduro per soli 6 decimi. 

Fruet è vero un mastino, un ragazzo vecchio stampo cresciuto nelle valli del Trentino. Uno di quelli che da bambino con 5 gradi sotto zero usciva in maglione e via… senza troppi complimenti. Eppure sabato scorso nel 1° Cx di Nalles sotto la neve (che è già entrato nella storia) si è dovuto fermare.

Martino Fruet
Martino Fruet in azione tra la neve (foto Billiani)
Martino Fruet
Martino Fruet in azione tra la neve (foto Billiani)

Solo nove all’arrivo

«Incredibile – racconta con il suo solito tono squillante – io una roba del genere non l’avevo mai vista. Nalles (Val Venosta) è più bassa rispetto a casa mia (Valsugana) e da me non aveva nevicato. Avevo visto le previsioni ma non credevo, né io né altri, che ci sarebbero state quelle condizioni. Invece… 

«Per i primi 40 minuti di gara tutto bene, poi all’improvviso si sono completamente gelate mani e piedi. Non riuscivo più a stare in bici, stava diventando rischioso e a due giri dal termine mi sono fermato. E sì che alla fine mi hanno classificato lo stesso! Ho finito 18° ma solo perché altri si sono fermati prima di me. Pensate, solo in 9 l’hanno finita. Persino Dorigoni si è fermato. Il problema grosso è che prima di noi hanno girato le donne, gli amatori e così quando siamo entrati in pista noi era una vera poltiglia. In pratica c’era anche molta acqua. Per assurdo all’inizio con sola neve era meglio. Un conto è correre con il freddo e un conto è farlo bagnati».

Martino Fruet
Fruet sui rulli nel furgone
Martino Fruet
Fruet sui rulli nel furgone

A mani nude

Martino ha corso in tantissime condizioni nella sua carriera: dai 45° nella polvere degli Stati Uniti agli zero gradi di alcuni Xc. Solo una volta, a Villa Lagarina, non lontano da casa sua trovò un qualcosa di simile.

«Quella volta tre giorni prima della gara c’erano 25° gradi, il giorno dopo nevicò, quello successivo gelò, ma il giorno del via c’era il sole e la neve si scioglieva. A Nalles invece durante la gara aveva ripreso a nevicare.

«Io di solito faccio sempre un sopralluogo sul percorso, ma quando c’è tanto fango lo evito.  Non voglio sporcare la bici, incappare in rotture… e lo faccio a piedi. E così ho fatto anche stavolta, ma la mattina il percorso era una cosa e al pomeriggio un’altra.

«Come sono partito? Beh chiaramente con gomme da fango vero, ho giocato molto con la pressione, bassissima. E poi ho messo un impermeabile tra l’intimo e il body. Impermeabile… non so se si può dire, ma era il sacco di plastica in cui ripongo gli indumenti sporchi quando rientro a casa. Ci ho fatto un buco per testa e braccia e via. Almeno restavo asciutto addosso. E in effetti nella parte alta del corpo il freddo non era tanto. Erano mani e piedi il problema. Poi ho messo le scarpe Gaerne in goretex, che uso solo in alcuni casi in allenamento perché non hanno la suola in carbonio (poco performante), e ho optato per i guanti da sci di fondo da -10°. Ma sono scivolato, ho messo la mano in una pozzanghera e così ho preferito toglierli. Addosso erano terribili».

Francesca Baroni
Francesca Baroni portata in spalla dopo l’arrivo: la foto simbolo di Nalles (foto Billiani)
Francesca Baroni
Francesca Baroni portata in spalla dopo l’arrivo: la foto simbolo di Nalles (foto Billiani)

Freddo e memoria

Fatto sta che prima del via più di qualcuno ha provato a “corrompere”, o meglio, ad intenerire il giudice, chiedendogli di togliere un giro o due e accorciare la gara a 45-50′ ma non c’è stato verso.

«Mi sono scaldato sui rulli, dentro al furgone! E io non faccio mai i rulli. Che scene! Ho visto la foto di Billiani di quella ragazza (Francesca Baroni, ndr) portata via in spalla con i piedi nudi perché le scarpe come i guanti bagnati addosso erano terribili. Colledani mi ha detto che appena finita l’adrenalina della competizione, è rimasto 20′ a tremare nel suo furgone. All’autogrill, sulla strada del ritorno, ho incontrato Chiara Teocchi e lei mi ha detto che degli ultimi due giri non ricorda nulla, che non sapeva cosa stesse facendo. Fatto sta che è la prima volta che io non concludo un cross, anche quando rompevo la bici: andavo ai box, la cambiavo, magari finivo ultimo… ma finivo».

Colledani e Bertolini
La volata vincente di Bertolini su Colledani (foto Billiani)
Bertolini e Colledani
La volata vincente di Bertolini su Colledani (foto Billiani)

Bertolini re del ghiaccio

E il vincitore? Beh il Bullo, Gioele Bertolini, ha tirato fuori tutta la sua scorza dura da valtellinese. Il corridore della Trinx ha battuto in volata Nadir Colledani, altro biker di prim’ordine, ma certo anche per lui non è stata una passeggiata. Nalles è famosa per il suo cross country. Si corre ad aprile e spesso fa freddo, ma non così…

«Ho avuto una partenza terribile – dice Bertolini – ma tornata dopo tornata andavo sempre meglio. Poi però ai 3 giri dal termine ho perso completamente la sensibilità di mani e piedi. Da quel momento è stata una lotta con il freddo fino all’arrivo».